Marco Tosatti
Cari amici di Stilum Curiae, Super Ex (Ex di Avvenire, Ex del Movimento per la Vita e ex di varie altre cosucce, ma ancora non ex cattolico, nonostante….) ha letto su Avvenire l’articolo che il collega Mia, il “Famolo Stranista” ufficiale del quotidiano bollettino religioso del PD ha dedicato al Convegno di Verona sulle famiglie, e alla Marcia che l’ha concluso. Pensiamo che non gli sia piaciuto; almeno a giudicare da quello che ci ha scritto…
Luciano Moia è il vice Bergoglio ad Avvenire. Da quando ha sposato Amoris laetitia le sue quotazioni, prima bassine, sono volate oltre le stelle. Così è chiamato lui, oggi, a commentare la marcia per la famiglia organizzata dal Congresso mondiale.
Moia è uno di quelli che dice finalmente quello che pensa, o uno che pensa quello che i superiori gli chiedono di pensare. Non saprei quale delle due è la versione giusta. All’epoca di Dino Boffo non avrebbe mai scritto quello che scrive oggi. Non è il solo, per la verità. Senza scomodare il big dei big dei contorsionisti, quello la cui bussola gira sempre verso il Potere, il pensiero corre a Paolo Rodari, ciellino che faceva il tradizionalista, almeno in fatto di etica, sul Riformista, e poi su Il Foglio di Giuliano Ferrara quando il quotidiano era super ratzingeriano. Oggi Rodari si iscrive tra i progressisti ad oltranza, e una qualche frecciata ai sostenitori della famiglia la ha tirata volentieri. Anche per lui vale la domanda: mentiva prima, o ha cambiato radicalmente idea poi? Ma se la risposta è la seconda, che sostanza hanno questi giornalistelli?
A Dio l’ardua sentenza, a noi basta tornare a Moia.
Il quale maramaldeggia, unendosi al coro dei caproni che rumoreggiano contro…. Scrive Moia: “La “Dichiarazione finale” del Congresso mondiale delle famiglie di Verona, sottoscritta solennemente stamattina al termine dell’ultima giornata di lavori, costruisce un altro, gigantesco, libro dei sogni”.
Per carità, chiedere aiuti per le famiglie, condannare l’utero in affitto, eccetera, sono cose condivisibili, spiega, ma dipende da chi le dice.
Gandolfini, Brandi, Coghe, Ruiu… non possunt. Non hanno il bollino Cei, mentre il bollino Bergy, quello non si sa: lui, dice, non si è accorto di nulla; non ha seguito. Forse sarebbe meglio dire: lui, queste cose non le segue mai.
In verità Bergy non si è filato mai un Family Day; questa volta, solo perché esplicitamente interrogato, si è rifugiato dietro le parole di Ponzio Pilato Parolin. Un colpo al cerchio, un colpo alla botte, senza dire nulla, né perché.
Bergy è fatto così: quando non vuole dire una verità di fede, invita a leggere il catechismo; quando deve rispondere su Viganò, invita a leggere il dossier (che tutti hanno già letto); quando gli chiedono del Family Day, invita a leggere le parole del suo abilissimo diplomatico (uno che se Gesù lo avesse avuto al fianco, sarebbe finita a tarallucci e vino, con i farisei, e avrebbero fatto crocifiggere non i due ladroni, ma qualche bravo passante).
E Moia? Ce lo siamo dimenticati. Perché i suoi articoli sai già dove vanno, prima di iniziare a leggerli.
Ebbene Moia spiega che alla marcia non c’era il Forum, quello di Gigi Di Palo. Quello sì che è roba seria, ben fatta: il Forum delle famiglie è “collaudato nel tempo e rappresenta davvero quattro milioni di famiglie attraverso 564 associazioni locali, 47 nazionali e 18 forum regionali” ! Invece alla marcia c’erano “diecimila persone forse”!
Credici, Moia, credici. Per quelli di Avvenire la fede è essenziale: credono davvero, per esempio, che il loro quotidiano venda le copie che dichiara, quando sanno tutti che la maggior parte di esse sono regali, abbonamenti quasi imposti ecc… Ci credono o fingono di crederci.
No, caro Moia, alla marcia c’erano molto ma molto più di diecimila persone, e il Forum non c’era, ma c’erano tanti, privatamente, che ne fanno parte, sordi alle sirene dei Moia, dei Parolin, dei vescovini piddini… Quanto alla forza del Forum ufficiale, quello elegante, che non sbaglia né la sostanza né i modi, quello con il frac, Moia deve aver chiara una sola cosa: il Forum ormai non ha più sostanza, per cui tutti i modi sono inutili.
Per un motivo semplice: chi in nome dei modi (quali poi? ce lo scrivete un Galateo?) dimentica la sostanza, prima o poi scompare o diventa insignificante.
E concludo: si erano già fatti un film in tanti. Pensavano che cinque anni di Bergoglio uccidessero il laicato cattolico. Ma il laicato cattolico, quando i suoi generali svaniscono, si sciolgono, se ne trova altri.
Molto, ma molto migliori; capaci di mobilitare le piazze, quelle che Bergy non riempie più da tempo. Quelle che Spadaro sogna per il suo partitino filo-Juncker!
fonte – http://www.marcotosatti.com/2019/04/01/super-ex-commenta-i-reportage-di-avvenire-su-verona-e-alcune-giravolte/
Bravo Marco, non sono profondo conoscitore delle segrete cose che si tramano dietro il sipario del vaticano come te ma se lo scrivi, vuol dire che ” c’è del marcio in Danimarca”…e da tempo!
Saranno pochi quelli che tengono e terranno gli occhi aperti ma saranno quelli giusti e tosti a cui lo Spirito Santo darà il sostegno.
Marcello