del Prof. Luciano Pranzetti
“Luoghi comuni, falsi, bufale”, edizione in proprio, 2018, pp. 155, si può richiedere all’autore: lucianopranzetti@alice.it
E’ sorprendente come in un piccolo libro possano trovarsi raccolti così tante osservazioni di carattere linguistico, letterario, storico e di costume.
E’ quello che si constata nel leggere l’ultimo lavoro che il Prof. Luciano Pranzetti ha dato alle stampe col titolo Luoghi comuni, Falsi, Bufale, in cui sono presentati in maniera magistrale considerazioni, commenti e documentate precisazioni che costituiscono altrettanti spunti per dare il via a riflessioni e ad approfondimenti che potrebbero di riempire interi volumi.
Il libro è presentato con una pregevole prefazione del Prof. Ferdinando Bianchi, che introduce il lettore alla prosa ricercata e caustica di Pranzetti, evidenziando che questi «con il suo spirito guascone, i formidabili cromatismi del suo esclusivo codice comunicativo, i paradigmi, i contrappunti, i simboli, le tautologie, il vigore del suo frasario, la seduzione – ad se ducere – e il fascino del suo singolare, antonomastico vocabolario, la esemplare efficacia e il rigore semantico del suo periodare, pagina dopo pagina demoliva, frantumava l’inconsulto e già poco solido edificio di una supponente, fiacca, spocchiosa, ripetitiva e talvolta acritica e conformistica comunicazione, i simulacri stolti di una convenzionale storiografia, l’implosione di un senso storico privo di vere fondamenta scientifiche, di una letteratura sovente incolta, persino insolente e povera, mercificata e gravida di balle mediatiche e di significati reconditi, estemporanei e sovente anche incomprensibili: anteprima di un suo nuovo profluvio di genialità. Gli appunti sono diventati volume…»
Da parte sua, l’Autore, nella sua nota introduttiva, delinea lo scopo a cui mira il suo relativamente piccolo – per quantità e non per qualità – componimento:
«Con questo lavoro di semplice svago, non accademico e certamente non nuovo nel suo genere letterario ma utile all’intelletto, intendiamo smentire e/o chiarire alcuni stereotipi e luoghi comuni, falsi integrali, bufale, comportamenti che, per essersi da tempo consolidati, tanto nel parlar quotidiano che negli templi della cultura – accademie, scuole, massmedia – come l’essenza della sapienza stessa, passano per inconcussa e conclamata verità.»
Il libro si legge tutto d’un fiato, e ne vale la pena: come si coglie dai seguenti esempii.
Di “luoghi comuni”
“Alpinista morto per colpa di una valanga – Perde la vita per colpa di un’onda anomala – ennesimo grave incidente sulla curva maledetta”, e via incolpando. E’ ormai, simile linguaggio, di frequenza quotidiana, praticato nei tg i cui cronisti, nel dare la notizia, poggiano anche tono e accento su “colpa”. Bischerrima operazione semantica che applica alle cose inanimate i criteri etici esclusivi dell’uomo e pertinenti la sua condotta, la sua coscienza, la sua responsabilità.
Di “falsi”
“Ferdinando II di Borbone: Re Bomba – Vittorio Emanuele II di Savoia: Re Galantuomo”.
In Sicilia, […] sotto la regia dell’Inghilterra che vuole accaparrasi il monopolio dello zolfo isolano… gli insorti hanno occupato Palermo e Messina. Il re Ferdinando II ordina e dirige le operazioni di recupero […] la flotta, appoggiata da 4 compagnie di “pionieri” […] comincia a bombardare la postazione… fuori Messina, fornita di 12 cannoni [occupata la postazione] 6400 soldati si mettono in marcia verso Messina, occupano il porto scontrandosi con le truppe dei rivoltosi […] l’8 settembre la città è liberata.
Pertanto, niente bombardamenti e niente città devastata come i gazzettieri della propaganda liberale e inglese si affrettarono a pubblicizzare.
[…]
Di contro a un falso ‘Re Bomba’ … sta un altrettanto falso ‘Re Galantuomo’ – Vittorio Emanuele II – ma vero ‘bombarolo’ […] non ci attarderemo […] sulle stragi di GaetaCivitella del Tronto (ottobre 1860/marzo 1861), di Palermo (settembre 1866) […] [de] l’orrore di Pontelandolfo e di Calsaduni dati alle fiamme, [de] l’abiezione dei campi di prigionìa sabaudi quali San Maurizio e Savona, quale il forte di Fenestrelle (To), nella Val Chisone dove, […] migliaia di meridionali, soldati, civili e soldati pontifici trovarono la morte e la ‘damnatio memoriae’ – perdita dell’identità – dacché i loro cadaveri vennero sciolti nella calce viva.
[…] Ricordiamo, di passaggio, la strage, comandata dal ‘galantuomo’, di circa 80 torinesi, uccisi dall’esercito e dai carabinieri durante le giornate dei moti popolari – 21-22 settembre 1864…
[…] Non diremo a lungo dei sequestri di giovani donne a scopo di libidine che il ‘galantuomo’, assecondato da Cavour, affidava al commissario di Polizia, Filippo Curletti…
[…] Parleremo invece, come esempio paradigmatico di nuda verità, dei fattacci di Genova – aprile 1849 – e delle brigantesche e sporche gesta dei bersaglieri di Alfonso La Marmora (1804-1878) ivi commesse…
Di “Bufale”
Il pittore Picasso era un appassionato frequentatore di corride … il 16 maggio 1920… il toro colpì mortalmente … il torero ‘Joselito’ […] Picasso, sconvolto dalla tragica morte del giovane idolatrato toreador, ne celebrò la memoria allestendo, immediatamente, una tela [7,77 metri per 3,49] zeppa di figure sghembe, dure, spigolose e asimmetriche… Terminata, la intitolò ‘Enmuerte del torero Joselito’.
[…] Nel 1937 infuriava, in Spagna, la guerra civile e il governo anarco-social-comunista chiese a Picasso di avere una sua opera da collocare nel padiglione repubblicano dell’Esposizione Universale che si sarebbe tenuta a Parigi nel 1938.
Picasso ebbe una trovata eccezionalmente scaltra: tirò fuori dal magazzino la vecchia tela, vi apportò qualche lieve variante, cancellandone l’originario nome, per uno più adatto alla richiesta governativa. E fu ‘Guernica’ – nome della cittadina basca bombardata il 26 aprile 1937 dall’aviazione italo-tedesca – tela che fu venduta al governo per l’astronomica cifra di 300.000 pesetas, corrispondente, più o meno, a circa un milione e mezzo di euri.
[…] Cuore a sinistra, portafoglio a destra.
Ed ecco l’elenco degli argomenti trattati dall’Autore.
LUOGHI COMUNI
Due pesi e due misure
Assolutamente sì assolutamente no
Mens sana in corpore sano
Indagine conoscitiva
Le stragi del sabato sera
Non ti curar di lor, ma guarda e passa
Evacuare
L’uovo di Colombo
Se Atene piange, Sparta non ride
Chi canta prega due volte
Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini
Il leone, re della foresta
Avere le lacrime agli occhi
Colpa del terremoto, della valanga, colpa di…
La forchetta statistica
Voltiamo pagina, cambiamo decisamente argomento etc…
Made in Italy ed esteromanìa varia
Sciopero della fame
In pericolo di vita
Entro e non oltre il…
L’importante non è vincere quanto partecipare
Luoghi comuni grammaticali – 1
Al limite
Mano morta
Luoghi comuni grammaticali – 2
Mozzafiato
In tilt
Galateo in chiesa
Acquolina in bocca
FALSI
Voltaire e gli altri
Garibaldi e i Mille
Pinocchio e le … balene
La spada nella roccia
Carnevale
Religione, oppio dei popoli
Il pi greco
Saxa Rubra
Cavour, Stato e Chiesa
Due re: bomba e galantuomo
La Veronica
Ipse dixit
Galileo Galilei
Maria Antonietta e le briosce
Magenta e San Martino
Coniugazioni verbali
Marcia turca: Mozart?
La cicale e la formica
Geppetto falegname
Gladstone e le false lettere
Lucifero a tre teste
Natale: 25 dicembre
BUFALE
Il terzo occhio
8 marzo: festa della donna – festa inventata
Fossili e manipolazione – Archeopterix
Tre falsi progenitori:
1 – L’uomo di Giava a Pitecantropo
2 – L’uomo di Piltdown o Eoantropo
3 – L’uomo di Pechino o Sinantropo
Uroboros
La balle di Dan Brown
Dante in Islanda
Guernica
I Dogon e la stella Sirio B
Evoluzione caso ambiente