Nonostante i 1.500 emendamenti del centro-destra…(n.d.r.)
di Ivan Piedepalumbo
Dopo una seduta ad oltranza presso il consiglio regionale emiliano è stata approvata la legge contro l’omotransfobia, volta a contrastare le discriminazioni sessuali e di genere. Nella rossa e progressista Bologna le associazioni Lgbt applaudono per quella che considerano una ‘vittoria epocale’. Così Vincenzo Branà, Presidente Circolo Arcigay Il Cassero: “Abbiamo una legge regionale per le meravigliose creature – di ogni genere e orientamento – che abitano e attraversano l’Emilia-Romagna. Grazie a tutte le persone che ci hanno creduto e che si sono battute per ottenerla. E grazie a Roberta Mori che mi ha fatto vedere il lato più bello della politica“.
Eppure il soggetto in questione, la Mori, presidente della commissione regionale Pari Opportunità nonché relatrice della proposta di legge appena approvata risulta (sebbene non risulti indagata) tra gli sponsor politici di primissimo piano del cosìdetto “Sistema Bibbiano”, venuto alle cronache nazionali grazie all’inchiesta “Angeli e Demoni” sul sistema perverso degli affidi che vedeva sottratti i bambini, secondo l’accusa, in maniera illecita dalle proprie famiglie di origine. Ebbene fu proprio Roberta Mori a sostenere e appoggiare l’operato di uno dei principali indagati dell’inchiesta, Federica Anghinolfi, dirigente dei servizi sociali della Val D’Enza, invitandola anche in Commissione regionale e a prendere il Sistema degli affidi della Val d’Enza a modello per la Regione così come denunciato del capogruppo di Forza Italia Andrea Galli che aggiunge:” Nel 2016 (Mori Ndr) ribadì anche il concetto affermando proprio in un convegno a Bibbiano (dal titolo Quando la notte abita il giorno: l’ascolto del minore vittima di abuso sessuale e maltrattamento. Sospetto, rivelazione, assistenza, giustizia.) che quella esperienza era esemplare per tutta la Regione e si spinse ripetutamente a ringraziare pubblicamente la Anghinolfi per la sua dedizione. Ancora fu proprio la Mori a proporre di creare sul territorio un Centro specialistico sul trattamento dei minori vittime di violenza insieme all’Ausl di Reggio Emilia”. Nel 2015 addirittura audì in commissione regionale la stessa Anghinolfi ed il sindaco di Bibbiano Carletti (attualmente indagato anche lui per abuso d’ufficio) affermando lei stessa di voler essere “partner e sponda rispetto ad un’esperienza che noi riteniamo esemplare per tutta l’Emilia Romagna“.
In quello stesso convegno del maggio 2016 erano presenti anche altri illustri indagati, tra cui Nadia Bolognini, assistente sociale e due dei tre psicoterapeuti indagati della onlus di Moncalieri “Hansel e Gretel”, nel torinese, Francesco Monopoli e Claudio Foti (quest’ultimo il guru occulto che esercitava la professione senza avere nemmeno la laurea in psicologia secondo le ultime rivelazioni dell’inchiesta). Foti e gli altri operatori sociali secondo l’accusa manipolavano i bambini per far dire loro che avevano subito violenze sessuali, falsificavano le relazioni scrivendo parole che i piccoli non avevano mai pronunciato. L’obiettivo sarebbe stato quello di ottenerne un evidente vantaggio economico, riscuotendo per ogni seduta fino a 135 euro (quasi il doppio della media) grazie alla complicità anche di Fausto Nicolini (presente al suddetto convegno del 2016 con la stessa presidente Mori), direttore generale dell’Ausl di Reggio Emilia che insieme agli altri indagati Federica Anghinolfi, il sindaco Andrea Carletti, Nadia Campani e Nadia Bolognini ( tutti accusati di ‘concorso in abuso d’ufficio) riuscivano a perpetrare il sistema Bibbiano, operazione poi prontamente bloccata dalla Procura di Reggio Emilia. Le uniche vittime indiscusse rimangono i minori e le famiglie private dei loro figli da un giorno all’altro in maniera coattiva e senza un reale fondamento (è degli ultimi giorni la notizia che 4 bambini in seguito agli approfondimenti della procura sono stati restituiti alle famiglie naturali). Nel settembre del 2016, sempre la dem Mori prende parte insieme a due sindaci del pd (ora indagati), all’inaugurazione del centro “La Cura”, il centro nel quale si svolgevano gli incontri tra le piccole vittime e gli psicologi della Hansel & Gretel. Tra i presenti all’inaugurazione anche Federica Anghinolfi. E sul proprio sito web la Mori metteva in evidenza l’evento, descrivendo “La Cura” come uno “spazio integrato a servizio di bambini e bambine vittime di abusi”.
Ma la storia non finisce qui perché si scopre addirittura che in molti casi i soggetti affidatari dei bambini fossero amici degli stessi operatori come nel caso della coppia omosessuale Daniela Bedogni e Fadia Bassmaji le quali compivano un vero e proprio lavaggio del cervello alla piccola bimba affidata loro dai servizi della Val D’Enza grazie all’operato ancora una volta di Federica Anghinolfi che risulterebbe persino la ex di Fadia. Secondo le intercettazioni in una circostanza la bambina è stata buttata fuori dalla macchina con la pioggia battente perché si rifiutava di confermare le violenze (mai avvenute) subite dalla famiglia naturale : “Porca puttana scendi! Scendi! Non ti voglio più! Io non ti voglio più, scendi!” Sarebbe stata la risposta stizzita di Daniela Bedogni di fronte al rifiuto della piccola. Ma c’è di più, alla bambina era vietato tassativamente di lasciare i capelli sciolti, considerato un atteggiamento di vanità che secondo le psicologhe, d’accordo con le affidatarie, la piccola non poteva assolutamente manifestare tanto che le era proibito persino avvicinarsi ai maschi. Questo perché durante le sedute veniva descritta una situazione pregressa per la piccola fatta di abusi e violenze inventate di sana pianta. E alle insistenze della bimba desiderosa di rivedere i suoi genitori ( “Mi piacerebbe rivederli. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà”) le invettive isteriche della donna affidataria, sintomo della sua doppia personalità. Regista di questo sistema ben collaudato, come dicevamo, risulta essere la stessa Federica Anghinolfi, omosessuale e paladina delle famiglie arcobaleno. Il cerchio poi si richiude con la presidente regionale della commissione pari opportunità Roberta Mori amica della Anghinolfi oltre che della Bassmaji e legata da vincoli amicali e politici al mondo lgbt essendo la prima relatrice della proposta di legge regionale contro l’omotransnegatività. È lei, inoltre, una delle prime candidate, alle scorse elezioni europee, pro-LGBT, suggerita perfino dal sito Votoarcobaleno dell’Arcigay come candidato gayfriendly. Resta molto da chiarire dunque in questa triste vicenda non solo dal punto di vista giudiziario ma anche sotto il profilo politico. Specie se parliamo di diritti, non possiamo celebrarne alcuni e chiudere gli occhi, invece, di fronte alla violazione di altri diritti negati, a maggior ragione se parliamo di bambini innocenti!