Pnrr: per Draghi è un’occasione storica, ma cosa sappiamo del Piano nazionale di ripresa e resilienza?

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DI FERDINANDO BERGAMASCHI

Pnrr: il premier Mario Draghi ha ribadito ieri che si tratta di “un’occasione storica” per il nostro Paese. “Per rendere l’industria e l’economia più innovative e sostenibili”. Sottolineando che il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta “un’opportunità straordinaria per ridurre le disuguaglianze di reddito, di genere e di generazione”; poi ha annunciato anche che nel Pnrr saranno assegnati 6 miliardi di euro per le persone con disabilità; perché in Italia sono più di tre milioni coloro che versano in queste condizioni e necessitano di un sostegno specifico. 

Draghi ha ricordato a tutti come sia necessario procedere in modo coerente ed ordinato, collaborando e programmando. Vale per Governo, enti territoriali e privati.

Vediamo allora che cosa prevede complessivamente questo enorme piano di investimenti da oltre 200 miliardi di euro. Prendendo spunto anche da un approfondimento del Corriere della Sera a cura di Paola Pica dove si ripercorrono quelle che sono le “missioni” del Pnrr e si analizzano le loro caratteristiche. Queste missioni sono 6:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture sostenibili;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.  

La condizione per attuare il Pnrr e quindi queste 6 missioni è che l’Italia avvii 48 riforme: alcune sono già sulla buona strada, altre fanno più fatica a costruire il consenso politico necessario per vararle. Consideriamo ora più nel dettaglio quali sono le caratteristiche di queste 6 missioni. 

Digitalizzazione e innovazione 

Per la digitalizzazione del sistema produttivo e la competitività delle imprese il Pnrr ha stanziato 24 miliardi (30 miliardi con le risorse aggiuntive). Si tratta per lo più di misure di incentivazione fiscale (crediti d’imposta) finalizzate alla promozione della trasformazione digitale dei processi produttivi e all’investimento in beni immateriali. Tra questi rientrano ricerca, sviluppo e innovazione e attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze. In definitiva si tratta della misura principale del Piano e si pone l’obiettivo di rafforzare il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e di internazionalizzazione delle imprese italiane. 

Rivoluzione verde e transizione ecologica

È altamente significativo che per questa missione sia impegnato il maggior numero di risorse finanziarie: ben 59,47 miliardi di euro, pari al 31% delle risorse dell’intero piano. Ecco perché è ineccepibile affermare che l’attenzione alla crisi climatica, ai modi di affrontarla, ma anche all’opportunità di trasformare il Paese in questa direzione, è prioritaria. Mettere il tema dell’ambiente al centro è questione di vitale importanza. Alla transizione ecologica è dedicata appunto la Missione numero 2 del Pnrr, rivolta a incentivare la sostenibilità sociale ed economica con interventi che coinvolgono innanzitutto aree come l’agricoltura, la gestione dei rifiuti, l’utilizzo di fonti rinnovabili e la difesa della biodiversità del territorioQuesta missione del Pnrr prevede quattro ambiti prioritari: economia circolare e agricoltura sostenibile; energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica. 

Infrastrutture sostenibili

Sono 41,8 i miliardi assegnati al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) per rendere entro il 2026 il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile. Che significa incremento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia, compreso lo spostamento del trasporto merci da gomma a ferro. Oltre la metà delle risorse è destinata al Mezzogiorno. Quella delle infrastrutture in Italia è una vera sfida. La rete italiana infatti vede ancora aree interne completamente isolate, forti divari tra Nord e Sud, tra aree urbane e rurali e il 90% del traffico passeggeri ancora su strada, contro il 6% sulle ferrovie (in Europa la media è del 7,9%). L’obiettivo è quindi quello di rendere più moderno, accessibile a tutti ed ecologicamente sostenibile il trasporto in Italia.  

Istruzione e Ricerca

Alla quarta missione del Pnrr sono destinati 30,88 miliardi di euro dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza (pari al 16,13% del totale dei fondi) e un miliardo dal Piano complementare. L’obiettivo alla base di ogni mossa è uno e fondamentale: rendere sempre più stretta la relazione tra la formazione e il mondo del lavoro. Il metodo del Pnrr per compiere la missione “Istruzione e ricerca” si regge su due componenti. La prima, che impiega 19,44 miliardi di euro, è il potenziamento dell’offerta dei servizi, dagli asili nido fino alle università. La seconda componente adopera risorse per 11,44 miliardi di euro e consiste nel passaggio dalla ricerca all’impresa. I suoi obiettivi prevedono di rafforzare la collaborazione tra università, enti di ricerca e aziende. 

Inclusione e coesione 

La quinta Missione del Pnrr dedicata a “Inclusione e Coesione” può contare complessivamente su uno stanziamento di 22,4 miliardi: in particolare si tratta di 19,8 miliardi derivanti dal dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, risorse a cui si aggiungono ulteriori 2,6 miliardi garantiti dal Fondo complementare. Tra le riforme previste il piano punta su un articolato intervento dedicato all’occupazione femminile, che verrà potenziata attraverso lo sviluppo dei centri per l’impiego, gli incentivi all’imprenditorialità femminile, un nuovo sistema di certificazione della parità di genere. A rimarcare l’importanza della Missione 5 del Pnrr è stato più volte anche il premier, Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio ha ribadito la necessità di avviare “investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori e l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché di misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile”. 

Salute

Infine, nel Pnrr non poteva mancare il capitolo salute. In fondo, se il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato concepito è proprio a causa della pandemia. Infatti, prima di ogni altra cosa, il Covid ha dimostrato quanto sia fondamentale il servizio sanitario nazionale per la sopravvivenza di tutti noi e la tenuta della società. Il Pnrr italiano prevede investimenti nella sanità per 15,63. Il primo dei due obiettivi di fondo indicati per questa missione è il miglioramento delle infrastrutture ospedaliere, adeguandole contro gli eventi sismici (interessa 116 ospedali), e rendendo l’assistenza di prossimità più diffusa su tutto il territorio per garantire cure primarie e intermedie, soprattutto alle categorie più fragili; Il secondo è l’aggiornamento tecnologico e digitale per rafforzare gli strumenti di raccolta, elaborazione e analisi dei dati. Per garantire, tra l’altro, la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) ed erogare livelli essenziali di assistenza (Lea) in tutto il Paese. 

DA

https://www.ilmiogiornale.net/pnrr-per-draghi-e-unoccasione-storica-ma-cosa-sappiamo-del-piano-nazionale-di-ripresa-e-resilienza/

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