“Foibofobia”: il male oscuro della sinistra italiana

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Breve e tristissima carrellata tra gli orrori e le infamie di chi vuol negare il Ricordo di un dramma italiano

Il Giorno del Ricordo è un nervo scoperto, una memoria che non riesce a essere condivisa, perché è sfuggito alle maglie della censura storica dei vincitori. Costituisce quindi una “pietra d’inciampo” sul percorso della vulgata resistenziale e, di conseguenza, scatena quelle stesse reazioni isteriche di cui fu vittima anche Giampaolo Pansa.
Così, dal più piccolo dei paesi fino al cuore dei Palazzi romani, si moltiplicano le minacce, gli insulti infami e i vandalismi. In una parola odio diffuso a piene mani, nonostante uno degli argomenti centrali nel dibattito di questi mesi sia proprio la lotta allo hate speech.

In altri articoli ricordiamo le origini delle teorie “giustificazioniste” e “negazioniste” che non sarebbero mai consentite per il Giorno della Memoria del 27 gennaio ma sono, invece, ampiamente tollerate e persino incentivate da alcuni Enti territoriali per ciò che concerne il dramma delle Foibe.

L’eterogenesi dei fini è perciò servita su un piatto d’argento: l’avvicinarsi di un momento di riflessione sul dolore e il sangue versato nelle terre del confine orientale, contro italiani inermi e non già contro milizie belligeranti, finisce così solo per esacerbare gli animi, alimentare polemiche e riaprire ferite.

Fin dentro ai Palazzi, si diceva, anzi a Palazzo Madama. La sede del Senato, che ha ospitato forse uno dei momenti più vergognosi di questi giorni di commemorazione. Ovvero un seminario organizzato dall’Anpi del Friuli-Venezia Giulia. Per chi non sapesse l’Anpi è l’associazione dei partigiani, quindi parte in causa diretta dei massacri, delle torture e delle violenze commesse ai danni degli italiani d’Istria e Dalmazia.
L’impostazione è stata appunto, giustificazionista e il titolo lo spiega “Il fascismo di confine e il dramma delle foibe”, come dire che anche le Foibe sono colpa del fascismo. Contro il convengo, che si è tenuto nella Sala degli Atti Parlamentari sono insorti – inascoltati – molti esponenti della minoranza e anche lo scrittore Marcello Veneziani che ha sottolineato come ormai «La dittatura sulla Memoria sta diventando insopportabile».

In questo clima ogni Comune d’Italia rischia di diventare oggi una trincea, anzi, una foiba dove finiscono per essere gettati i sentimenti di riconciliazione, umana pietà, riconoscimento del valore della vita, insieme a quello dell’italianità. Noi vi presentiamo una breve carrellata di alcuni degli orrori e delle infamie commesse in questi giorni e che hanno avuto ben poca eco sui media (sempre asserviti alla “vulgata” di cui sopra)

Norma Cossetto: “presunta” vittima
La bestialità è emersa a seguito di una interrogazione del senatore forzista Maurizio Gasparri che ha chiesto al ministro degli Interni di intervenire per sciogliere la delegazione leccese di Anpi secondo la quale Norma Cossetto (medaglia d’oro, sevizia e infoibata dai partigiani) era una “presunta vittima” delle foibe.

Trieste: anche d’Annunzio nel mirino
Un sedicente “Presidio antifascista” è stato indetto per oggi in piazza della Borsa contro la “falsificazione delle vicende del confine orientale”. Aderiscono partiti e centri sociali e si temono atti simbolici contro la statua di Gabriele d’Annunzio, definito “campione di antislavismo”.

Treviso: solo i partigiani “ricordano”?
Polemiche ha destato la decisione del Comune di Treviso di affidare all’Anpi e all’Istituto per la resistenza due conferenze legate al Giorno del Ricordo. Anche perché l’Anpi, appena un anno fa, a sua volta sollevò vibrate proteste per un corteo in memoria dei martiri delle Foibe. A Maserada, nella marca trevigiana, il Pd ha, invece, protestato contro la decisione del sindaco di erigere un monumento alle vittime delle Foibe. Per il consigliere del Pd Anna Sozza la scelta equivale a «strumentalizzare la storia».

L’autorevolezza di “Eric il Rosso”
In Piemonte è tutto un fiorire di iniziative di Eric Gobetti, uno che si fa chiamare Eric il Rosso. In rete circolano sue foto a pugno chiuso accanto alla statua del maresciallo Tito. Ebbene, questo personaggio è stato invitato dalla giunta di centrosinistra della Circoscrizione 3 di Torino. Non contento, è andato anche a presentare un suo libro: “La Resistenza dimenticata. Partigiani italiani in Montenegro (1942-1945)” a Verbania. Cosa c’entra con il dramma dei nostri connazionali?

Negazionismo a Ravenna
A Ravenna e in provincia, invece, alcune commemorazioni pubbliche sono state affidate dalla sinistra a Sandra Kersevan, animatrice della casa editrice KappaVu di Udine, nota negazionista, arrivata al punto di contestare sia le ricostruzioni sull’eccidio di Porzus sia la funzione della foiba di Basovizza.

Firenze: censurato Alfio Krancic
Nel capoluogo renziano i consigli di quartiere hanno negato l’autorizzazione ad ospitare una mostra di vignette di Alfio Krancic, il notissimo vignettista originario delle terre dell’esodo. A Firenze, rileva il forzista Cellai: «il ricordo di questa strage di italiani resta un evento di serie B».

Roma: il veto dei 5 stelle
Il M5S in Consiglio comunale si è rifiutato di discutere la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Norma Cossetto. Una vergogna senza precedenti che insulta la memoria di una giovane martire e di una delle più grandi tragedie della storia d’Italia.

Ciampino: la paura dell’uomo nero 
Quando la sinistra non può imporre i “suoi” conferenzieri, si mobilita per non far parlare gli altri. Così è in corso una mobilitazione per impedire la conferenza indetta per domani con relatore lo storico Pietro Cappellari, definito dal Pd (e da Repubblica) «noto per le sue idee e posizioni nostalgiche».

Lapidi imbrattate o divelte
Infine, il capitolo degli scempi più vigliacchi. A Casale Monferrato (AL) la lapide posta a ricordo della tragedia delle foibe è stata vandalizzata. Ignoti hanno dipinto sul cippo una falce e martello. Stessa cosa era successa, a maggio, nella città di Marghera (VE); mentre a Modena il monumento alle Foibe era stato imbrattato nel corso della manifestazione del 25 aprile scorso.

Questo è il “primato di civiltà” della parte politica che ancora ci governa e chissà cosa potrebbero inventarsi oggi, in tante città, i “nipotini di Tito” con la copertura, il consenso, i finanziamenti e il plauso dei nostalgici della guerra civile.

Da https://orwell.live/2020/02/10/foibofobia-il-male-oscuro-della-sinistra-italiana/

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