I veri cattolici voteranno Trump

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Con la ripresa delle attività del gruppo dopo la pausa estiva, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Leonardo Motta, che vive in Sudamerica e che scriverà un Editoriale in esclusiva per noi, a partire da oggi , ogni lunedì. Si tratterà di argomenti piccati e interessanti, provocatori e di riflessione, di formazione e informazione.

L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Leonardo Motta

Il prossimo tre novembre i cattolici statunitensi non potranno votare che per Donald Trump.

Non stiamo parlando dei “cattolici” tra virgolette, cioè gli atei che vanno in Chiesa e sono favorevoli ad aborto, eutanasia, nozze gay ecc.

Stiamo parlando di coloro che professano la fede in Gesù Cristo, nella Chiesa Cattolica voluta dal Divino Maestro, nella fedeltà alla bimillenaria tradizione ecclesiale.

Utilizzando fenomeni incontrollabili (la cosiddetta pandemia da Covid-19) e controllabili (e fomentati) come le proteste razziali di stampo anarco-socialista (con venature anticristiane) e i media di regime, i Democratici hanno fatto e stanno facendo di tutto per screditare Donald Trump ed hanno persino candidato un falso cattolico (Joe Biden) per abbattere il miliardario newyorkese.

Ma Trump, impegnato in una corsa contro il tempo, senza aver recuperato terreno nei sondaggi (che non valgono poi così tanto, visto cosa è accaduto 4 anni fa per la prima elezione del Presidentissimo del Make America Great Again) e per molti osservatori nordamericani (quelli europei hanno i paraocchi, come 4 anni fa) dovrebbe spuntarla.

Il blocco dei gruppi evangelici che lo ha molto sostenuto si è ricompattato. E stavolta si uniranno anche i veri cattolici, cioè quelli fedeli alla tradizione, che certo non voteranno un abortista, garante delle lobby (come Planned Parenthood e le multinazionali del farmaco) e chi più ne ha più ne metta, come Biden.

I veri cattolici, unitamente agli evangelici e agli ebrei ortodossi, non permetteranno la vittoria di Biden e la conseguente scristianizzazione degli Stati Uniti.

Evangelici e cattolici rappresentano il 40% della popolazione totale degli Stati Uniti. E se Trump riuscirà a conquistare molti elettori in queste due categorie la rielezioni sarà molto probabile.

Joe Biden, dal punto di vista etico sembra con idee oltranziste, ancor di più di Obama, che già non brillava per il rispetto del diritto naturale. In questo è supportato dall’intellighenzia progressista-arcobaleno nordamericana che ha invaso le accademie, le amministrazioni statali e i mezzi di comunicazione, parte del mondo finanziario e la stragrande maggioranza del mondo cinematografico e musicale.

Ma questo, paradossalmente, può aiutare ancor di più Trump che, cavalcando l’onda anticonservatrice, può fagocitarsi i voti di chi si batte o non digerisce la società secolarizzata americana.

Come scrive Emanuel Pietrobon sulla vostra rivista italiana online InsideOver “in quattro anni di presidenza, Trump ha compiuto numerose e significative dimostrazioni verso l’elettorato religioso: la nomina di giudici conservatori nella Corte Suprema, la privazione di fondi federali a Planned Parenthood, la riattivazione della cosiddetta ‘politica di Città del Messico’, che vieta all’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale di finanziare organizzazioni non governative nazionali e internazionali impegnate nella promozione dell’aborto, l’annullamento di alcune politiche obamiane inerenti la comunità transgender, la partecipazione alla Marcia per la Vita, la creazione di un’alleanza internazionale contro le persecuzioni religiose e, ultimo ma non meno importante, l’aver riportato la fede al centro della vita pubblica, come palesato durante le fasi più acute della pandemia”.

Tutto questo dovrebbe permettere a Trump di raccogliere molti voti nella comunità cattolica, nonostante il Vaticano continui a mantenere una linea politica essenzialmente ostile al presidente statunitense, per via della forte divergenza di visioni in politica estera.

Un grande assist a Trump è stato fatto dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti che ha deciso di allontanarsi dal papato, appoggiando pubblicamente la rielezione di Trump. E vari gruppi di “Catholics for Trump” stanno emergendo sul web in soccorso dell’attuale Presidente.

I vescovi americani hanno lodato Trump per aver adempiuto alle promesse nel campo del contrasto all’aborto e alla sperimentazione sui feti umani e sui materiali fetali.

Trump e il suo vice Mike Pence non si vergognano di sbandierare la loro fede cristiana e non hanno avuto paura ad impegnarsi in battaglie contro l’aborto, il laicismo, l’ideologia di genere ed altre battaglie delle varie agende religiose.

Adesso i veri cattolici, non solo quelli americani, si augurano che Trump riesca a convincere l’elettorato cristiano, sia protestante che cattolico, a mobilitarsi nuovamente in suo favore.

Biden ha avuto la faccia tosta di definirsi un “un salvatore della patria, chiamato a sconfiggere le tenebre” a suo dire portate da Trump. Da parte sua il Presidente Usa ha fatto notare che solo “Dio può salvare l’uomo” ed ha elencato dati, numeri e provvedimenti che ha posto in essere per favorire la pace all’interno dei confini americani, in Medio Oriente e nel mondo (Trump ha alzato la voce ma non ha coinvolto la nazione in nessuna guerra), l’economia (cresciuta sotto tutti i punti di vista, eccetto durante la fase acuta della pandemia negli Usa: “prima che il virus cinese arrivasse abbiamo raggiunto il numero più basso di disoccupazione degli afro-americani, ispanico-americani e asiatico-americani”, ha ricordato il tycoon), la libertà di educazione e religiosa.

Certamente Trump può essere, diciamo così un po’ “politicamente scorretto”, linguisticamente non tanto delicato, può aver dato fastidio per i tanti licenziamenti operati durante i 4 anni di sua Amministrazione, ma non si può non notare che il 3 Novembre sarà una battaglia politico-antropologica (monsignor Viganò ha anche parlato di battaglia escatologica). Da una parte l’identitarismo religioso trumpiano. Dall’altra parte il mondialismo laicista bideniano. Chi vincerà?

 

 

Leonardo Motta (Sudamerica)

 

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