Samantha Leshnak Murphy non si inginocchia e non si adegua al gregge…

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E’ rimasta in piedi, in un mondo ipocritamente in ginocchio, per ribellarsi alla deriva del politicamente corretto.

E’ rimasta in piedi perché “All lives matter” (“Tutte le vite contano”) e non solo quelle promosse dalle manifestazioni più o meno violente in giro per il mondo.

La risposta giusta a chi distrugge statue e negozi, a chi vorrebbe riportare il mondo allo scontro fra colori, razze ed etnie, è arrivata da Samantha “Sam” Leshnak (che ha preso il cognome Murphy dallo scorso giugno 2019, quando ha sposato Kyle Murphy), calciatrice professionista americana che gioca come portiere di riserva per la North Carolina Courage della National Women’s Soccer League.

La Murphy, classe 1997, durante l’inno nazionale (il famoso “Star Spangled Banner”) che ha preceduto l’incontro di calcio a porte chiuse tra North Carolina Courage e Portland Thorns, non si è inginocchiata – come hanno invece fatto tutte le compagne di squadra – per mostrare solidarietà al movimento Black Lives Matter (“Le vite dei neri contano”).

La ventitreenne, invece,  è rimasta ritta davanti alla panchina, con la mano sul cuore, come da tradizione.

La foto, scattata da un fotografo presente sugli spalti, adesso sta facendo il giro del mondo.

“Una gesto simbolico forte per questi tempi”, ha scritto sul Il Giornale.it Paolo Mauri. “Un gesto che sta costando caro alla giocatrice che viene attaccata sui social pesantemente da colleghe e da semplici utenti del web, sempre pronti a schierarsi dalla parte del gregge soprattutto quando c’è da puntare il dito verso chi non si adegua al ‘gregge’”.

“Perché se è giusto schierarsi contro la violenza della polizia, soprattutto negli Stati Uniti, è altrettanto giusto dividersi dalla massa informe che, sfruttando le proteste, strumentalizzandole, sta attaccando non solo un sistema ma un’intera cultura, quella occidentale”, ha ricordato Mauri.

ANGELICA LA ROSA

DA

Samantha Leshnak Murphy non si inginocchia e non si adegua al gregge…

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