Fu dunque già sentimento di molti critici, che il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, che molte chiese si glorificano di possedere, non fosse altro che sangue miracoloso sgorgato da qualche Crocifisso maltrattato dagli Ebrei, fra i quali è famoso quel di Berito, oppure da qualche Sacra Ostia egualmente maltrattata. Ma il rispetto che si deve alle venerabili e pie tradizioni riconosciute legittime dai Papi stessi che ne fecero l’esame il più accurato e le autenticarono con l’appoggio dei loro più solenni Decreti, non lascia più luogo a dubitare che questo Sangue di cui si parla, anziché sangue miracoloso dei Crocifissi e delle Ostie, sia proprio sangue naturale di Gesù Cristo, cioè parte di quel Sangue che sgorgò dalle sue vene nei giorni tormentosi di sua passione . Né vale l’opporre in proposito che Gesù Cristo, nella sua Risurrezione, riprendendo tutto quello che aveva perduto, doveva ancor prendere tutto il sangue che in qualsivoglia modo aveva versato; perocché i più dotti teologi fanno notare che, a restituire nel pristino stato la sua divina Umanità, non era necessario che Gesù Cristo riprendesse fino all’ultima goccia tutto quel sangue che era uscito dal divino suo corpo, ma bastava che egli riprendesse tutto quello che era necessario a costituire perfetta la propria umanità, non ostando per niente alla sua integrità il lasciare in terra qualche piccola parte a fomento speciale di devozione ne’ suoi fedeli adoratori, onde alla vista di queste moltiplicate testimonianze della sua carità verso di noi, venissero essi a sempre più accendersi di amore verso di Lui. Tale infatti è infatti la dottrina insegnataci dal Sommo Pontefice Pio II nel famoso suo Breve del 1 Agosto 1461, ordinato ad approvare quel culto che dalla più remota antichità, fu costantemente prestato al Preziosissimo Sangue venerato in Mantova, e sempre ritenuto per sangue vero e naturale del nostro Signore Gesù Cristo.
ALTRE RELIQUIE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’ CRISTO
Nella chiesa di S. Basilio in Bruges, città della Fiandre, si ritiene esservi del Sangue vero e reale di Cristo, raccolto da Giuseppe d’Arimatea e portatovi da Teodorico Alsazio conte di Fiandra nel suo ritorno da Terra Santa l’anno 1143.
Niceforo, scrittor greco, attesta che la Beata Vergine, stando sotto la croce, raccolse in un vaso qualche poco di Sangue versato dal suo divinissimo Figlio, e conservollo presso di sé. In Marsiglia se ne adora una porzione mescolata colla terra che ne fu inzuppata. Essa è chiusa in un vasetto portatovi da Santa Maria Maddalena. Questo Sangue, dice il Plerio, nel Venerdì Santo si vede sensibilmente bollire con meraviglia di tutti. In S. Pietro in Roma si trova il velo di S. Veronica, in cui è impressa a vestigia di Sangue, la faccia SS. del Salvatore. In S. Giovanni Laterano vi ha un’ampolla contenente parte del Sangue ed acqua che uscirono dal lato di Cristo; e forse è quella parte che da Mantova portò a Roma il Papa Leone IX. Della colonna, a cui fu legato nella sua flagellazione Gesù Cristo, e che si venera in S. Prassede in Roma, S. Girolamo stesso ci dice che ai suoi tempi mostravasi a tutti screziata di macchie sanguigne. In Torino si venera ancora la Santa Sindone, ossia il lenzuolo in cui Gesù Cristo fu involto quando fu posto nel sepolcro, e in esso si vede duplicata la traccia sanguigna di tutta la intera persona del divin Salvatore, e queste cicatrici o macchie sanguigne, sono state da due Papi, Sisto IV e Giulio II, dichiarate del vero e reale Sangue di Cristo.
fonte – tratto da “Manuale di Filotea”, Milano 1888