di Matteo Castagna
Il 2021 si apre con il botto: stavolta non è il Covid a spadroneggiare ma la notizia, incontrovertibile, per cui il popolo americano si è, per la prima volta, reso conto di non essere nella democrazia perfetta in cui ha sempre creduto di vivere. Milioni di persone, nel giorno dell’Epifania, si sono riversate nelle strade di Washington, hanno sonoramente protestato contro quella che riconoscono come una palese violazione della loro libertà: la vittoria di un presidente con l’imbroglio.
Ebbene, anche negli USA, si può sedere alla Casa Bianca, grazie a dei brogli elettorali. E’ questo concetto che gli statunitensi hanno in testa e non riescono proprio a digerire. Trump è la vittima di un raggiro e di un’ingiustizia ordita e preordinata dal deep State, per farlo fuori. Quindi non è il fautore di un tentato golpe – come cialtronescamente hanno fatto intendere alcuni dei soliti allineati, leccaculo dei potenti di turno – ma colui che lo subisce. Intollerabile, inaccettabile, immorale per un repubblicano americano, innamorato della sua democrazia. Da ieri, non sarà più come prima, perché la vittoria con voto, considerato farlocco, non è minimamente nelle more della mentalità di almeno la metà degli americani. Ieri, il popolo USA ha sancito la morte del mainstream e gli ha dichiarato guerra. Quanto durerà non possiamo saperlo, ma sappiamo che la figura di Trump è uscita comunque vincitrice, perché ha dimostrato d’avere un seguito, che non ha precedenti e che i Dem non si aspettavano, fin dai tempi dei sondaggi. Cosa farà il miliardario tycon nelle prossime settimane non possiamo saperlo, ma possiamo immaginare che avrà tutto il tempo ed i mezzi per tirar fuori dal cilindro delle sorprese poco piacevoli per gli avversari. I quali non sono, però, né sprovveduti né privi di potere.
In Italia, invece, ai brogli ed agli imbrogli siamo assuefatti da troppo tempo. I “plebisciti truffa” del periodo risorgimentale hanno annesso al Regno d’Italia Stati che volevano rimanere fedeli ai loro legittimi sovrani. Nel 1866 il Veneto è stato annesso con l’inganno. Ma anche il Regno delle due Sicilie e lo Stato Pontificio ebbero di che recriminare. Secondo buona parte della storiografia contemporanea anche il Re sarebbe stato deposto a seguito di un referendum taroccato. Il 2 giugno 1946 avrebbe vinto la monarchia di oltre due milioni di voti. Ma alcune manine avrebbero cambiato il risultato e, di conseguenza, la storia d’Italia. Ad ogni elezione si leggono cronache di scatoloni di schede elettorali trovate qua e là, di matite copiative che si cancellano, di schede bianche “che si possono colorare” – come direbbe Cetto Laqualunque. Sembra che per l’italiano medio non vi sia più nulla di cui scandalizzarsi e per cui protestare. Neanche se gli mettono le mani nel conto corrente, di notte, come fece nel 1992 l’esecutivo guidato dal socialista Giuliano Amato. In compenso sa ragliare bene sui social, nei bar (fino alle 18.00) e di nascosto da orecchie indiscrete. I governi, anche i peggiori, come quello attuale, possono dormire sonni tranquilli perché non ci sarà nessun impellicciato con elmo cornuto che gli guasterà la festa, né persone comuni che si riuniranno sotto il palazzo del potere a gridare “Libertà” issando la croce e pregando, a migliaia, il Padre nostro come avvenuto fuori dal Campidoglio di Washington.
Assieme alla credibilità del politicamente corretto, ieri negli Stati Uniti è morta una ragazza, Ashli Babbitt, freddata da un colpo di pistola sparato ad altezza uomo da un agente che, forse rimarrà impunito. Si tratta, senza ombra di dubbio, la pagina più nera della giornata di ieri. Il deep State ammazza le donne per far vedere quanto è diventato forte e potente? Ah, che dimostrazione di eroismo…e naturalmente non si sono levate le urla belluine delle femministe, non si sono udite le scomuniche laiche dei BLM, neppure appelli al pacifismo e alla fratellanza dalle parti del Vaticano. Immaginate se la vittima fosse stata donna, nera e liberal. Non solo i media di regime si sarebbero scatenati, ma tutte le Boldrini del mondo sarebbero inginocchiate sui bus, in casa, in ogni marciapiede o campo da gioco. Sarebbero partite le arsioni dimostrative della Divina Commedia, perché considerata sessista e sarebbe partito il censimento di tutte le statue degli uomini bianchi, non di sinistra, per una raccolta firme che ne richieda la rimozione. Ovvia attivazione del pubblico ludibrio per i tradizionalisti cattolici, che sarebbero considerati i “mandanti morali”, in quanto sostenitori del “diritto naturale” che, per loro, è una colpa, non un dato di fatto. e poi, sempre questi cattivoni di cattolici intransigenti hanno il grave torto di essere ignoranti perché traducono “amen” con “così sia” e non con “all’uomo”…
Eppure, la storia di questa donna di 35 anni ha molto da insegnare. Lei era moglie e madre di figli nati naturalmente dal suo matrimonio, perciò già da guardare con sospetto come una pericolosa oscurantista. Si era fatta 3.500 chilometri per arrivare da San Diego a manifestare il suo dissenso. Anche questo, di tasca propria, senza aiutini sindacali…Poi era una veterana dell’aeronautica. Imperdonabile! Non era una “love and peace”. Si permetteva di credere nella democrazia del suo Paese e soprattutto non era pacifista. Roba da anatema bergogliano. Sul suo profilo twetter aveva scritto: “Salviamo la Repubblica”. E “Io ci sarò domani”. Non c’è più oggi, perché portava una bandiera, era patriottica e qualcuno le ha ingiustamente sparato. Non era questa la democrazia in cui credeva Ashli. Non è questa la democrazia in cui milioni di persone credono. Questa è la dittatura del Pensiero unico, che si impone anche con la pistola nei confronti di chi è donna, bianca, giovane, identitaria, madre e moglie, ovvero l’antitesi antropologica del modello che piace al “deep State”. Con lei, è il modello figlio della tradizione che si vuole uccidere dalla sovversione, perché solo la sovversione dell’ordine naturale sa odiare di quell’odio intrinsecamente perverso che non è neppure conosciuto dai figli della Luce. Una prece per il sacrificio di questa donna, già entrata nell’oblio assieme al video, rimosso, del suo omicidio a sangue freddo. E un pensiero per noi: la dittatura mainstream si è rafforzata, ma noi dobbiamo avere le spalle larghe, costruire dighe e tappare i buchi che possiamo di un Sistema orribile, riscoprire i punti di riferimento di un tempo, che sono tutti nella civiltà classico-cristiana europea e, attraverso quelli, evitare di cedere, anzi continuare a combattere la nostra lotta, perché i nostri principi sono immortali e noi dobbiamo farci trovare pronti a difenderli e a testimoniarli. Anche in nome di Ashli, così come di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, che il 7 gennaio del 1978 vennero brutalmente ammazzati solo perché militanti politici non allineati alla Sovversione che voleva imporsi, “democraticamente”, anche in quegli anni.