“E’ chiaro che cercano di metterci i bastoni fra le ruote. E l’accusa di sequestro di persona, e l’abuso d’ufficio, e il sequestro dei conti… mi sembra che si stia esagerando. È evidente che qualcuno non si rassegna al fatto che Salvini sia al governo”. Lo dice il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini in una intervista a La Stampa dopo la sentenza del Riesame che autorizza il sequestro di 49 milioni del Carroccio per rimborsi elettorali presumibilmente non dovuti dal 2008 al 2010. Cosa farà adesso la Lega? Come potrà restare in piedi senza un euro di finanziamento dal momento che la sentenza dispone il sequestro dei conti presenti e futuri e quindi anche delle somme che entreranno? Il filosofo Paolo Becchi una sua idea ce l’ha e la espone a Lo Speciale.
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Salvini parla di attacco politico sostenendo che a qualcuno darebbe fastidio il fatto che la Lega è al governo. Condivide?
“A pensar male si fa peccato ma è molto sospetto questo attacco giudiziario a tenaglia contro la Lega e il Ministro dell’Interno. Prima l’inchiesta sulla nave Diciotti con accuse che secondo me non stanno in piedi, poi adesso il sequestro dei conti. C’è una concatenazione di eventi e di tempi che certamente porta a riflettere. Il sospetto che effettivamente si tenti di togliere ossigeno al partito proprio nel momento di massima ascesa non può non insinuarsi nella mente di tanti italiani che in questo momento guardano a Salvini come ad una grande speranza. Poi c’è anche l’aspetto giuridico, ossia il voler punire la Lega di oggi per le colpe dei vecchi dirigenti sulla base di una condanna che non è ancora passata in giudicato. Insomma, c’è un po’ di tutto e direi pure di troppo. Ma la situazione oggi è molto diversa da quella del 1992, anno dello scoppio di tangentopoli. Oggi la gente scenderebbe in piazza in difesa di Salvini, non dei giudici”.
Intanto però la Lega è al verde. Come può uscire da questa situazione?
“Salvini secondo me ha tre possibili strade da percorrere”.
Ossia?
“La prima ovviamente è quella di fare ricorso, ma in questo caso gli consiglirei vivamente di cambiare gli avvocati. Non intendo mettere in discussione la professionalità dei legali che hanno assistito il Carroccio in questa vicenda, ma ho l’impressione che le motivazioni avanzate per contestare il sequestro cautelativo di fronte al Tribunale del Riesame, siano state poco efficaci e convincenti. Avrei contestato di più nel merito il rinvio disposto dalla Cassazione dove mi sembra si faccia confusione fra diverse tipologie di confisca. Se proprio non vuole sostituire gli avvocati, almeno ne chiami in aggiunta qualche altro comunque esperto nella materia, in grado di portare un contributo maggiore alla tesi difensiva del partito”.
La seconda?
“La seconda strada, quella che a me piace meno, passa per il cambio del nome e per la nascita di un nuovo soggetto politico. La Lega ormai è un marchio di riconoscimento, è il partito più vecchio, ma ciò non toglie che si possa anche denominare in altro modo. Lega degli italiani per esempio, Lega del popolo italiano, i nomi potrebbero essere tanti. Anche se come detto non mi piace questa idea perché sarebbe come adeguarsi ad una decisione della magistratura che comunque non è definitiva e si presenta discutibile sotto diversi aspetti”.
E la terza?
“Pagare i 49 milioni di euro”
E come se la Lega non ha un euro?
“Aprendo una sottoscrizione pubblica, una sorta di microfinanziamento. In questo momento Salvini è il leader più popolare e amato dagli italiani. Basterebbe fare un appello al popolo e chiedere ad ogni cittadino un contributo minimo, anche di cinque o dieci euro. Sono certo che i tantissimi elettori del Carroccio farebbero a gara per aiutare il partito e Salvini in particolare. In base ai voti delle ultime elezioni politiche e al gradimento che la Lega riscuote nei sondaggi, se ogni elettore versasse una quota minima di contributo, i 49milioni di euro arriverebbero senza problemi. Per altro sono certo basterebbe anche il versamento di una piccola somma a testa, cinque euro o forse anche meno”.
Votare è un conto, aprire il portafoglio altro. Pensa davvero possa funzionare?
“Non ho dubbi. Ha visto Salvini quanto è popolare? In ogni città in cui mette piede è un tripudio di folla. Rispetto a Beppe Grillo che era bravo ad infiammare le piazze, Salvini ha un valore aggiunto che è dato dal contatto diretto con la gente. Non si sottrae mai alla stretta di mano, all’abbraccio, al selfie con i cittadini. E’ il leader più innovativo e popolare della terza repubblica. Poi sta macinando consensi ovunque. Anche sulla vicenda dell’Ilva è stata la Lega a vincere, non il M5S che alla fine ha preso una decisione diametralmente opposta a quella sempre sostenuta in campagna elettorale. Non a caso secondo i sondaggi il Carroccio è oggi il primo partito, è avanti pure al M5S”.
Intanto Berlusconi ha espresso solidarietà a Salvini ma ha bocciato l’idea del partito unico. Eppure non fu lui dieci anni fa a tentare una simile operazione con il Popolo della Libertà? Perché oggi è contrario?
“E’ molto semplice. Perché all’epoca Berlusconi era il leader incontrastato del centrodestra e aveva la capacità e la forza di fagocitare tutti gli alleati. Oggi aderire al partito unico significherebbe farsi risucchiare da Salvini, con la Lega che ingloberebbe senza difficoltà quel che resta del partito azzurro”.
Non è che Berlusconi spera nelle disgrazie del Carroccio per recuperare i consensi in fuga verso Salvini?
“Assolutamente no, perché come accadeva anche a lui in passato con le inchieste della magistratura, il consenso intorno alla Lega andrà aumentando. Questa sarà un’operazione boomerang. Salvini in questo momento ha tutto da guadagnare da quello che agli occhi degli italiani rischia di configurarsi come un accanimento giudiziario nei suoi confronti. Berlusconi non ha più speranza di reggere il confronto con l’alleato”.
E a chi dice che proprio Berlusconi potrebbe andare in soccorso del Carroccio come già avvenuto in passato aiutandolo economicamente? E’ credibile? Così Salvini sarebbe legato mani e piedi al leader forzista?
“Credo che questa eventualità sia da escludere e ritengo non sia presa nemmeno in considerazione da nessuno dentro il partito. Salvini non è Bossi”.