Matrimonio gay, l’altra campana

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di Emilio Giuliana

Sul primo matrimonio – unione civile di una coppia gay del Rione di Cristo Re, (qui articolo) interviene Emilio Giuliana di progetto Nazionale con una nota che offre spunti per un interessante dibattito.

L’articolo pubblicato dal nostro giornale è stato commentato sui social in modo positivo, sono stati infatti centinaia i messaggi di auguri fioccati in poche ore per i novelli sposi.

Certo non è mancata qualche critica, che però, se posta nel modo giusto e civile ci può stare.

L’intervento di Emilio Giuliana porta un ulteriore spunto di confronto perché parte da fatti storici  e si addentra anche nella etimologia delle parole per cercare di dare un senso ad un’ideologia o un valore che, di chiunque sia, va sempre rispettato.

LA RIFLESSIONI DI EMILIO GIULIANA – “Il ventesimo secolo sarà ricordato come il periodo della manipolazione e l’abuso inappropriato del linguaggio. Amore, famiglia, matrimonio sono in testa alla classifica. Etimologia di amore: La parola è composta dalla A che è un alfa privativo greco, cioè un suffisso che nega la parola che segue, come morale/amorale seguito da MORS che significa morte. Significa sconfiggere la morte.

L’amore è l’unica energia in grado di farlo perché da la vita. Etimologia di famiglia è da ricondursi al termine sascrito dhatu, “fondamento” e “parola”, greco ti-the-mi, “pongo” “fondo”,  osco faama, cioè “casa”, da cui il latino familia, cioè l’insieme dei famuli (moglie, figli, servi e schiavi del pater familias il capo della gens). Pertanto, famiglia in senso stretto ed originario, significa piccola comunità dei “persone che abitano nella stessa casa”; in senso ampio, l’insieme di persone legate da vincoli di sangue, da rapporto di parentele o affinità o da vincoli religiosi e/o legati quale il matrimonio. Il termine famiglia inoltre, può essere usato come sinonimo di casato, stirpe e dinastia.

Etimologia di matrimonio continua la voce latina matrimonium, formata dal genitivo singolare di mater (ovvero matris) unito al suffisso –monium, collegato, in maniera trasparente, al sostantivo munus ‘dovere, compito’.

Dunque matrimonio, rispetto ad altri termini che vengono correntemente impiegati con significato affine, pone maggiore enfasi sulla finalità procreativa dell’unione: l’etimologia stessa fa riferimento al “compito di madre” più che a quello di moglie, ritenendo quasi che la completa realizzazione dell’unione tra un uomo e una donna avvenga con l’atto della procreazione, con il divenire madre della donna che genera, all’interno del vincolo matrimoniale, i figli legittimi.

Dunque, l’unione tra un uomo ed un altro uomo, una donna ed un’altra donna non rientrano nel novero del significato delle tre parole in esame, perché contrariamente a l’unione tra un uomo ed una donna, non creano vita, non sono l’insieme di mogli e figli; non comprende l’insieme di una madre e un  padre necessari per consumare l’atto della procreazione.

Le parole e il loro significato non si possono sacrificare sull’altare delle dei pruriti ideologici, e per tal ragione tutti coloro che non hanno maturato la loro sessualità -così come asserito da Sigmund Freud- , nel giustificare le loro unioni trovino altri vocaboli”.

 

fonte – https://www.lavocedeltrentino.it/2019/06/11/matrimonio-gay-laltra-campana-di-emilio-giuliana/

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