L’ascesa di Orban in Europa: l’Ungheria come modello alternativo

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di Lorenzo Vita

L’ascesa di Orban in Europa: l’Ungheria come modello alternativo

Fonte: Gli occhi della guerra

Viktor Orban è diventato, negli anni, uno dei più importanti leader d’Europa. E adesso, il suo messaggio, inizia a penetrare in tutto il continente.

La vittoria di Janez Jansa in Slovenia, alleato di Orban, è un segnale inequivocabile. Non tanto nei numeri della vittoria elettorale, ma nel significato. Il gruppo Visegrad, quello di cui fa parte l’Ungheria, ha un nuovo alleato a Lubiana.

E i meriti di questa vittoria sono in larga parte da assegnare al premier ungherese che ha saputo non soltanto cavalcare l’ondata di protesta (in particolare sulla questione migranti), ma anche penetrare all’interno del dibattito politico. Messaggi chiari, parole semplici, significati profondi. Come l’ultimo appello rivolto al popolo sloveno “Votate per la sopravvivenza della nazione”.

I media e Orban in Slovenia

Il caso Jansa è emblematico di come Orban stia seguendo una linea molto precisa. Costruire uno schema di informazione alternativo al mainstream, colpendo anche gli avversari politici. Ma in generale, l’obiettivo è quello di costruirsi un’immagine mediatica in grado di “rompere lo schermo”.

In questo senso, non va dimenticato un dato, sottolineato dal New York Times. Negli ultimi anni, uomini d’affari vicini al premier ungherese hanno investito nelle reti televisive di Slovenia e Macedonia. In particolare si fa riferimento a due reti: Skandal24 e Nova24Tv. Queste due reti hanno iniziato a una campagna mediatica a sostegno delle idee proposte dai movimenti di destra e soprattutto colpito gli avversari politici.

Il giornale statunitense parla di manipolazione dell’informazione. Ma molto più semplicemente, quella che è in atto è una vera e propria guerra mediatica fra due mondi alternativi. Parlare di manipolazione solo di una parte risulta superficiale. Molto più realisticamente, si tratta di due blocchi che si contrappongono e che utilizzano l’informazione per inviare il messaggio che vogliono.

E per comprendere ancora meglio quale sia il ruolo dei media nell’operazione di marketing politico di Viktor Orban, basti pensare che l’anno scorso, uno dei suoi più stretti consiglieri, Arpad Habony, ha incontrato Steve Bannon a Washington. Stratega della campagna di Donald Trump e ideatore di Breitbart News, Bannon è considerato da più parti come il vero genio dietro l’ascesa di molti movimenti cosiddetti populisti.

Orban e le alleanze in Europa

L’utilizzo dei media nei Paesi balcanici è solo una parte dell’ascesa di Orban all’interno del continente europeo. E sarebbe riduttivo parlare del suo ruolo esclusivamente alla luce di questi investimenti nel campo dell’informazione. Che comunque hanno un peso molto rilevante nell’area balcanica. Slovenia docet.

In realtà, il leader ungherese sta sviluppando una rete di interessi e di alleanze politiche che lo stanno rendendo non più il leader “scomodo” d’Europa, ma un vero e proprio simbolo.

Il cambiamento di prospettiva, in questo senso, è molto interessante. Oggi non è più il nemico dell’Europa, ma l’amico di tutti quei movimenti (anche di governo) che non vogliono allinearsi ai dettami imposti dall’Unione europea di stampo liberale-progressista. Ed è un leader che è riuscito a sdoganare se stesso, diventando una sorta di faro per molti movimenti che aspirano o si presentano come partiti di governo. E non più soltanto per partiti estremisti.

Budapest si è trasformata, grazie al premier di Fidesz, in una capitale dell’anti-Bruxelles. In questo, l’Italia non è certo avulsa dal contesto. Giorgia Meloni si è recata a Budapest prima delle elezioni. Matteo Salvini non appena nominato ministro dell’Interno ha dichiarato di aver sentito Orban e che, insieme a lui, cambieranno le regole in Europa.

Ma non c’è solo l’Italia. Anche nella Germania dell’acerrima rivale Angela Merkel, Orban ha le sue carte. A gennaio, fece scalpore l’invito della Cdu bavarese rivolto al premier ungherese per recarsi alla riunione del partito. In quel caso, il leader bavarese Horst Seehofer finì nell’occhio del ciclone. Ma non va dimenticato che importanti funzionari ungheresi hanno incontrato altre autorità regionali tedesche.

Segno che i lander tedeschi osservino con attenzione le mosse del vicino ungherese in chiave soprattutto anti-migranti. Ma è soprattutto un segno di come Orban abbia trasformato l’Ungheria in un vero e proprio modello alternativoall’Unione europea che il mondo sovranista rigetta.

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