“Dobbiamo iniziare con una semplice domanda: chi ha creato questo problema? Perché ci sono rifugiati in Europa? È una domanda semplice: a causa del terrorismo sostenuto dall’Europa – e ovviamente dagli Stati Uniti, dalla Turchia e da altri – ma l’Europa è stata il principale attore nella creazione del caos in Siria. Quindi, quello che viene fatto torna indietro”. Il presidente siriano, Bashar al Assad, risponde così a una domanda di Monica Maggioni sulla questione migratoria che investe l’Europa e che è riconducibile alla crisi siriana. L’intervista è stata trasmessa sui canali social della presidenza siriana e in serata è stata disponibile su RaiPlay“.
Il presidente siriano dice che “la situazione non era quella che la narrativa occidentale ha tentato di costruire, raccontando al mondo che i siriani si combattevano tra loro ed era in corso una guerra civile, è una rappresentazione fuorviante. La situazione reale è che in questi anni c’erano gruppi di terroristi che avevano preso il controllo totale di quelle aree e avevano imposto la loro legge. Quando i terroristi sono stati tolti di mezzo, la gente ha ripreso la sua vita normale. Non c’era dunque una guerra di religione, né etnica né politica. Si trattava piuttosto di terroristi supportati da potenze straniere”.
VATICANO – “La lettera del Papa riguardava la sua preoccupazione per i civili in Siria e ho avuto l’impressione che forse il quadro in Vaticano non fosse completo” risponde Assad a una domanda sulla lettera inviata da Papa Francesco a giugno. “Questo è prevedibile, dal momento che la narrativa principale in Occidente fa riferimento a questo ‘cattivo governo’ che uccide la ‘brava gente’, come si vede e si sente sugli stessi media: ogni proiettile dell’esercito siriano e ogni bomba uccidono solo i civili e” colpiscono “solo ospedali. Non uccidono i terroristi mentre prendono di mira quei civili. Tutto questo non è corretto”.
“Ho risposto con una lettera che spiegava al Papa quale fosse la realtà in Siria. Siamo quelli che più di tutti e prima di tutti si preoccupano per la vita dei civili, perché non puoi liberare un’area se la gente è contro di te. Non puoi parlare di liberazione mentre i civili sono contro di te. La parte cruciale nell’operazione militare di liberazione di qualsiasi area è avere il sostegno del pubblico in quell’area o nella regione in generale. Ciò è stato chiaro negli ultimi nove anni e ciò (la violenza contro i civili, ndr) è contrario ai nostri interessi”.
“RUSSIA NON SOSTIENE L’INVASIONE TURCA” – “Per comprendere il ruolo della Russia, dobbiamo comprendere i principi della Russia” dice il presidente Assad, rispondendo a una domanda sul ruolo di Mosca dopo l’ingresso della Turchia in Siria. “Per la Russia il diritto internazionale e l’ordine internazionale basato su quel diritto rientra nell’interesse di ciascuno nel mondo. Per cui per loro, sostenendo la Siria stanno sostenendo il diritto internazionale. Questo è un punto. Poi, essere contro i terroristi rientra nell’interesse del popolo russo e del resto del mondo”. “Quindi, stare con la Turchia e fare questo compromesso non significa sostenere l’invasione turca. Non stanno sostenendo i turchi, non dicono “questa è una buona realtà, la accettiamo e la Siria deve accettarla”. No, non lo fanno. Ma a causa del ruolo negativo degli americani e del ruolo negativo degli occidentali riguardo la Turchia e i curdi i russi sono entrati, per bilanciare quel ruolo per rendere la situazione …non voglio dire migliore ma meno peggiore. Quindi adesso questo è il loro ruolo. In futuro, la loro posizione sarà molto chiara: l’integrità e la sovranità siriana sono in contraddizione con l’invasione questo è ovvio e chiaro”. Per Assad “neanche i russi hanno fatto un compromesso relativo alla sovranità. No, fanno i conti con la realtà. Ora c’è una brutta realtà…bisogna coinvolgersi per fare qualche…non voglio dire compromesso perché non si tratta di una soluzione definitiva. Potrebbe essere un compromesso relativo ad una situazione a breve termine ma nel medio o lungo termine la Turchia deve andarsene. Non si discute su questo”.
ARMI CHIMICHE – “Abbiamo sempre detto che non abbiamo usato” armi chimiche. “Non possiamo usarle, è impossibile che vengano usate nella nostra situazione per motivi, diciamo logistici”. “Una ragione, molto semplice -aggiunge Assad-: quando stai avanzando, perché dovresti usare armi chimiche? Stiamo avanzando, che bisogno abbiamo? Siamo in ottima posizione, perché usarle, specialmente nel 2018. Questo è un motivo”.
IRAN – “Quando c’è caos, è negativo per tutti. Ci sono effetti collaterali e ripercussioni, soprattutto se ci sono interferenze esterne” dice il presidente siriano, Bashar al Assad, rispondendo a una domanda sulla situazione in Medio Oriente e in particolare sul quadro attuale dell’Iran. “Se” il fenomeno “è spontaneo, se si parla di dimostrazioni e di persone che chiedono riforme o una migliore situazione economica o altri diritti, è positivo. Ma quando si tratta di atti di vandalismo, distruzione, omicidi e interferenze da parte di poteri esterni, allora no: è totalmente negativo, è esclusivamente negativo ed è un pericolo per tutti in questa regione”.
LIBANO – Il presidente al Assad si dice preoccupato per il Libano, ma se le manifestazioni sono volte ad ottenere riforme, sarà una buona cosa per il Paese. “Naturalmente, il Libano può influire sulla Siria più di ogni altro paese perché si tratta del nostro diretto vicino. Ma ancora una volta se si tratta di una cosa spontanea, e si tratta di fare riforme e di liberarsi di un sistema politico settario, sarà una cosa buona per il Libano. Dipende dalla consapevolezza del popolo libanese in modo da non consentire a nessuno dall’esterno di cercare di manipolare il movimento spontaneo o le dimostrazioni in Libano”.
ERDOGAN – “Non sarei orgoglioso se un giorno dovessi farlo – dice rispondendo a una domanda di Monica Maggioni sull’ipotesi di dialogare con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – . Sarei disgustato se dovessi aver a che fare con islamisti opportunisti. Non musulmani, islamisti: è un’altra parola, è un termine politico”. “Io dico sempre: il mio lavoro non prevede che io sia felice per quello che faccio o che non sia felice. Non si tratta dei miei sentimenti, si tratta degli interessi della Siria. Andrò ovunque mi portino i nostri interessi”, conclude.