Chiarezza, coerenza, serietà: ecco alcune parole evidentemente sconosciute per chi sta al governo, mentre dovrebbero essere le parole d’ordine di chi avesse l’obiettivo di riuscire a contenere e a sconfiggere la pandemia.
Ogni giorno, invece, rimaniamo fulminati dalle assurde comunicazioni che giungono da Palazzo Chigi o dal Viminale: ultima in ordine di tempo la “passeggiata autorizzata” per minori accompagnati.
Decisione incomprensibile e schizofrenica nel momento in cui si spera di riuscire ad aver frenato il contagio. Decisione irresponsabile e demagogica perché assunta proprio in contemporanea con il prolungamento dello stato di emergenza. Decisione che ha scatenato la reazione furente “bipartisan” tanto dell’assessore alla salute lombardo, Giulio Gallera, quanto del governatore campano Vincenzo De Luca.
Purtroppo, il problema più grave di questa emergenza è, ed è sempre stato, il comportamento irrazionale e irresponsabile del governo. Sembra in ritardo, lontano dalla realtà, senza alcun senso pratico, perso tra giochetti politici, grovigli burocratici, spettacolarizzazione mediatica. Preoccupato di partorire l’ennesimo foglio di autocertificazione ma non di sveltire l’iter dei decreti. Incapace e falso, stante alle ultime affermazioni di molte Regioni che non hanno ricevuto il materiale sanitario annunciato alla stampa.
Una situazione, quest’ultima, talmente scandalosa, da essere denunciata persino dalla “voce dei padroni”: Repubblica, che ha titolato l’apertura del giornale: “La beffa delle mascherine”.
Una vicenda emblematica (purtroppo solo l’ultima di una lunga lista) perché dimostra concretamente che il governo, ma anche il commissario “speciale” (Arcuri) e il capo della Protezione Civile (Borrelli) sono totalmente inadeguati.
Su tutta la gestione dell’emergenza, quando ne saremo usciti, un Paese civile dovrebbe aprire una inchiesta, partendo dall’ipotesi di reato di strage. Perché appare ormai chiaro che con misure preventive adeguate e con risposte rapide e coerenti si sarebbero potuti evitare centinaia di morti.
NO AD ABBASSARE LA GUARDIA
Come dicevano, i governatori di Lombardia e Campania non hanno perso un attimo e si sono ribellati, appena dal Viminale è stata diramata la circolare per cui si poteva far uscire i bambini accompagnati da un genitore per fare una passeggiata intorno a casa. Una ribellione che parte da chi ogni giorno è in prima linea impegnato a fronteggiare direttamente l’emergenza di letti, di mezzi e di quant’altro.
Così si ingenera solo confusione e la confusione alimenta la rabbia. Le stesse Forze dell’Ordine non sanno più se applicare le norme confuse, ritrattate, confermate e poi disdette del governo, oppure le ordinanze delle Regioni.
Se il governo avesse usato il buonsenso avrebbe o semplicemente delegato alla Regioni (che conoscono la situazione) o varato una casistica precisa e univoca. Invece così si assiste quotidianamente a casi surreali di eccesso di zelo o di ingiustificato lassismo.
«Non è questo il momento di abbassare la guardia. La circolare diffusa dal ministero dell’Interno rischia di creare un effetto psicologico devastante, vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti finora» ha tuonato Giulio Gallera.
Ancora più duro nei termini il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: «Considero gravissimo il messaggio proveniente dal ministero dell’Interno, relativo alla possibilità di fare jogging e di passeggiare sotto casa. Si trasmette irresponsabilmente l’idea che l’epidemia è ormai alle nostre spalle. Si ignora tra l’altro, che vi sono realtà del Paese dove sta arrivando solo ora l’ondata più forte di contagio. Si rischia, per una settimana di rilassamento anticipato, di provocare una impennata del contagio».
In entrambe le Regioni, come peraltro in Piemonte, Veneto e Liguria rimangono in vigore le ordinanze che vietano di uscire. Ma allora cosa ci sta a fare la ministra Lamorgese? Solo a creare confusione e a garantire il libero accesso agli immigrati clandestini?
L’EMERGENZA SOCIALE SCARICATA AI COMUNI
Non solo proteste da parte dei governatori, ma anche dei sindaci, sui quali il governo sta scaricando l’emergenza sociale. Anche loro in maniera bipartisan si sono ribellati accusando Conte di essere “bugiardo e irresponsabile” perché con 400 milioni di euro per i cittadini in difficoltà di 8 mila comuni non si può tamponare una situazione che inizia a essere drammatica, soprattutto perché i buoni non sono disponibili dalla sera alla mattina.
Facile fare l’annuncio “a reti unificate” con ciuffetto pettinato e sorrisino da attore. Il risultato è solo quello di illudere i cittadini di poter ottenere qualche aiuto già l’indomani per poi magari prendersela con i Comuni.
Come ha spiegato Pierpaolo Marcuzzi, assessore di un Comune laziale: «A Terracina sono stati destinati 365 mila euro ma per usarli dovremo fare una delibera di variazione di bilancio, poi l’accertamento di entrata (perché ovviamente ancora i soldi non ci sono ndr.), poi l’impegno di spesa per utilizzarli, poi le prepagate o i buoni spesa e, quindi, organizzare la loro distribuzione. Nel frattempo, dobbiamo fare anche il disciplinare con i criteri di assegnazione (…) Non è, come hanno fatto intendere il premier e i suoi, che già dall’indomani gli stessi Comuni erano pronti a dare gli aiuti a chi ne ha bisogno».
Insomma, c’è il timore, espresso anche dal sindaco di Bari che è presidente dell’Anci, che il governo crei aspettative senza dotare i Comuni di risorse necessarie anche per le settimane successive.
Ma il signor Conte non pensa a questo. Lui vuole “passare alla storia”… e sicuramente sarà così ma solo per essere stato un “bugiardo e irresponsabile”.
DA