Cari amici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ha voluto condividere con noi una sua interessante riflessione sull’uso della lingua, e di come essa venga utilizzata, nelle sue forme “moderne” in funzione anti cristiana. Buona lettura.
Neologismi ammazza cristianesimo
La Treccani, notoriamente incrollabile laicista, definisce l’espressione politicamente corretto come “un calco dalla locuzione angloamericana politically correct, con cui ci si riferiva in origine al movimento politico statunitense che rivendicava il riconoscimento delle minoranze etniche, di genere ecc. e una maggiore giustizia sociale, anche attraverso un uso più rispettoso del linguaggio.”
Sembra convincente. In realtà, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi appare chiaro che il politicamente corretto sta destabilizzando gli equilibri antropologici e sociali.
Hannah Arendt, testimone delle atrocità del secolo scorso, identifica in poche parole la principale caratteristica delle ideologie: «Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.»
Il politically correct è stato coniato, come i neologismi interruzione di gravidanza, dolce morte, omofobia e islamofobia, per aggirare la realtà e il buon senso. Le locuzioni anticristiane sono frutti avvelenati creati dagli ideologi per darle in pasto agli oppositori perché le usino come mantra che danno un aspetto di novità/attualità al disumanesimo più putrido. Un po’ come i giacobini della Rivoluzione francese che col motto Liberté, Égalité, Fraternité, in un paese di 27 milioni di abitanti qual’era allora la Francia, hanno sterminato oltre due milioni e cinquantamila francesi. Senza contare i morti causati dalle due ideologie socialiste del XX secolo, figlie di pensiero e di sangue della Rivoluzione: il Socialismo e Social-Nazionalismo.
Col politicamente corretto non si può dire negro, ma di colore, al massimo nero e nera, come se l’essere umano fosse un vestito o un’automobile. Come sappiamo, nei paesi anglofoni la definizione negro, nigger, è diventato un termine denigratorio e sanzionabile. In inglese la parola nigger ha origine nel XVIII secolo come adattazione allo spagnolo negro, che deriva dall’aggettivo latino niger, che significa, per l’appunto nero. Hanno fatto il giro dei secoli per colpevolizzare un significato che ha la stessa origine. Possiamo scommettere che, se l’aggettivo per definire il colore della pelle fosse stato nero, gli ideologi avrebbero preteso la definizione negro. Non sono sprovveduti, sanno bene che, come descrive la Harendt, le ideologie devono avvalersi di finzioni per raggiungere il loro scopo. Assolvere l’aggettivo nero e colpevolizzare negro serve a creare confusione e, in maniera sottile o meno, persecuzione.
Anche gli appellativi considerati oltraggiosi per gli omosessuali rischiano le ghigliottine legali e mediatiche. Si può dire e si autodefiniscono gay, che in inglese significa allegro, gioviale, felice, brillante, di buon umore, gioioso, esuberante, animato, vivace. Ma davvero dobbiamo credere che tutti gli omosessuali posseggono questa fenomenale sfilza di caratteristiche? Tanto più che dai documenti diffusi da psicologi e psichiatri di chiara fama, risulta che gli omo non sono più felici degli etero, né prima né oggi che le leggi li proteggono come fossero una razza in via di estinzione. Le lobbies omosessualiste si sono ben guardate nel dire chiaro e tondo che il loro programma è l’omosessualizzazione dei bambini a partire dagli asili. Prima si sono inventati la parola avvelenata omofobia per tappare la bocca al buon senso, poi, step by step, hanno iniziato a mettere in atto subdolamente i loro piani. Magistrati e politici compiacenti, legati all’ideologia, sono diventati i loro cani da guardia. Poche decine di omosessualisti, organizzati, finanziati dai poteri forti e protetti dalle leggi, stanno cambiando un paese di oltre 50milioni di persone come l’Italia. Stessa cosa nel resto dell’occidente.
Ai neologismi velenosi si aggiunge un aspetto prettamente politico altrettanto fuorviante. Quando i politici vogliono imporre una legge impopolare, quasi sempre fanno riferimento a entità extranazionali. Quante volte abbiamo sentito dire o letto: ce lo chiede Bruxelles, ha detto l’ONU, l’OMS, ecc. Queste organizzazioni, gestite da individui che ricevono salari da capogiro, sono i portavoce di chi decide cos’è il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, promuovendo e imponendo l’aborto e l’eutanasia.
Hanno messo il naso nella nostra vita privata, nel nostro cibo, nella sessualità e nei farmaci che dobbiamo assumere. Pur conoscendo personaggi come i Rockefeller, Soros, Melinda e Bill Gates, pochi sanno i nomi e i cognomi dei compagni di merenda, occidentali, musulmani e giapponesi. Ma sappiamo per certo che i cosiddetti poteri forti, alleati con le massonerie e le organizzazioni internazionali, hanno un comune denominatore: cancellare il cristianesimo dalla faccia della terra.
Perché proprio il cristianesimo e non l’islam, l’induismo o il buddismo? Nessuna di queste religioni è portatrice di quei valori espressi nei vangeli. Il cristianesimo rispetta l’essere umano dal concepimento alla morte naturale; indica il binario che preserva la dignità e la morale che evita all’uomo deragliamenti pericolosi per sé stesso e per la società; abolisce lo schiavismo e promuove la fratellanza universale (non quella stabilita sul nulla ad Abu Dhabi). A proposito del documento sulla Fratellanza umana sottoscritta da Bergoglio e dal grande imam di Al-Azhar: in Vaticano ignorano l’ideologia del terzo millennio o ne sono parte attiva?
Agostino Nobile
fonte – http://www.marcotosatti.com/2019/03/05/nobile-il-politically-correct-contro-la-realta-e-il-cristianesimo/