LETTERE DEL LETTORE
Riceviamo e pubblichiamo questo contributo interessante, pubblicato anche su https://www.ilmiogiornale.net/gas-prezzi-north-stream-2-armi-putin-per-tenere-in-pugno-europa/
di Ferdinando Bergamaschi
Gas naturale: come si spiega la corsa dei prezzi arrivati alle stelle in queste ultime settimane? Per capire che cosa sta succedendo bisogna alzare lo sguardo sullo scenario globale, partendo ad esempio dalle mosse dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie).
Per rallentare gli aumenti, l’Agenzia ha chiamato in causa direttamente Mosca e quindi la Gazprom, colosso russo del settore controllato dal Cremlino. L’Aie così ha invitato Mosca a “fare di più per aumentare la disponibilità di gas in Europa e garantire un adeguato stoccaggio in vista della stagione invernale”. Aggiungendo come sia “impreciso e fuorviante attribuire la responsabilità dell’aumento del prezzo del gas alla transizione verso l’energia pulita”.
Il tutto in un quadro più favorevole, vista la recente soluzione delle tensioni sul gasdotto North Stream 2 di proprietà della Gazprom, per anni oggetto di forti scontri geopolitici, con tanto di minacce e sanzioni, che hanno coinvolto principalmente Russia, Germania e Stati Uniti. Questa pipeline consente infatti a tutta l’Europa di fare a meno del transito di gas dall’Ucraina, Paese che ha rapporti sempre molto tesi con la Russia e strettamente legato a Washington. Tuttavia, dopo che la Germania ha trovato un accordo sul North Stream 2 col Cremlino, nelle ultime settimane anche Biden si è convinto ad accontentare Berlino – e quindi, in questo caso, gli interessi europei – dando sostanzialmente l’ok per il completamento del gasdotto, che dovrebbe entrare in funzione a fine anno.
La fame del Dragone
Questo clima di “distensione internazionale” sulla vicenda del North Stream 2 non è bastato però a riportare i prezzi del gas nel novero di una normale crescita stagionale. Di certo sugli aumenti stratosferici (oltre il 600% in un anno dei future) ha pesato anche una crescita della domanda globale, che a sua volta dipende in larga parte dalla ripresa economica seguita alla pandemia. E soprattutto da una grande richiesta di gas naturale da parte della Cina.
La strategia a breve termine della Russia sembra comunque quella di limitare le esportazioni di gas verso l’Europa, anche per l’elevata domanda interna russa. Possono essere lette in questa prospettiva le parole dell’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, che nelle scorse settimane aveva dichiarato: “La società sta rispettando i propri accordi di fornitura ed è pronta ad aumentare la produzione se necessario, ma ha avvertito che i prezzi potrebbero salire ulteriormente in inverno”.
Parola di Putin
Uno scenario che vede quindi l’Europa “ostaggio” della Russia, come sottolineato da diversi osservatori? Pare credibile, se è bastato l’intervento di Vladimir Putin a rassicurare gli operatori internazionali e soprattutto l’Europa non più tardi di ieri l’altro. Il presidente russo infatti ha respinto tutte le accuse, dichiarando di voler aumentare le forniture di gas verso il vecchio continente. E questa sola affermazione ha fatto sì che su tutti i mercati il prezzo del gas abbia registrato un netto calo (-7%).
Gas al futuro
Resta da capire che cosa potrebbe succedere quando entrerà in funzione il North Stream 2, visto che Mosca da tempo sostiene che grazie all’apertura della nuova pipeline i prezzi del gas si dovrebbero riequilibrare. Putin li farà calare per dimostrare che aveva ragione? Se succedesse, il segnale avrebbe comunque un valore emblematico: l’Europa sulle forniture resta nelle mani di Mosca. Quindi deve cercare alternative nell’approvvigionamento di gas naturale e puntare su fonti energetiche pulite per sostenere la transizione ecologica.
L’impennata dei prezzi dell’energia causata da Putin è uno dei tanti abbagli di cui soffre la società, fondata su presupposti assolutamente irrazionali ma che rappresentano la volontà del NWO di continuare a imporre il controllo dell’energia in mano americana.
Ormai la società è governata a colpi di schock e, dopo la pandemenza, la green energy è uno degli ambiziosi scopi già espressamente dichiarati da K.Schwab, presidente del WEF, nel suo libro Grand Reset. Il potere mondiale governa oggi a colpi di schock in modo da creare quello stato di emergenza che deve divenire la regola, allo scopo di imporre ai popoli scelte assolutamente irrazionali. Concretamente non vi sono ragioni per un aumento del costo dell’energia – superiore al 30-40%! – visto che la richiesta mondiale è in aumento ma in relazione alla situazione 2020, caratterizzata dalla reclusione forzata, non certo rispetto agli anni precedenti. Anche la rivista “Tempi” si allinea alla farsa concludendo che l’aumento dei costi è dovuto all’aumento del consumo durante periodi di reclusione; accusando quindi le famiglie che hanno sfornato torte ed altro durante il lockdown. Che si tratti di una tesi ridicola appare ictu oculi; nessuno dei luoghi di produzione energetica è colpito da eventi di guerra e quindi non sussistono nè problemi di produzione nè problemi di trasporto. Si tratta di un grande Truman show nel quale riappare il pupazzo gradito alla vuota gioventù globalista, i Gretini, che, come scrive il professor Zichichi, non sanno distinguere tra inquinamento e clima. Non sussistono in pratica i razionali per avere un aumento del prezzo dell’energia in modo così repentino ed elevato; quindi, secondo il solito copione dell’Ordine Mondiale, occorre trovare il “Cattivo”: Putin si presta bene ai giornalettai occidentali per accuse legate alla nuova rete gas, osteggiata in tutti modi dagli USA. Con costoro stanno i nuovi credenti, raccolti sotto il totem di Pachamama, in versione “green”