Recensione 💯 di questi anni di Pietro Ferrari

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di Giovanni Gabriele Morra
“Cento di questi anni” di Pietro Ferrari è una straordinaria opera ucronica – metagenere tra fantascienza e fantapolitica – in cui personaggi storici ed immaginari si fondono in una cornice narrativa utopica, nella quale la divaricazione allostorica scompagina e disallinea l’intero orizzonte storiografico del lettore.
Il punto di svolta che separa irriducibilmente la narrazione interna da quella storiograficamente autentica è racchiuso in un episodio periferico del 1936 che, sebbene possa passare quasi sottotraccia per un lettore non particolarmente attento alle vicende dell’anteguerra, ben presto determinerà una divergenza talmente estesa da non poter essere oltremodo mascherata.
Le pagine che conducono al “point of divergence” sono una vera e propria wunderkammer dei principali movimenti culturali, filosofici e politici che hanno campeggiato la storia del Novecento, i cui frequenti richiami lasciano trapelare un intenso e meticoloso lavoro di ricostruzione storiografica dell’Autore, con l’ulteriore pregio di aver sapientemente unificato le vicende umane dei protagonisti con i macro-eventi che si sono all’epoca tanto repentinamente succeduti.
Posteriormente alla diramazione temporale, la cronistoria si sottrae, come invero sovente accade in romanzi di tal fatta, da una deformazione eccessivamente marcata e disallineata, optando per una maggiore graduale verosimiglianza storica degli accadimenti, tale da instillare il dubbio nel lettore che effettivamente “un’altra storia era possibile”, lasciando così intendere che ogni ingranaggio, per quanto perimetrale, sia invero in grado di mutare il decorso degli eventi, aprendo ad infinite e perfino inimmaginabili possibilità.
Tuttavia, se questo è il messaggio che traspare dal substrato più esterno del racconto, il finale, in cui gli eventi sono intensificati e velocizzati in modo sorprendente, lascia velatamente trapelare una potenziale dicotomia tra l’autodeterminazione dei processi storici e l’immutabilità del “Fato”, da intendersi come destino al quale non è dato sottrarsi: in altri termini, la storia che, nonostante gli sforzi, riprende il suo corso prestabilito senza lasciare scampo all’hybris umana.
Per completare potrebbero essere utili questi spunti da mettere in fondo alla stessa:
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Dal minuto 36 in poi intervento televisivo:
Intervista:
Scheda sintetica di descrizione dell’opera:
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