Nelle mani di chi siamo…

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Risultati immagini per credo in dio padre onnipotenteQUINTA COLONNA

di Longino

Si chiama Francesco, ha 73 anni, è un operaio in pensione e vive a Maldola, un piccolo paese dell’appennino forlivese. Sua figlia Elisa, 45 anni, è cerebrolesa dalla nascita. L’altro ieri mattina, alle 8.30, prima di affidarla al pulmino che l’avrebbe portata – come ogni, da 12 anni – in un Centro di Assistenza,  Francesco ha sparato un colpo di pistola in testa ad Elisa, che è morta sul colpo. Poi, Francesco ha puntato l’arma contro se stesso e si è sparato. Ora è in gravissime condizioni, mentre la madre di Elisa è ancora in stato forte di forte choc. Francesco aveva paura di non potercela più fare, era preoccupato di non poter continuare a sostenere le spese per Elisa e soprattutto angosciato per il futuro della fìglia. Che fine avrebbe fatto senza di lui e senza sua moglie?

Una storia come tante, si dirà. Sì, come troppe. All’inizio del mese di marzo, a Firenze, un uomo di 84 anni, Guerrando, ha preso il suo fucile da caccia ed ha sparato alla moglie Gina, 82 anni e alla figlia Sabrina, 44 anni, tetraplegica. Anche lui, come Francesco, aveva paura del futuro.

Un altro Francesco, invece, che non ha alcuna paura del futuro, e quindi della morte, perché mostra di non credere né nell’Inferno né, tanto meno, nell’immortalità dell’anima, dissacra la contemplazione e le preghiere dei monaci. E’ perfettamente consapevole che in una società gaudente e anticristica, bisogna soddisfare i gusti dei tanti individui col “pelo sullo stomaco”, che preferiscono relegare i fatti drammatici che accadono attorno a noi, nei trafiletti sui giornali. Per “vivere bene” è meglio non conoscerli e non “vederli” quei fatti. I monaci? Brutta gente. Le loro preghiere e la loro contemplazione di Dio – l’unica cosa che ci può salvare – devono essere cancellate. Perché potrebbero farci riflettere sull’esistenza di Dio e insegnarci a credere in Dio. Sarebbe un gaio serio per la Nuova Chiesa.

Ah, se credessimo in Dio! Cristo, Ti abbiamo lasciato sulla Croce e di quell’olocausto che per la Tua scelta di amore nei confronti dell’umanità hai affrontato, ci siamo liberati. Le conseguenze le viviamo sulla nostra povera carne di derelitti su questa Terra, marchiati da quel peccato originale che ci rende graditi all’Angelo che si è ribellato.

Si stimano in 12 milioni gli italiani che nel 2017 hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria per motivi economici. Il Censis, in una sua ricerca, certifica che tra le 750mila persone che emigrano da una regione all’altra per affrontare una cura sanitaria – dal Sud al Nord, principalmente – 180mila vivono una situazione economica difficilissima, senza ricevere alcun tipo di aiuto dallo Stato. Sono 10 milioni i poveri, la metà dei quali in stato di povertà assoluta e, tra questi, centinaia di miglia di bambini. Continua lo sterminio degli aborti, che hanno eliminato 6 milioni di italiani in 40 anno e il totalitarismo del pensiero unico – com’è avvenuto a Roma, nel silenzio della cosiddetta gerarchia ecclesiastica – rimuove i manifesti che ricordano chi si uccide: non un “grumo di cellule”, ma una persona, fatta a immagine e somiglianza del Dio creatore. Duecentomila giovani italiani, ogni anno, sono costretti ad andare via per trovare lavoro; quelli che restano . soprattutto femmine – sono e saranno sempre più alla mercè di persone che, in base alla loro religione, considerano il territorio dove vivono come di loro proprietà e le donne prede da cacciare. Tra 10 anni, stima una recente ricerca della “Fondazione Agnelli”, le scuole di svuoteranno di italiani: saranno un milione in meno rispetto ad oggi; scompariranno 56mila cattedre. E’ possibile che la prima lingua straniera non sia più l’inglese, ma l’arabo, considerato il progetto di sostituzione della popolazione che viaggia a gonfie vele. Di riserva, c’è sempre l’esperanto, che piace tanto alla Massoneria.

Mentre tutto questa accade, assistiamo al “Truman show” di un uomo anziano – con tutto il rispetto per gli anziani – che, all’improvviso, con la vittoria di Matteo Salvini, scopre che il suo sogno, quello di essere invincibile e immortale, si è frantumato. Qualcuno gli ha sfilato la leadership, lui lo riconosce, ma subito dopo non ci sta. Protesta. Si dimena, Fa smorfie. Si vendica, come fanno i bambini viziati: “Tu mi neghi quello che mi piace e adesso te la faccio vedere io”. Non intende rassegnarsi al fatto che la sua “epoca” politica, al pari di quella del successore che aveva già scelto – Matteo Renzi – è virtualmente conclusa. Coloro che gli sono intorno, non paghi di quello che già hanno ottenuto, alimentano la “messa in scena”, che si trasforma sempre più spesso in numeri da cabaret o da avanspettacolo. Gag che francamente non fanno nemmeno sorridere, se si considera la drammatica situazione in cui vive questo nostro Paese. Siamo ai titoli di coda, ma saranno titoli lunghi, estenuanti, che incideranno profondamente sulla fragilissima tenuta del “palcoscenico” Italia. C’è veramente da chiedersi nelle mani di chi siamo stati (e di chi ancora siamo) per quasi un quarto di secolo.

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