Golan, territorio siriano

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Segnalazione del Centro Studi Federici
 
La Turchia sta per invadere e occupare una parte del territorio nazionale siriano: Israele l’ha già fatto da anni. Segnaliamo a tale proposito alcuni brani dell’intervento tenuto da Walid al-Mouallem, vice primo ministro e ministro siriano per gli Affari esteri e gli Espatriati, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 28/09/2019.

Signor Presidente,
invece di tentativi di pace e stabilità nella nostra regione, abbiamo assistito a un nuovo episodio di escalation israeliana che spinge verso tensioni senza precedenti.
Israele non si è accontentato di occupare territori arabi tra cui il Golan siriano, di violare il diritto internazionale quotidianamente e il diritto umanitario contro i nostri civili nei territori occupati, di sostenere il terrorismo: È arrivato al punto di compiere ripetuti attacchi alla Siria e ai paesi vicini sotto falsi pretesti, in flagrante violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Tante violazioni che non avrebbero potuto continuare e quindi peggiorare senza il cieco sostegno di alcuni Stati, che hanno la piena responsabilità delle conseguenze delle azioni di Israele.
Per quanto riguarda la decisione degli Stati Uniti di riconoscere la sovranità di Israele sul Golan siriano occupato, dopo aver riconosciuto Gerusalemme occupata come capitale di Israele e aver trasferito lì la loro ambasciata, nonché i loro instancabili sforzi per liquidare la questione palestinese, queste non sono altro che espressioni orribili di questo supporto, delle decisioni nulle, che testimoniano, nella massima misura, il loro disprezzo per la legittimità internazionale.
Qualcuno dovrebbe ormai capire che l’era dell’annessione dei territori altrui con la forza è finita. Inoltre, uno che pensasse che la crisi in Siria possa allontanarci di una iota dal rivendicare il nostro diritto inalienabile alla piena restituzione del Golan fino ai confini del 4 giugno 1967, con tutti i mezzi garantiti dal diritto internazionale, è un illuso. Le decisioni dell’amministrazione americana in merito alla sovranità sul Golan non possono cambiare le verità della storia, della geografia e del diritto internazionale, secondo le quali il Golan era e rimane terra siriana.
Israele deve quindi essere costretto ad attuare le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, compresa la risoluzione 497 relativa al Golan siriano occupato, a porre fine ai suoi ripetuti attacchi ai paesi della regione, a fermare gli insediamenti, a consentire al popolo palestinese di stabilire un proprio stato indipendente entro i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme come capitale e il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre.

Una Risposta

  • Soltanto una poderosa legnata ,improvvisa, potrà far ravvedere l’ostinato popolo di “dura cervice”. Si spera che tal legnata arrivi presto o che un bel cambio di politica governativa sblocchi questa possibilità che la Storia si riserva…
    “Caduta è Babilonia la grande, quella con cui hanno fornicato tutti i popoli della Terra….” Quando avverrà ?

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