Ricorda gli insegnamenti cattolici sul suicidio: donna fa causa al prete

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di Matteo Orlando per AGERECONTRA.IT

 

La madre di un ragazzo adolescente, che si è suicidato, ha intentato una causa contro un prete dell’arcidiocesi di Detroit perché si è sentita “offesa” da quanto detto dal sacerdote durante il funerale del figlio, prete che condivideva semplicemente l’insegnamento cattolico sul suicidio.

Così Don LaCuesta del Monte, responsabile della Parrocchia del Carmelo di Temperance (Michigan), adesso si trova a fronteggiare Linda Hullibarger che sostiene di avere subito “danni e dolore irreparabili” ascoltando la sua omelia durante la messa funebre per il figlio.

Secondo il comunicato stampa dell’avvocato della Hullibarger, il prete avrebbe violato la “privacy della famiglia” mentre “trasformava l’omelia nel suo messaggio personale sul suicidio”. Lo studio legale Charles Boyk ha intentato causa nella contea di Wayne, nel Michigan, e nomina come co-imputati con padre Lacuesta anche l’arcidiocesi di Detroit e la Parrocchia di Nostra Signora del Monte Carmelo di cui il sacerdote è responsabile.

Linda e Jeff Hullibarger per il funerale del figlio Maison (morto suicida a 18 anni), avevano incontrato padre LaCuesta e progettato un funerale che “trasmettesse un messaggio positivo, incoraggiante e amorevole che celebrasse la vita del loro figlio”.

Quando padre LaCuesta ha pronunciato l’omelia ha sia offerto conforto al lutto ma anche gli insegnamenti della Chiesa sulla gravità del suicidio. Ma questo non è stato accettato dagli Hullibarger che hanno addirittura chiesto all’arcidiocesi di rimuovere padre LaCuesta dalla sua parrocchia prima di chiamarlo in giudizio (chiedendo un risarcimento superiore a 25 mila dollari, oltre alle spese legali, agli interessi e altri oneri che la Corte ritiene equi e giusti).

Non ha fatto mancare la sua riflessione il sacerdote pro-Lgbt padre James Martin, il noto gesuita omosessualista che al New York Times ha detto che l’omelia in questione era un “disastro pastorale”.

Padre LaCuesta ha ricevuto, invece, notevole supporto da altri sacerdoti, in particolare da padre John Zuhlsdorf, meglio conosciuto come “P. Z.”. Nel criticare coloro che presumono che tutti vadano in paradiso, “tranne forse Hitler”, e si aspettano che i funerali siano celebrazioni della vita, p. Zuhlsdorf ha scritto: “No. I funerali sono fatti per pregare per la misericordia di Dio sull’anima del defunto, non importa come si muore”.

L’avvocato Donald R. McClarey ha scritto sul The American Catholic che Padre LaCuesta “è stato gettato sotto l’autobus, un destino tipico di qualsiasi prete che agisce come un prete anziché come un assistente sociale”.

Secondo la Chiesa Cattolica tutte le persone sono responsabili della propria vita, in quanto amministratori, e non proprietari, della vita che Dio ci ha affidato. Il peccato del suicidio rompe la solidarietà con la famiglia, la nazione e la società, per questo motivo il suicidio entra in opposizione “all’amore per il Dio vivente”.

Ma cosa avrà detto di così grave il sacerdote finito nella tempesta mediatica, e ora giudiziaria?

“Non dobbiamo chiamare ciò che è male bene o ciò che è sbagliato giusto. Perché siamo cristiani, dobbiamo dire che ciò che sappiamo, che è la verità: togliersi la vita è contro Dio che ci ha creati e contro chiunque ci ami. Le nostre vite non sono le nostre, non possiamo farne quello che ci pare, a nostro piacimento. Dio ci ha dato la vita e noi dobbiamo essere buoni amministratori di quel dono finché Dio lo permetterà”.

Per queste sue parole adesso padre LaCuesta sarà processato.

Una Risposta

  • Beh bisognerebbe conoscere tutta l’omelia. Certo che accettare di fare un funerale a suicida, poi dire la verità che il suicidio è atto amorale, è quantomeno imprudente !

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