di Antonio Catalano
Fonte: Antonio Catalano
Noi in Italia abbiamo un signore, Marco Cappato, che orgogliosamente rivendica di accompagnare in Svizzera persone dove legalmente accedono al “servizio” di suicidio assistito. Missione di Cappato: garantire il “diritto assoluto di morire”. A prescindere dall’esistenza stessa di una malattia. Secondo Cappato lo Stato deve garantire il diritto di uccidersi o di essere ucciso in modo “degno”, cioè secondo certi protocolli medico-sanitari. L’ultimo caso (2 agosto) riguarda una paziente malata di cancro, non una persona dipendente da “sostegni di trattamento vitale”, condizione posta dalla Corte Costituzione dopo il caso Fabo. Cappato ritiene che questa condizione sia “discriminatoria” verso quei malati che non dipendono da alcun sostegno di trattamento vitale. Cappato quindi, con questo ultimo viaggio in Svizzera, ha voluto fissare l’asticella un po’ più in alto: perché si reinterpretino le condizioni della Corte Costituzionale perché, anche IN ASSENZA DI DIPENDENZA DA TALI SOSTEGNI VITALI, si possa aspirare al suicidio assistito. Cappato fa parte di quel partito che, molto giustamente, Gianluca Marletta definisce il più iniquo fra tutti i partiti italiano: il Partito Radicale.
Andiamo in Canada. Abbiamo qui a disposizione il rapporto annuale che riguarda l’applicazione della legge sulla morte medicalmente assistita. I dati sono inquietanti. Nel 2021 si sono registrati 10.064 decessi assistiti. Di questi 1.740 riguardano persone che hanno chiesto e ottenuto l’eutanasia o il suicidio assistito solo perché soffrivano di solitudine e isolamento. Faccio presente che il Canada l’anno scorso (2021) ha approvato la nuova legge con un emendamento per aprirla anche a depressi e malati mentali. “Uccidiamoli così non dovranno suicidarsi”. I malati di mente già possono accedere alla morte assistita.
In questo nostro mondo, nel quale avanza la disgregazione delle forme associate, nel quale la famiglia, cellula primaria della comunità umana, è letteralmente aggredita perché non consona alle transumane leggi del capitalismo della sorveglianza, l’individuo deve sballarsi e divertirsi finché fa mercato, finché è prestante, poi deve semplicemente togliersi dai coglioni; e se si sente solo, depresso o escluso sappia che può tranquillamente levare il disturbo: ci pensa lo Stato-Cappato.