Mai dimenticare chi sono i comunisti. Non solo quelli del passato, ma anche quelli del 2019.
Tutti abbiamo sotto gli occhi quanto sta accadendo ad Hong Kong dove la Cina Comunista se ne infischia dell’autonomia locale e, come è facilmente prevedibile, grazie anche all’assordante silenzio nord americano ed europeo, le repressioni del regime comunista si estenderanno sempre più, nonostante le coraggiose manifestazioni che vedono come capofila i cristiani locali.
L’ultimo caso di censura riguarda… il basket NBA.
China Central Television ha deciso di sospendere le trasmissioni delle partite di basket del torneo più spettacolare del mondo dopo che su Twitter il general manager degli Houston Rockets, Daryl Morey, ha sostenuto le proteste anti-governative in corso a Hong Kong, testo condiviso dal presidente dell’Nba, Adam Silver, poi ritrattato.
“Riteniamo che qualsiasi discorso metta in discussione la sovranità nazionale e la stabilità sociale non rientri nell’ambito della libertà di parola”, hanno scritto dalla Cctv, mascherando la censura comunista sotto le mentite spoglie del “sovranismo”.
Ben più grave della sospensione dell’Nba in Cina è quanto sta accadendo in un altro sistema comunista, e totalitario, che sta lentamente uccidendo il suo stesso popolo: il Venezuela di Nicolas Maduro.
Nel paese sudamericano sempre più persone, molte delle quali d’origine italiana,
soffrono di mancanza di cibo, di medicine e della repressione attuata dalle milizie militari e paramilitari del regime di Maduro.
Secondo il vescovo di La diode, mons. Jaime Villarroel, “oggi il Venezuela è un campo di concentramento”, il governo “ha distrutto l’intero apparato produttivo, l’agricoltura, ha sequestrato milioni di ettari di terra che sono stati abbandonati”.
Un dato è particolarmente significativo. Prima dell’instaurazione del regime comunista (circa 20 anni fa) il Venezuela produceva l’80 percento di ciò che consumava. Oggi il Venezuela non produce nemmeno il 20 percento di ciò che consuma.
Come se non bastasse, in Venezuela le gang criminali prosperano all’ombra del regime, grazie al traffico intensivo di droghe e armi, alla tratta di esseri umani ed anche alla vendita di organi.
Già tre milioni di venezuelani sono scappati via dal paese e molti dei rimasti sopravvivono in condizioni veramente precarie, con diverse ragazze costrette alla prostituzione e diversi ragazzi obbligati a dei lavori forzati veri e propri.
Il tasso di malnutrizione nei bambini tra 0 e 5 anni è superiore al 20 percento e nel paese molti mangiano ogni giorno solo frutta, la stessa tipologia di frutta giorno dopo giorno. I più abbienti hanno la possibilità di aggiungere riso o pasta.
Alla carenza di cibo si unisce quella di materiale medico.
Gli ospedali sono praticamente sforniti di tutto.
I medici, quando possibile, si portano da casa ciò di cui hanno bisogno per operare.
L’anno scorso sono morti più di 18 mila bambini appena nati. Più del 25 percento delle madri muore durante il parto, perché non c’è assistenza medica.
Il governo rifiuta l’ingresso di aiuti umanitari in Venezuela e, su un altro fronte, detiene illegalmente centinaia di prigionieri politici, violando impunemente i loro diritti umani.
Mesi fa è stata chiesta la possibilità dello svolgimento di elezioni democratiche, supervisionate da osservatori internazionali. Inutile dire cosa ha risposto il governo… Maduro sta facendo di tutto per guadagnare tempo e continuare a rimanere al potere. E tutto questo con l’inquietante, se non complice, silenzio di molti governi del resto del mondo, compreso l’impopolare esecutivo delle “quattro sinistre” al potere in Italia senza l’esplicito consenso popolare.
Mai dimenticare chi sono i comunisti
L’EDITORIALE DEL VENERDÌ
di Matteo Orlando