In Borsa è il momento di investire sul Pil della felicità

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di Massimo Di Guglielmo

Ciascuno di noi dovrebbe iniziare a immaginare la propria vita come cinque palline che deve far roteare in aria con l’abilità di un giocoliere. Solamente una di queste è tuttavia di gomma, infrangibile e rappresenta il lavoro perché, persa un’occupazione, se ne può trovare una diversa. Le altre quattro sfere – famiglia, salute, amici, anima – sono invece di cristallo, pertanto se cadessero si romperebbero in maniera irreparabile. L’ammonimento che l’ad di Google, Sundar Pichai ha affidato di recente alla rete riflette il forte cambiamento di mentalità in atto nella nostra società. Complice la tragedia del Coronavirus, sempre più persone sono alla ricerca di una felicità che non corrisponde alla carriera o alla ricchezza ma a una migliore qualità dell’esistenza. Ecco perché questo è momento di applicare il paradigma della felicità anche al mondo delle Borse e degli investimenti. A invitare i piccoli risparmiatori a questa presa di coscienza è Schroders, colosso del risparmio gestito responsabile di un patrimonio di 815,8 miliardi di euro in 37 Paesi nel mondo. Un decennio fa – sottolinea Piya Sachdeva, Economista di Schroders – il premio Nobel Joseph Stiglitz aveva commissionato un rapporto chiamato La misura sbagliata delle nostre vite. Perché il Pil non basta più per valutare benessere e progresso sociale”, dimostrando la necessità di sostituire il Pil con il benessere. Il prodotto interno lordo, infatti, non solo è un parametro aggregato ma nulla o quasi dice del reddito effettivamente disponibile. E le riserve di Stiglitz non solo erano in parte già state anticipate nel 1968 da Bob Kennedy in un celebre discorso all’università del Kansas, ma sono state rafforzate e ulteriormente sviluppate dal movimento Beyond Gdp (Oltre il Pil), impegnato a costruire uno sviluppo appunto sostenibile. Ma vediamo come il benessere” si integra strettamente con i principi Esg (acronimo di Environmental, Social e Governance), che guidano oggi gli investimenti verdi, consapevoli e a impatto di cui Schroders è uno dei grandi alfieri. 

Piya Sachdeva, Economista di Schroders
Benessere e Sostenibilità, due grandi direttrici del futuro

L’idea di usare il benessere, e non più il Pil, come misura per valutare una società si è diffusa in parallelo all’aumento degli investitori che scelgono su quali aziende puntare in base ai principi ESG e nello specifico di quella “S”, che esprime la dimensione “Sociale”. Questo dimostra come il denaro possa comprare la felicità ma solo fino a un certo punto, sottolinea l’economista di Schroders, decidendo di condividere la sua personale esperienza durante i ripetuti lockdown dello scorso anno. “Ogni giorno scrivevo tre cose che apprezzavo nella mia vita: questo mi ha permesso di riflettere su ciò che mi rendeva felice. Recentemente ho ritrovato quel diario della gratitudine, e rileggendolo è chiaro che le cose che mi rendevano più felice tendevano a essere cose che il denaro non può comprare”. Certo, ammette Sachdeva, “questo va contro tutto ciò che mi è stato insegnato nella mia carriera di economista”. A ben guardare, tuttavia, non è così perché – prosegue – sebbene il Pil pro capite abbia una forte relazione con la felicità nazionale, più una persona è agiata, minore è la spinta alla felicità che le deriva dal diventare più ricca. Più precisamente, secondo alcune stime, la felicità si stabilizza quando il reddito medio della società raggiunge la soglia dei 70mila dollari. Insomma, i Paesi sviluppati hanno un modo più efficace per aumentare la felicità della loro popolazione rispetto al solo obiettivo di una maggiore crescita economica, e consiste in una saggia politica distributiva.

La corruzione erode felicità; Salute sempre più centrale

L’Ocse è stato tra i primi a cercare di scattare una fotografia più accurata del benessere mondiale, riunendo misure comparabili nel suo “Better Life Index”. Bisogna però tenere conto che alcuni fattori pesano più di altri, nello specifico quattro: il reddito personale, la disoccupazione a lungo termine, la salute auto-percepita e la corruzione percepita. Proprio la “corruzione” erode la fiducia di famiglie e imprese verso le istituzioni; quindi in ultima istanza mina la felicità. A confermarlo è anche l’ultimo “World Happiness Report”, che vede in fondo alla classifica, per percezione della corruzione, alcuni Paesi emergenti e dell’est Europa ma va detto che neppure l’Italia e la Grecia occupano un posto invidiabile. All’opposto i Paesi nordici sono ai massimi livelli.

 

Classifica per percezione della corruzione dei paesi europei

 

L’altro architrave su cui poggia la felicità delle popolazioni è poi la salute e il Covid ha potenziato tale convinzione: in questo caso la misura impiegata è la “salute autovalutata”, che combina quella mentale con quella fisica.

I rischi per l’economia globale e le Borse 

I fattori sociali non hanno ancora un grande impatto quando analisti e agenzie di rating stilano la pagella dei singoli Paesi, a meno non siano in corso forti disordini sociali. Il quadro cambia molto quando i report si riferiscono alle imprese quotate in Borse: le società sono infatti già punite dagli investitori se vengono allo scoperto problemi nella governance o non si impegnano per l’ambiente. Ne deriva – suggerisce Sachdeva – che “gli investitori macro che integrano l’ESG nelle loro analisi dovrebbero considerare i rischi per i loro investimenti dai mercati infelici”, come i Paesi emergenti o di frontiera. L’economista di Schroders indica in particolare tre rischi per la ripresa mondiale involontariamente insiti nella ‘Sostenibilità’: 1) La Fed, con i massicci aiuti stanziati per la ripresa post Covid a favorire l’occupazione, sta riconoscendo il proprio ruolo nella riduzione della disuguaglianza. Ma questo potrebbe portare a una reazione tardiva al rialzo dell’inflazione che potrebbe tradursi in una nuova recessione di cui pagherebbero le spese in primis i redditi più bassi. 2) La gestione del cambiamento climatico è cruciale per la crescita sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro relativamente ben pagati sul lungo termine, nell’immediato provocherà dei costi sociali. 3) È possibile che, davanti alle macerie economiche lasciate dalla pandemia, aumentino i disordini nei Paesi più “infelici”, che di fatto sono delle polveriere pronte esplodere.

Un nuovo contratto sociale per investire in Borsa

“La nostra scoperta che i Paesi con bassa corruzione sono più felici dimostra che le considerazioni sociali derivano da una forte governance”, prosegue l’economista di Schroders; insomma nell’approccio ESG la “S” di “Sociale” non solo è inscindibile ma è sostenuta dalla “G” di “Governance”. Il risultato è la nascita di un nuovo ‘contratto sociale’ che dal lato delle società quotate impone già scelte virtuose; complice anche il ruolo dei gestori di fondi attivi nel selezionare le imprese da privilegiare e spingere a migliorarsi le realtà ora in ritardo. Ora però bisogna approfondire l’analisi e applicare questo stesso contratto sociale anche quando si analizzano i singoli Stati. E – conclude Sachdeva – “gli investitori macro che integrano i fattori ESG, piuttosto che cercare un ritorno dai mercati felici, dovrebbero invece considerare i rischi per i loro investimenti dai mercati infelici”.

 

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