Come le multinazionali fanno piovere montagne di soldi sulle lobby Lgbt

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Ormai è risaputo che ci siano degli stretti legami tra alcune multinazionali e le lobby gay. Peraltro non si spiegherebbe diversamente come una così ristretta minoranza sia riuscita in pochi anni a dominare di fatto la scena politica, economica e mediatica di gran parte del globo.

La Arcus Fondation è una delle multinazionali in questione, che si fa passare per ente di beneficenza e che, di fatto, sostiene la causa LGBTQ.

Fondata da Jon Stryker, dichiaratamente gay, nipote di Homer Stryker, chirurgo ortopedico, a sua volta fondatore della Stryker Corporation che ha sede a Kalamazoo, nel Michigan. Nel 2018, la Stryker Corporation ha venduto $ 13,6 miliardi di forniture chirurgiche e software. Jon è diventato erede di questa immensa fortuna.

Così ha pensato bene di fondare l’organizzazione in questione e metterla a servizio della comunità LGBT, sfruttando la sua fama. Solo per fare alcuni esempi, Arcus, tra il 2016 e l’aprile 2021 ha investito quasi 74 milioni di dollari in “promozione della giustizia sociale”. In realtà si trattava semplicemente di iniziative dirette alla promozione dell’ideologia gender.

Infatti, già nel 2015, Stryker aveva ideato niente meno che un movimento politico per promuovere l’ideologia gender nel mondo, donando milioni a piccole e grandi realtà. Tra cui, degna di menzione, è sicuramente ILGA, un’organizzazione LGBT impegnata nella diffusione del “verbo” della fluidità di genere, in Europa e in Asia Centrale; ma va citata anche Transgender Europe, che dà voce alle comunità trans in Europa e in Asia. A sua volta, Transgender Europe avrebbe finanziato gruppi più piccoli come TENI, Transgender Equality Network Ireland.

E sì, perché, secondo uno schema “a pioggia”, diversi beneficiari di Arcus sarebbero riusciti a loro volta ad erogare denaro ad altre associazioni, fingendo semplicemente di fare squadra.

Un classico è quando i promotori dell’ideologia trans fingono un’alleanza con alcuni movimenti affini, piuttosto affermati, in modo da sfruttare la loro fama: per esempio i movimenti gayfriendly.

Ma sciami di denaro si muovono anche in direzione dei media, in particolare, verso le organizzazioni coinvolte nel giornalismo o nella produzione di film documentari, ovvio che lo scopo di Arcus, in questo caso è quello di assicurarsi una copertura mediatica adeguata.

Tutto questo per dire che non siamo di fronte ad una “minoranza perseguitata”, come vorrebbe farla passare il mainstream, ma ad un vero e proprio colosso finanziario e ad un’operazione culturale letteralmente “chirurgica”, in quanto studiata, con precisione, nel dettaglio, che si basa su veri e propri meccanismi di manipolazione da parte di un elite, per promuovere una concezione del sesso totalmente ascientifica e talmente falsa, da aver bisogno di ingenti quantità di denaro per essere imposta.

Fonte: https://www.provitaefamiglia.it/blog/come-le-multinazionali-fanno-piovere-montagne-di-soldi-sulle-lobby-lgbt

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