Intervista a Silvana De Mari: “Vi racconto il mio processo e la mia difesa”

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Segnalazione di Redazione BastaBugie
Si vuole impedire la libertà d’informazione e il diritto dei cristiani di pensarla diversamente dalla cultura dominante (VIDEO: Premio Viva Maria a Silvana De Mari)
di Americo Mascarucci

Un processo alla libertà d’informazione e al diritto di “pensarla diversamente”. In questo si sta sostanzialmente concretizzando il processo per diffamazione contro Silvana De Mari, scrittrice di libri fantasy, blogger e medico chirurgo, querelata dalle associazioni Lgbt per aver espresso giudizi “politicamente scorretti” sull’omosessualità. Il suo processo sta diventando un evento mediatico a tutti gli effetti. Sono diverse le personalità del mondo politico che la stanno sostenendo. […] Una sua condanna infatti rischierebbe di far passare un messaggio molto pericoloso, ossia che non possa esistere alcuna opinione contraria all’ideologia gender, laddove questa per esempio si ostina a voler “imporre” un’origine genetica all’omosessualità, o a negare che da questa condizione si possa uscire.
Dottoressa, come sta andando il processo?
«Abbiamo concluso la parte istruttoria che a mio giudizio è andata molto bene, visto che sono riuscita a spiegare le mie ragioni. Ora ci sarà la parte della discussione prevista il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia».
Quali sono state le ragioni che ha esposto?
«Ho in pratica spiegato i motivi per cui ho fatto determinate dichiarazioni. Ho anche portato del materiale e ho illustrato per l’ennesima volta l’esatto significato del termine pedofilia. Ho ribadito che si tratta di un orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione per i minori, ma che non significa mettere le mani sui bambini. Quindi una persona è da ritenersi un pedofilo nel momento stesso in cui manifesta preferenze sessuali per i minori indipendentemente dal fatto che abusi o meno di loro. Conosco bene cos’è la pedofilia visto che l’ho studiata e su di essa ho sostenuto due esami, mentre questa parola non compare nemmeno una volta sul codice penale. Quando ho detto che l’omosessualità non è congenita e non è genetica, e quindi si può smettere di essere gay, ho soltanto affermato delle verità scientifiche. Quando sostengo che certe malattie sono più alte nella comunità omosessuale che altrove, sto rivelando una verità statisticamente dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio, che peggiora anno dopo anno».
Quindi in sostanza cosa le viene contestato?
«Il movimento Lgbt vuole imbavagliare la libertà di opinione e lo sta facendo contestando le mie parole che preferisco non ripetere almeno fino a giudizio concluso».
Come si sente? Ottimista?
«Penso ci siano delle speranze, ma la cosa più interessante è che grazie a queste denunce il messaggio che volevo veicolare nell’opinione pubblica sta rimbalzando come speravo. Di questo sono molto soddisfatta. Il mio processo non è soltanto un processo contro la libertà di parola ma anche contro la libertà di scelta. Il decalogo che la comunità Lgbt ha ad esempio imposto all’ordine dei giornalisti, al punto 8 stabilisce che ogni giornalista è chiamato a definire luogo comune qualsiasi riferimento alla necessità che il bambino abbia un papà e una mamma perché la scienza ha dimostrato il contrario. Questo è assolutamente falso. Negli Usa sono state bloccate le ricerche scientifiche sulla modificazione dell’orientamento omosessuale, sono vietate per legge.
È un processo anche contro la libertà di fede. Se qualcuno osasse oggi riportare ad alta voce le affermazioni che Santa Caterina da Siena dichiara di aver ricevuto direttamente da Gesù Cristo, in molte nazioni rischierebbe il carcere».
Tante persone la stanno sostenendo in questa battaglia, cosa si sente di dire loro?
«Che le benedico con tutto il cuore. Benedico tutti coloro che sono venuti a sostenermi in Tribunale, i tanti che stanno pregando per me, quelli che  stanno addirittura raccogliendo soldi per supportare la mia causa, le persone che mi scrivono per farmi coraggio. Senza di loro forse non ce l’avrei fatta a sopportare tutto questo».

COMMENTI DEI LETTORI

Cara Silvana,
ti sostengo adesso, come ti ho sostenuto anche altre volte online. Sono donna, medico, madre di un figlio omosessuale. La famiglia non l’ha rifiutato, anzi è sempre l’ amato figlio di prima, ma lui rifiuta, come tutta la comunità LGBT, ogni ragionamento, chiude con noi ogni spiraglio di comunicazione. ‘E un ragazzo bravo, molto intelligente, lavoratore, ma non accetta di parlare. Parlo con te, cara Silvana, perché tu capisci, mentre con tutti gli altri bisogna stare zitti, per non passare da vecchi conservatori, razzisti, omofobi. E chiedo a Dio, nel mio silenzio, tutti i giorni, ché lo salvi da un futuro triste, che neanche lui immagina. Ti ringrazio per quello che hai il coraggio di fare, per me è molto difficile prendere posizione “ufficiale”, sarebbe perdere mio figlio ancora di più. Che Dio ci aiuti, tutti, ma soprattutto aiuti i nostri ragazzi. Ti auguro ogni bene, perché questo pensiero unico LGBT sta distruggendo nella opinione pubblica ogni capacità di riflettere.
Tamara

Cara Silvana,
Voglio farti sapere che ti sostengo molto. Voglio ringraziarti!! e come te, anche tutti i tuoi colleghi che si battono per far conoscere al mondo la verità.
Per il coraggio che avete di esporvi mediaticamente nonostante le amare conseguenze che vi trovate ad affrontare! Però, sappiate che a me state salvando la vita!!
Io sono un ragazzo di 28 anni omosessuale, e pratico questa mi condizione da quando ne ho 14 ( troppi anni e troppe ferite) ma voi mi avete aperto gli occhi! E grazie a voi ho capito di essere una persona “malata”! Malata nel cuore e soprattutto nell’anima.
Lo scorso weekend mi sono fatto coraggio e sono andato in un consultorio in Svizzera dove un terapeuta mi accolto come un figlio E dove abbiamo cominciato insieme un bel percorso per aiutarmi a trovare la vera felicità, nella verità!!
Prego Dio per te e per tutti i ragazzi che stanno vivendo questa condizione.
E grazie ancora per aver urlato al mondo la verità!
Un abbraccio.
Simone

Silvana come Asia Bibi, in entrambi i casi si fa il processo non tanto alla persona ma a Gesù, questa è cristianofobia!! Anzi Cristofobia!
Si ha paura del messaggio cristiano perché tocca le coscienze che si vogliono anestetizzare. Il diritto esiste solo per quelli che sono “più uguali degli uguali” e gli altri devono stare zitti!!
Coraggio Silvana.
Cesare

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata 47 minuti) Silvana De Mari riceve il premio “Viva Maria” al 10° Giorno del Timone della Toscana. Un premio meritato per il suo coraggio nell’affermare che due più due fa quattro e nel respingere il nemico di oggi, cioè il pensiero unico, contro il quale non si può andare se non a costo di persecuzioni.
Nel suo intervento spiega con la sua solita chiarezza, senza tanti giri di parole, alcune evidenze cui si è trovata di fronte nella sua esperienza di medico e grazie alle quali anche il suo approccio alla verità è cambiato.


https://www.youtube.com/watch?v=fECDkGmuY-w

Titolo originale: Silvana De Mari: Vi racconto il mio processo. La mia difesa
Fonte: Notizie Provita, 31/10/2018

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