articolo di Pietro Ferrari pubblicato su “Il Primato Nazionale”
Teramo, 5 nov – I temi cosiddetti ‘etici’ sono sempre più irrilevanti nelle campagne elettorali e molto sfumati nei programmi politici dei vari schieramenti, fatta eccezione per minoranze agguerrite e disposte a tutto pur di trasformare la società italiana. Eppure, almeno come slogan urlato o come dichiarazione di intenti generica, per accontentare una parte dell’elettorato sensibile a questi argomenti il cosiddetto centrodestra si presenta ancora come difensore dell’idea della ‘famiglia tradizionale’.
Tutto questo, tuttavia, costituisce una vera frode politica, come dimostrano i recenti fatti avvenuti a Teramo. Già nel marzo 2016 il consiglio comunale della città abruzzese, allora con maggioranza proprio di centrodestra, aveva bocciato un ordine del giorno contro la diffusione dell’ideologia del gender. Il peggio, tuttavia, doveva ancora venire: è di qualche giorno fa la notizia che sempre a Teramo la medesima assise civica, stavolta a maggioranza di centrosinistra, ha approvato con giubilo un regolamento gender friendly per istituire la consulta per le pari opportunità, in cui ci si prefigge di “sviluppare e promuovere interventi nel mondo della scuola, in collaborazione con le istituzioni preposte, per rafforzare la soggettività docente di ogni identità sessuale, per educare le nuove generazioni al riconoscimento ed alla valorizzazione della differenza di genere, eliminando gli stereotipi sessisti nella comunicazione scritta, orale e massmediale… e iniziative dirette a favorire la visibilità della cultura delle donne e del mondo LGBT sia nel campo del sapere (storia, sociologia, filosofia, psicologia, pedagogia, medicina, economia, ecc.) sia del “saper fare” (professioni tradizionali e non tradizionali: imprenditoria, cinema, teatro, giornalismo, arte, scrittura, ecc.)”.
Le opposizioni avranno fatto le barricate? Neanche per sbaglio: c’è stato qualcuno in consiglio comunale o fuori che, come rappresentante politico di una certa idea di famiglia e di società, ha polemizzato contro questo vero e proprio attacco al buon senso, prima ancora che ai valori della ‘famiglia tradizionale’? No, i consiglieri di centrodestra, così come quelli grillini, si sono pilatescamente astenuti: la loro astensione è stata peraltro esplicitamente dichiarata come dovuta a questioni formali, in quanto la consulta non sarebbe aperta alla società civile ma sarebbe solo espressione della maggioranza consiliare. Il problema quindi non è diffondere la teoria del gender, ma che non possano farlo all’interno dell’organo anche i cittadini comuni e i rappresentanti dell’associazionismo LGBT!
Teramo diventa così, grazie al centrodestra-sinistra, una città ufficialmente gender friendly. Qualcuno potrà pensare che nella città aprutina ci sia almeno un Vescovo a tuonare contro questo andazzo, ma il silenzio assordante dei palazzi diocesani echeggia fragoroso sotto ai portici della città.
Pietro Ferrari
fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/teramo-silenzio-centrodestra-comune-consulta-gender-96035/