
Bongiorno: “Scelta condivisa, ci sono i documenti”
L’ex ministro della Pubblica amministrazione, nonché difensore di Salvini nel caso, spiega infatti a La Verità che “la decisione è stata presa nell’interesse pubblico ed era stata condivisa“. Non importa che poi non sia approdata anche in Consiglio dei ministri, come sottolineano di continuo Conte e Di Maio, perché “non serve un atto formale”. “Ciò che conta – chiarisce la senatrice leghista – è la condivisione effettiva di quella scelta e la compartecipazione attiva per trovare una soluzione al problema della redistribuzione dei migranti”. “Ci sono documenti – aggiunge Bongiorno – che ricostruiscono quei giorni e le varie comunicazioni che intercorsero”.
“Il caso Gregoretti è gemello della vicenda Diciotti”
L’avvocato Bongiorno non anticipa di cosa si tratti, per rispetto – sottolinea – al lavoro della giunta alla quale per prima saranno presentati. Una cosa però la dice: quelle carte “attestano” che il caso Gregoretti è “gemello” del caso Diciotti. “E Conte, da giurista, sa bene che in entrambi i casi si perseguiva l’interesse pubblico”.
Di Maio, dunque, “sbaglia” quando dice che le vicende sono diverse. “È evidente – commenta Bongiorno – che si cercano appigli per giustificare il repentino cambiamento di posizione. Dunque, la questione è tutta politica e Bongiorno si dice fiduciosa che “tra le chiacchiere e i documenti prevarranno i documenti”.
Di Maio, dunque, “sbaglia” quando dice che le vicende sono diverse. “È evidente – commenta Bongiorno – che si cercano appigli per giustificare il repentino cambiamento di posizione. Dunque, la questione è tutta politica e Bongiorno si dice fiduciosa che “tra le chiacchiere e i documenti prevarranno i documenti”.
Salvini vince comunque
“Se le decisioni in Senato verranno prese sulla base degli atti e della logica – spiega ancora – sarà riconosciuto il preminente interesse pubblico. Se invece saranno decisioni a prescindere dal merito e solo di natura politica, miranti ad abbattere Salvini per via giudiziaria, allora non saprei. Ma – conclude Bongiorno – non credo che gli elettori premierebbero questa strategia“. Una realtà che Salvini sembra aver compreso molto bene, a differenza dei suoi ex alleati.