Andrea Carletti, il primo cittadino, si dice “crocifisso”. Ma a chiedere le scuse posso essere soltanto le famiglie devastate dallo scandalo affidi
Di Mario Giordano
Perseguitato? Vittima? Addirittura «crocifisso», come si è autodefinito, paragonandosi nientemeno che a Gesù sul Golgota? Non scherziamo: intanto il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, resta indagato. E poi resta indagato nell’ambito di una inchiesta che ha sollevato il velo su un orrore spaventoso, quello del business sui minori strappati alle loro famiglie. Dunque dovrebbe pensarci due volte prima di proclamarsi vittima. Come dovrebbero pensarci il segretario del suo partito, Nicola Zingaretti del Pd, e tutti gli altri politici che si sono affrettati a guadagnare un titolo di giornale, vestendo i comodissimi panni dei martiri mediatici. Perché, in questa vicenda, le vittime ci sono davvero. Ma non sono quelli che stanno sulle cadreghe che contano e strepitano sui giornali. Non sono né il sindaco né il segretario del Pd. Non sono i partiti politici e i loro rappresentanti. Le uniche vittime di questa vicenda, purtroppo, sono i bambini.
Il sindaco di Bibbiano per ora ha solo avuto la revoca dell’obbligo di dimora. Non l’assoluzione. Per l’amor dei cielo: ce l’avrà. Glielo auguriamo. Gli auguriamo di dimostrare l’innocenza in tribunale, oltre che sui giornali. Ma nel frattempo abbia la decenza di evitare la parola «crocifissione». Perché di crocifissioni, in questa orrenda storia, ce ne sono state fin troppe: sono stati crocifissi quei bimbi strappati alle loro mamme, tenuti lontani per anni, quei bambini a cui si diceva «facciamo il funerale al tuo papà»; sono stati crocifissi quei bambini che chiedevano «perché papà non viene a trovarmi?» e si sentivano rispondere «perché non ti vuole più»; sono stati crocifissi quei bambini che non ricevevano i giocattoli dai loro genitori perché gli assistenti sociali li buttavano nell’immondizia, insieme con le loro lettere. E sono stati crocifissi quei bambini i cui disegni venivano modificati per dimostrare che erano stati molestati anche se non era vero. Solo per tenerli lontani dai genitori. Per sfasciare le famiglie. E per fare più soldi. Ecco chi sono le vittime di Bibbiano. Ecco chi è stato davvero crocifisso.
Il sindaco dimostrerà la sua innocenza, Zingaretti si guadagnerà un po’ di agenzie di stampa facendo la vittima e gridando alla «vergogna». Qualche altro politico ripeterà che bisogna «chiedere scusa». Ma vi rendete conto dell’assurdità? Ancora una volta la politica ha perso il contatto con la realtà: gli unici cui bisogna chiedere scusa, infatti, sono quei piccoli torturati e plagiati in nome dell’ideologia e del dio denaro. Nessun adulto può tirarsi fuori dalle responsabilità di questo orrore. Nessuno adulto, se ha un minimo di umanità, può fare a meno di sentirsi toccato nel profondo. Nessun adulto può fare a meno di sentirsi in qualche modo responsabile di non aver capito, di non aver intuito, di non aver protetto questi bambini. Di non aver scoperchiato prima il pentolone dell’orrore. Figurarsi se può farlo chi è stato sindaco in quelle zone. Figurarsi se può farlo il segretario di un partito che da quelle parti da sempre fa il bello e il cattivo tempo.
Bibbiano non è stato un raffreddore, come hanno scritto i tecnici mandati dalla Regione per seppellire tutto. Bibbiano è un’inchiesta che ancor prima di individuare reati e eventuali colpevoli (questo lo stabilirà il processo), ha sollevato il velo su uno scandalo che non è solo a Bibbiano, ma che è nazionale. Ed è lo scandalo dei bambini calpestati da un sistema che mira soltanto a fare soldi. E che nessuno controlla. Tanto è vero che ancora oggi non si sa quanti sono i bambini allontanati dai tribunali in Italia, nessuno conosce quanto rendano, dove finiscono quei soldi, nessuno indaga sulle complicità e sui conflitti di interesse tra giudici minorili che decidono gli affidi e le cooperative che su quegli affidi prosperano. Nessuno è riuscito a fermare il business osceno che si è scatenato sulla pelle dei più piccoli. Altro che raffreddore: è una pestilenza.
Una pestilenza che fa guadagnare molte persone, si capisce. Ma che non ha pietà dei bambini. E che perciò andrebbe fermato. A qualsiasi costo. In qualsiasi modo. Anche a costo di indagare un sindaco, se è necessario. Perché per quante violenza ci possa essere nell’indagare un sindaco che poi (forse) si dimostrerà innocente, non è paragonabile alla violenza che c’è nello strappare un bimbo al suo papà dicendogli che «papà è morto» o «papà non ti vuole», mentre il papà lo sta aspettando fuori dalla porta. E il fatto che i politici non lo capiscano, autoproclamandosi vittime e crocifissi, è l’ennesima dimostrazione, caso mai ce ne fosse ancora bisogno che i politici pensano a difendere sempre e soltanto sé stessi, anziché chi ne ha davvero bisogno, come i bambini. Poi si chiedono perché la gente non crede più in loro…
Da https://www.panorama.it/news/politica/vittime-bibbiano-bambini-sindaco/