Non è solo una questione di età: il fatto è che ormai Silvio Berlusconi è un uomo imprigionato in quella corte che gli impedisce qualsiasi contatto con il mondo esterno, se non filtrato da quella medesima corte che gli presenta una visione distorta della realtà. Quella corte che in questi giorni lo ha messo persino di fronte al fatto compito di una Stefania Prestigiacomo, da sempre punto di riferimento di Berlusconi in Sicilia, che si imbarca su un gommone per andare a fare la passerella sulla Sea Watch con altri parlamentari “sinistrati”.
Berlusconi ha un nocciolo duro di elettori che continuano a credere in lui per quello che in passato ha rappresentato, ma credono solo in lui, e si aspettano che sia lui a dettare la linea.
IL PIÙ EUROPEISTA DI TUTTI
Per questo ha un senso presentarsi alle europee, ma ha sbagliato quando ha affidato il partito ad Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. Il più europeista di tutti, quello che su euro e immigrazione la pensa esattamente come il Partito democratico, se non addirittura come Più Europa. Dopo le posizioni dogmatiche sulla Ue assunte dal partito a guida Tajani, parecchi hanno abbandonato la nave azzurra o lo stanno facendo e Berlusconi invece di riflettere lancia frecciatine contro Salvini. Il mondo è cambiato, ma per Berlusconi pare non sia cambiato nulla. Soffia il vento forte del sovranismo in tutta l’Europa e lui, proprio lui che ha fondato Forza Italia si mette a urlare Forza Europa, facendo il verso al Pd.
Che errore! Siamo certi che gli terranno nascosto questo articolo, perché in realtà sarebbe ancora in tempo a cambiare rotta, a tentare un’ultima impresa costruendo un programma per le elezioni europee originale e spiazzante, tanto più che sinora nessun partito in Italia ne ha proposto uno. E invece queste elezioni segneranno probabilmente il suo tramonto e la fine di Forza Italia.
ETEROGENESI DEI FINI
Se Salvini alle europee ottenesse un risultato intorno al 35 per cento (difficile ma non impossibile), la tentazione di andare a votare per le politiche sarebbe enorme. E alle politiche, con la Lega al 35 per cento e Fratelli d’Italia al 5-6 per cento, Salvini avrebbe la strada spianata verso Palazzo Chigi senza portarsi dietro la zavorra di Tajani. E il Rosatellum lo aiuterebbe nell’impresa.
Grazie a Tajani Berlusconi è tornato in fondo tra le braccia dei suoi carnefici, quelli che lo deposero nel 2011 con un colpo di stato finanziario. I filosofi la chiamano “eterogenesi dei fini”. Ciò che non riuscirono a realizzare Monti e Napolitano lo sta realizzando una corte stretta intorno a Tajani, il classico genero pieno di promesse che alla fine non riuscirà neppure a svendere l’argenteria.
FONTE – https://paolobecchi.wordpress.com/2019/01/29/il-tramonto-di-berlusconi/