Segnalazione Wall Street Italia
di Alessandra Caparello
Dai comizi fasciati da drappi con la croce uncinata e tatuaggi con le svastiche al governo della Svezia: a questo aspirano i membri della SD che hanno così ripulito la loro immagine dicendosi non razzisti bensì conservatori sociali.
“Crediamo nei valori sociali e cerchiamo di proteggerli, per esempio dall’immigrazione (…) Se populismo significa stare vicino alle persone e capirne i bisogni, allora siamo populisti. Ma se vuol dire che non abbiamo un’ideologia si va fuori strada. Abbiamo una forte ideologia basata su due capisaldi: uno Stato sociale con una solida sicurezza nazionale”.
Ha le idee chiare Mattias Karlsson, capogruppo di Sd al Parlamento intervistato da La Stampa in cui indica le mosse del suo partito, ossia la Swexit.
“Il nostro obiettivo è uscirne con una Swexit nel più breve tempo possibile. Saranno gli svedesi a decidere, con un referendum. Oggi la Svezia contribuisce all’Unione con un enorme flusso di denaro – siamo i secondi contribuenti – e riceve pochissimo. Nel frattempo, aspettando la Swexit, lavoreremo per riformare la Ue in modo che il potere venga restituito ai singoli Stati”.
E sulla politica migratoria il motto è aiutiamoli a casa loro.
” Siamo antirazzisti, ma l’immigrazione sta creando problemi. Una politica degli asili così aperta deve essere fermata, così come deve aumentare la sicurezza interna, come i fondi destinati alla polizia. E ora la gente inizia a capire cosa diciamo: è una questione di identità culturale e sovranità, non di razzismo, per questo aumenta il consenso. Non vogliamo chiudere le frontiere a chi viene in Svezia per lavorare o studiare, o perché si è innamorato di uno svedese, ma a chi fa richiesta d’asilo attratto dal nostro welfare, persone transitate attraverso altri Paesi sicuri. La soluzione è aiutarli nel loro Paese di originw”.