AGLI ALBORI DI UNA SVOLTA EUROPEA

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L’EDITORIALE

di Adriano Scianca per il numero di Ottobre 2021 de Il Primato Nazionale

Gli studiosi di futurologia da tempo agitano, con entusiasmo o con timore, lo spettro della singolarità tecnologica. Cosa si intende con tale espressione? In breve, il punto di sviluppo
di una civiltà in cui il progresso tecnologico accelera vertiginosamente e in modo non più controllabile. Uno degli scenari spesso proposti è per esempio quello di una intelligenza artificiale capace di progettare altre intelligenze artificiali ancora più potenti, che a loro volta creeranno super-computer a uno stadio ancora più avanzato e così via, con un movimento esponenziale non più prevedibile o manipolabile dall’uomo, neanche dai progressisti tecnofili che l’hanno avviato.
Ora, prendendo spunto da questa ipotesi futurologica, ci chiediamo: e se stessimo assistendo agli albori di una «singolarità europea»? È possibile che la dinamica di costituzione di un’Europa potenza sia stata avviata in modo ormai irreversibile e con esiti imprevedibili per i suoi stessi fautori?
Le previsioni così assertive rischiano sempre di diventare meri slogan, speranze tramutate in granitiche certezze, wishful thinking a portar via. Ma è indubbio che qualcosa sta accadendo a livello geopolitico, sotto ai nostri occhi, che lo si colga o meno. 
Un primo fattore è che quella che è tuttora l’unica superpotenza globale appare per la prima volta tentata di abdicare. Non avverrà facilmente o in modo indolore, ci saranno gruppi di potere che faranno il diavolo a quattro per non mollare la presa. Ma i segnali sono ormai troppi, tutti convergenti, e perduranti nel tempo.
La linea del disimpegno ha cominciato a farsi largo sotto Obama, è diventata una bandiera con Trump ed è stata confermata da Biden. Qualcosa vorrà pur dire.
Contemporaneamente, anche l’Europa ha cominciato a muoversi. È un movimento ancora impacciato, non pienamente consapevole. È il movimento di un sonnambulo: non pienamente addormentato, non ancora sveglio. Si muove, fa delle cose, risponde a degli stimoli, dà corpo a impulsi inconsci, ma non ancora giunto alla fase dell’autocoscienza. La fase dell’Europa dormiente è stata lunga ed estenuante.
La fase dell’Europa sonnambula è in corso da qualche anno: si accumulano progetti, partnership, velleità, infrastrutture, canali, idealismi. Si è costruito (malissimo) un mercato comune. Si stanno costruendo (bene) collaborazioni sostanziali. Si progetta (un po’ utopisticamente, ma non importa) un esercito continentale.
Cosa manca? L’autocoscienza, la volontà e la fierezza di essere ciò che si è, senza complessi. Ma, presto o tardi, ci si arriverà, probabilmente passando per sentieri imperscrutabili e tramite gli ultimi personaggi da cui ce lo saremmo potuti aspettare.
Sarà un movimento spurio, contraddittorio, oscuro, che non rispetterà i piani stabiliti, che molti faticheranno a riconoscere. Eppure, la singolarità dell’Europa potenza è innescata. Prima di quanto lo immaginiamo, saremo chiamati a scegliere da che parte stare rispetto a esso. 

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