Steve Bannon: “Popoli, sollevatevi contro le élite”

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steve bannon atrejuOratore che incanta ed esalta, parla pochissimo l’italiano, ma il nostro amico romano che parla inglese a menadito l’ha incontrato ed ha aperto un dialogo con lui. Che non ci ha lasciati privi di interrogativi per il lungo termine. Nel breve termine, come dargli torto? (n.d.r.)

Accoglienza da star per l’ex capo stratega di Trump alla festa di Fratelli d’Italia, in procinto ad aderire alla sua rete sovranista ‘The Movement’

di Paolo Molinari

I patrioti, il partito di Davos, le radici giudaico-cristiane da difendere, la tradizione di Atene e Roma contro le élite che producono zombie: è un repertorio noto ma pur sempre efficace quello che l’ex stratega di Donald Trump porta ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia.

Ad accoglierlo, sotto un tendone intitolato a Carlo Magno (a cui segue quello che porta il nome del re di Sparta, Leonida) circa trecento militanti estasiati, che saltano in piedi ad applaudire ogni qual volta il ‘guru’ pronuncia la parola ‘patriots’.

Termine vasto che comprende lo stesso Bannon (“ho servito il mio Paese nel Golfo e nell’Oceano Indiano”) ma anche Putin, Farage, Salvini e Meloni, tutti coloro che si oppongono al partito di Davos, quello delle élite economiche che mirano a creare in occidente una “nazione di zombie, come in Cina”.

Ecco allora la missione dei patrioti che oggi possono ritrovarsi sotto le insegne di ‘The Movement’, la creatura politica di questo signore brizzolato e rubicondo, che sfida il caldo ancora estivo della Capitale indossando camicia e giacca nere.

Il primo intervento riguarda da vicino l’Italia e ciò che sta accadendo con Salvini e Meloni freschi di una rinnovata alleanza elettorale. “L’Italia ora è il centro dell’universo della politica”, spiega: “Sono venuto qui per dirvi che non siete soli. La Brexit, l’elezione di Trump e quello per cui avete votato a marzo 2018… È tutto collegato”.

Questo, però, produce nuovi nemici, una costante nel discorso di Bannon. Nemici che “hanno paura di voi ed è per questo che vi attaccano attraverso i media”, è il succo del discorso tenuto in inglese ma tradotto in cuffia per la platea. È per questo, aggiunge, che i giornalisti al soldo delle élite non perdono d’occhio Giorgia Meloni, “pronti a cavalcare ogni suo scivolone: Sanno che se funziona qui, la rivoluzione si diffonderà. Sono intelligenti, non stupidi”.

E’ il ‘Davos party’ il nemico numero uno. È questo partito transnazionale che cerca di screditare “Donald Trump, un uomo di pace che non ha il dito sul grilletto, ma che vuole che voi vi sentiate al sicuro”. Non come Davos che cerca solo di “stabilire protettorati” sulle singole nazioni.

Un rischio esiziale perché “se i patrioti non sconfiggeranno Davos “sarà la fine della razza umana”. Contro questo partito transnazionale Bannon schiera il suo ‘The Movement’, che mette insieme i patrioti “dell’Occidente dalle radici giudaico cristiane”. E al quale Giorgia Meloni chiederà oggi di iscrivere anche Fratelli d’Italia. Anzi, ‘Brothers of Italy’, per dirla alla Bannon.

Fonte: https://www.agi.it/politica/steve_bannon_atreju-4407129/news/2018-09-23/

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