Segnalazione di Giacomo Bergamaschi
QUINTA COLONNA
di Francy Rossini (Mosca)
Ivashov Leonid Grigorievich (nato nel 1943) – personaggio militare, pubblico e politico russo. Colonnello generale. Nel 1996 – 2001 Capo della direzione principale della cooperazione militare internazionale del Ministero della difesa. Dottore in scienze storiche, professore. Presidente dell’Accademia dei problemi geopolitici. Membro permanente del club Izborsk. Si è laureato presso la scuola di comando di armi combinate superiori di Tashkent nel 1964, l’Accademia militare. MV Frunze nel 1974. Ha prestato servizio nelle truppe in varie posizioni fino al vice comandante di un reggimento di fucili a motore. Dal 1976 ha prestato servizio nell’apparato centrale del Ministero della Difesa dell’URSS, è stato assistente del Ministro della difesa dell’URSS Maresciallo D. Ustinov. Dal 1987 dirige l’Ufficio del Ministro della Difesa; 1992-1996 – Segretario del Consiglio dei Ministri della Difesa della CSI; Nell’agosto 1999, è stato approvato come capo dello staff per il coordinamento della cooperazione militare tra gli stati membri della CSI. Nel luglio 2001, è stato sollevato dal suo posto di capo della direzione principale della cooperazione militare internazionale e messo a disposizione del ministro della difesa. Ivashov è stato decorato con l’Ordine al merito della patria (Beneficio, Onore, Gloria riprende il motto dell’ordine imperiale di San Vladimir). Per quanto sia un militare di scuola sovietica il Generale Ivashov è anticomunista, essendo già stato Presidente dell’Unione del Popolo russo che si ispira alla visione spirituale e sociale di Alexander Solzenicyn. Il momento di massima popolarità di Ivashov si ebbe nel ’99; fu lui, nei giorni dei bombardamenti NATO contro la Serbia, a guidare l’operazione Pristina e i soldati russi affrontarono le truppe britanniche; si ricorderà che poco prima, l’allora Premier Primakov si rifiutò di recarsi a Washington annullando la visita ufficiale prevista.
Nella sua intervista rilasciata ieri ai canali russi, da Presidente dell’Accademia di problemi e questioni geopolitiche, il Generale ha specificato che quando reparti di intelligence militare creano un qualche tipo di infezione (si tratti di arma chimica, biologica o Cyber) vi è sempre antidoto, altrimenti la Gran Bretagna non adotterà o non avrebbe adottato lo sviluppo. Pertanto esiste sicuramente un antidoto al Coronavirus. Le forze di sicurezza russe sono attivamente coinvolte in tutti i punti di controllo alle frontiere di ingresso nella Federazione. La principale arma di autodifesa biologica in epoca sovietica era la DS 15 (Direzione Strategica 15); oggi la medicina militare lavora al servizio del Ministero della Salute. Secondo il parere del Generale sia l’Accademia medica militare di S. Pietroburgo, sia quella di Serdyukov avrebbero trovato l’antidoto al Covid-19. La Russia sta sconfiggendo il Coronavirus grazie alla tempestività interventista dello scorso mese.
Ora ci chiediamo anche; perché è stata colpita l’Italia? Dopo i due ceppi (Cina e Iran), sventato dalla Russia l’attacco, siamo in presenza di un terzo ceppo (italiano) e di un quarto (sudcoreano) dovuto alla trazione antioccidentale e filocinese del Governo di Seul del Presidente cattolico Moon Jae-in. Se è vero – come si sostiene a Mosca in ambienti militari – che il laboratorio di guerra ibrida (Ibrid Warfare) da cui origina il virus si trova a 12 km da Salisbury, in Gran Bretagna, alla luce della storica contrapposizione tra Russia ed Inghilterra, ancora più forte con l’avvento del putinismo, non può che trattarsi di una seria vendetta di Londra. L’Italia è in UE il paese storicamente e geopoliticamente più vicino a Mosca; non lo rivelano solo il rapporto tra Berlusconi e Putin o la congiuntura geoeconomica tra imprese russe e italiane, così vantaggiosa per entrambi i popoli, mandata in frantumi dagli angloamericani anzitutto, ma anche dai francotedeschi – un po’ da tutto l’occidente dunque- risentiti dalla predilezione nutrita dal Presidente Putin verso la nostra nazione, ma anche la fraterna disponibilità di due popoli da sempre ostili all’imperialismo occidentale e dunque alla Gran Bretagna. Inoltre, l’Italia, grazie al leghista siciliano Geraci, si è assai impegnata, nei fatti unico paese europeo, in direzione di una Via della Seta che ci collega direttamente a Beijing in posizione privilegiata; le premesse di questa solidarietà intercontinentale tra Europa e Asia (oltre lo sciovinismo delle liberali Berlino e Parigi) furono egualmente poste originariamente dal Berlusconi IV con lo storico incontro con l’allora Presidente Hu Jintao e si sono rinnovate con il viaggio presidenziale cinese del 2019. Allora i quotidiani di Beijing sostennero che con il viaggio a Roma da Berlusconi, la Cina era definitivamente entrata in Occidente. Lo scorso anno fu invece scritto apertamente che la Cina aveva praticamente conquistato dall’interno l’occidente.Tra le righe, con grande astuzia letteraria, Buttafuoco nel suo recente “Salvini e/o Mussolini” accenna a tali misteriosi retroscena tra Roma e Pechino, allorché sostiene che Salvini, sulla scia di Berlusconi, vorrebbe porsi come il mediatore globale tra oriente e occidente. Il partito Britannico della guerra mondiale è entrato però in campo e, come è stato sempre stato nella storia, da Dresda a Hiroshima, da Baghdad a Nagasaki, questo partito guerriero e suprematista WASP non porta che sangue, violenza, terrore. Con tale mossa vorrebbe cogliere i classici due piccioni con una fava, finendo anche la distruzione delle piccole e medie imprese avviata nel panfilo di Sua Maestà (BRITANNIA) dai vari Mario Draghi e Beppe Grillo. La iniziativa del Governo per contrastare il virus nel suo terzo ceppo, che ha incontrato il plauso delle stesse opposizioni, basata sul modello democratico popolare antiliberale di Xi Jinping, pare andare in direzione contraria ai desiderata delle elite finanziarie britanniche operanti in Italia (Jerusalemi, Savona) (NOTA 1) che ben si sono guardati dal chiudere la Borsa, atto viceversa doveroso. Mattarella stesso non si è espresso al riguardo. Come mai? Il golpe britannico era nell’aria ma per ora è stato anticipato e sventato. Che senso ha, però, chiudere tutto e lasciare aperta Piazza Affari che dipende da London Stock Exchange? La stampa anglosassone si sta infatti sbizzarrendo nel profetare che l’Italia sarà epicentro della prossima crisi finanziaria mondiale. Segnalo anche i recenti tweet di Ahmadinejad che vanno nella medesima direzione.
https://twitter.com/Ahmadinejad1956/status/1237072414841937920
https://twitter.com/Ahmadinejad1956/status/1237429237436551168
1) Se si eccettua la parentesi fascista e la nota “politica al comando” proclamata rivoluzionariamente da Benito Mussolini, le élite finanziarie britanniche hanno operato sempre pressoché indisturbate in Italia. Il grande e leale statista Bettino Craxi lo avrebbe appreso sulla sua pelle…