di Paolo Becchi
A maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Salvini ha di recente smussato i toni della polemica contro la Ue e delle critiche radicali sull’euro di cinque anni fa oggi non è rimasto molto, anzi nulla. Certo, quando si è al governo bisogna essere prudenti e soprattutto in questa fase di confronto con la Commissione europea è meglio evitare di parlare della moneta unica per non dare in pasto al mainstream la scusa dell’eventuale impennata dello spread.
Per le elezioni europee Salvini però non dovrebbe fare campagna elettorale da vicepremier e ministro, bensì da leader del partito politico che potrebbe addirittura affermarsi quale prima forza del Paese. E a proposito delle elezioni europee vogliamo porre la questione: Salvini ha deciso definitivamente di abbandonare il tema dell’uscita dell’Italia dall’euro, lasciando la lotta per il recupero della sovranità monetaria a Fratelli d’Italia, CasaPound e sovranisti vari sull’orlo di una crisi di nervi? O si tratta solo di un mero e momentaneo ripiegamento tattico?
Un punto merita di essere sottolineato. In casa nostra Salvini è vincolato dal contratto di governo con il M5S che, in effetti, non prevede l’uscita dalla moneta unica. Una cosa che ci viene ricordata ormai quasi ogni giorno. Ma per le elezioni europee questo vincolo non vale e Salvini forse non dovrebbe dimenticare che la sua fortuna politica è iniziata proprio con la battaglia politica contro l’euro alle elezioni politiche europee del 2014.
La Lega stava rotolando lungo una pericolosa china scivolosa e la risalita iniziò proprio con quelle elezioni e con la critica della moneta unica. Da allora Matteo ha sempre sostenuto che lo Stato ha bisogno di controllare la propria moneta e in alcuni programmi televisivi si era spinto persino a dichiarare che «uscire dall’euro è un dovere morale».
Anche per queste sue posizioni euroscettiche il suo consenso è arrivato al 17% alle politiche del 4 marzo. Ora però, sempre in alcune dichiarazioni, Salvini si è spinto a sostenere che nel programma della Lega non c’è (più) l’uscita dall’euro e a concludere che «l’euro lo abbiamo in tasca e l’euro ci terremo». E pur vero che Salvini gioca sulla ambiguità del programma di Lega e centrodestra e non del programma che la Lega da sola ha presentato agli elettori, e proprio per questo vorrei ricordare qui il programma politico della Lega elaborato a gennaio di quest’anno in vista delle elezioni politiche nazionali. Ebbene, quel programma prevede esplicitamente (p. 9 del documento ufficiale) il ripristino della sovranità sotto diversi aspetti e al primo posto è inserito proprio il recupero della «sovranità monetaria e economica».
Questo punto – così si pensava – lo si è dovuto sacrificare per fare l’alleanza di governo con i pentastellati. Ma sulla base delle recenti dichiarazioni di Salvini sembra invece che la Lega abbia avuto una evoluzione, dal mio punto di vista una involuzione, e che anche dal programma politico della Lega sia uscito il grande tema, su cui Libero tanto ha insito, dell’uscita dall’euro.
Capitano ripensaci, niente è perduto, finché tutto è perduto.
fonte: https://paolobecchi.wordpress.com/2018/12/13/salvini-ha-deciso-di-abbandonare-la-lotta-contro-leuro-o-si-tratta-solo-di-una-mossa-tattica/