L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di Leonardo Motta
In soli due giorni, quasi tutto il personale ecclesiastico della Prefettura apostolica di Xinxiang (che conta 100.000 fedeli.) è stato “eliminato” con un’operazione delle forze di polizia della provincia
di Hebei. Il 21 maggio il vescovo Zhang Weizhu è stato arrestato; il giorno prima erano stati arrestati sette sacerdoti e dieci seminaristi.
Il 20 maggio, nel primo pomeriggio, circa 100 poliziotti della provincia di Hebei – da Cangzhou, Hejian e Shaheqiao – hanno circondato l’edificio adibito a seminario diocesano a Shaheqiao, Hebei.
Xinxiang utilizzava come seminario una piccola fabbrica di proprietà di un cattolico dell’Hebei. La polizia è entrata nell’edificio e ha arrestato quattro sacerdoti, professori di seminario e altri tre sacerdoti che svolgono attività pastorale. Insieme a loro hanno arrestato 10 seminaristi che stavano frequentando le lezioni in fabbrica.
A seguito delle direttive del Nuovo Regolamento sulle attività religiose, la fabbrica è stata chiusa e il direttore dell’azienda è stato arrestato.
La Prefettura Apostolica di Xinxiang non è riconosciuta dal governo cinese. Per questo tutte le attività di sacerdoti, seminaristi e fedeli sono considerate “illegali” e “criminali”.
Dopo il raid, la polizia ha sequestrato tutti gli effetti personali di sacerdoti e seminaristi.
Dato l’enorme dispiegamento di forze di polizia, si ritiene che il raid fosse pianificato da molto tempo. Le autorità civili ritengono che ci siano alcuni seminaristi (che sono riusciti a scappare) “latitanti” e li stanno cercando nella zona (le forze di polizia vanno di casa in casa per trovarli).
L’arcivescovo Joseph Zhang Weizhu, 63 anni, è stato ordinato vescovo nel 1991 ed è stato incarcerato più volte.
Da quando è stato firmato l’accordo interinale tra Cina e Santa Sede, è aumentata la persecuzione contro i cattolici, soprattutto quelli non ufficiali. L’accordo si riferisce solo alla nomina di nuovi vescovi, ma la premessa era che il resto della situazione della Chiesa sarebbe rimasto in sospeso fino a quando i problemi non sarebbero stati affrontati attraverso il dialogo tra le due parti. Al contrario, le forze dell’ordine hanno posto agli arresti domiciliari vescovi, inflitto multe altissime ai fedeli, espulso parroci dalle chiese e arrestato sacerdoti e seminaristi. Molti fedeli ritengono che “l’accordo sia stato tradito”.
Basta essere scoperti con segni legati alla fede cattolica (croci, statue, immagini sacre, fotografie del Papa, ecc.), per essere rapiti, arrestati, ricevere la distruzione degli oggetti e delle multe salate.
Questo si chiama Comunismo! Ma qualcuno in Italia, vorrebbe andare a braccetto con il PCC!