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L’ombra della Cia dietro i social network

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Il presidente uscente del Brasile ha detto che intende “riposare per un mese o due” a Mar-a-Lago nella residenza in Florida di Donald Trump.

Argentina: Fernández denunciato per “sedizione ”e “tradimento”.

Il motivo è che il presidente si è rifiutato di attenersi alla sentenza della Corte Suprema di Giustizia che lo costringerebbe a restituire fondi sottratti a Buenos Aires. “Disobbedire alla sentenza della Corte Suprema significa disobbedire all’ordine costituzionale, devono andare in prigione. Così ieri i deputati Fernando Iglesias e Sabrina Ajmechet hanno presentato una denuncia per il reato di “sedizione e tradimento”, ha reso noto ieri su Twitter la leader di Proposta repubblicana (PRO) — la principale coalizione di opposizione —, Patricia Bullrich.

La CIA si è intromessa nella moderazione dei contenuti di Twitter per anni

Lo ha rivelato l’altro ieri l’ultima puntata dei “Twitter files”. I documenti interni dei social media rilasciati sabato dal giornalista indipendente Matt Taibbi, documentando come la piattaforma si sia spesso piegata alle pressioni della CIA. Stacia Cardille, un alto dirigente legale di Twitter, ha scritto al suo collega ed ex consigliere capo dell’FBI-James Baker: “Ho invitato l’Fbi e anche la Cia”. Baker, una delle dozzine di ex agenti dell’FBI e dirigenti nelle file di Twitter all’epoca, è stato licenziato questo mese per aver interferito nello sforzo di Musk di rivelare gli illeciti passati della società.

Da allora in poi, riunioni regolari della multi-agenzia Foreign Influence Task Force – a cui hanno partecipato Twitter e “praticamente tutte le principali aziende tecnologiche [tra cui] Facebook, Microsoft, Verizon, Reddit, persino Pinterest –  “avevano “personale dell’FBI e uno o due partecipanti della CIA”. Attraverso il FITF, l’intelligence statunitense incaricava gli analisti di Twitter di laboriose indagini su account nazionali presunti di avere nefaste connessioni straniere, rivelano i documenti-aumentando man mano che le elezioni presidenziali del 2020 si avvicinavano, ma continuando fino al 2022.

I monitor dei contenuti di Twitter hanno analizzato i dati IP degli utenti, i numeri di telefono e persino valutato se i nomi utente fossero “Russiansounding” per confermare le accuse del governo, ma spesso non sono riusciti a farlo. Taibbi ha dimostrato anche come i rapporti dell’intelligence nel 2022 si sono sforzati di dare forma a narrazioni di notizie relative all’Ucraina e all’invasione russa. Un rapporto che elenca gli account presumibilmente legati alla “Propaganda neonazista ucraina” ha spinto Twitter a posizionare i siti che sottolineavano il ruolo lucrativo di Hunter Biden nel consiglio di amministrazione di Busima, la compagnia energetica ucraina, sotto blacklist. Altri rapporti, tra cui uno dell’agosto 2022, comprendevano “lunghe liste di giornali, tweet o video di YouTube” che l’intelligence statunitense riteneva colpevoli di “narrazioni anti-ucraine”. “Le informazioni sull’origine oscura di questi account potrebbero essere vere. Ma così potrebbero esserle almeno alcune delle informazioni al loro interno sui neonazisti, le violazioni dei diritti nel Donbass e persino sul nostro stesso governo – si chiede Taibbi – Dovremmo bloccare questo materiale?”.

Una persona su 40 a San Francisco vive in strada

Boom di senza casa nella notoriamente costosa San Francisco quest’anno a Natale, circa 1 ogni 40 residenti, secondo il San Francisco Chronicle, ovvero almeno 20mila. Molti i video sulla disastrata situazione a San Francisco che sono diventati virali proprio a Natale.

Tutta la famiglia di Pelé ha passato il Natale nell’ospedale dove è ricoverato da 27 giorni O Rei

Ieri notte Kely Nascimento, figlia di Edson Arantes do Nascimento ha pubblicato un nuovo post sui suoi social network in cui appare con i suoi fratelli. L’erede del re del calcio ha ringraziato i professionisti dell’ospedale Albert Einstein, a San Paolo, per le cure che suo padre ha ricevuto sinora.

Paolo Manzo, 26 dicembre 2022


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Caro Porro, caccia al tesoro: Carofiglio, Murgia e Saviano non mancano

Caro Nicola,

sono un assiduo lettore della Zuppa e guardo tutte le tue trasmissioni del lunedì. Oggi mi sono recato dalla Feltrinelli di Salerno per acquistare il tuo libro e senza sorprese ti rappresento che, a mia richiesta, ho notato che l’addetto era un poco stupito, oltre a dirmi che in libreria era rimasta una sola copia e non sapeva se era stata trattenuta in lettura né se ne erano sprovvisti.Non serve aggiungerti trattandosi della Feltrinelli, che in bella mostra vi erano i libri dei fenomeni Carofiglio, Murgia e Saviano. Che altro aggiungere? Ritornerò in libreria, intanto ti auguro una buona serata ed un Buon Natale.

A presto, Francesco. Adda turnà BAFFON (zio Stalin).

Caro Porro,

trovato!!!! Libreria Cerutti e Pozzi di Luino (VA) Mondadori Bookstore, scaffale dei saggi, vicino al libro di Renzi, rimaste ancora due copie. La gentile commessa mi ha proposto l’incarto o il sacchetto, rifiutato entrambi ho tenuto in bella mostra il libro mentre camminavo in Luino, me lo leggerò con calma dopo l’intervento di cataratta a cui verrò sottoposta a breve. Io vedo poco e male a causa di un problema agli occhi ma quelli di sinistra oltre che “ciechi” sono violenti, presuntuosi e supponenti.

Ti seguo sempre anche se non sono d’accordo al 100% con tutto quello che dici.
Con affetto Silvana

Ciao Nicola,

ho trovato e acquistato tre copie del tuo libro esposte in bella vista nella graziosa cartolibreria Minatelli, in quel piccolo scrigno che è Polcenigo (citato anche da Sgarbi nell’ultima puntata di Quarta Repubblica).
Buon Natale,
Luigi

Gas, quello che non vi dicono: le 6 fregature del price cap

Il meccanismo del tetto al prezzo del gas è una successione di supercazzole

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Si sarebbe potuta cercare una soluzione vera, intervenendo sui meccanismi di funzionamento dei mercati interni del gas e dell’elettricità. Ma il governo Meloni ha preferito non scontentare chi in Italia, ormai da due decenni, specula liberamente sui prezzi dell’energia. Ha invece sposato acriticamente la posizione assunta mesi fa dal governo Draghi: è l’Unione Europea che deve porre un limite all’aumento del prezzo del gas (e quindi dell’elettricità, che in Italia è prodotta per il 45% con il gas). E così, la (non)soluzione del “price cap” approvata dalla Commissione Europea dopo mesi di indecisioni e contrasti (Austria e Olanda si sono astenute e l’Ungheria ha votato contro) è stata presentata alla pubblica opinione nazionale come “il trionfo della posizione dell’Italia”. Un “trionfo” che non servirà a porre gli italiani al riparo dagli aumenti ma che, in compenso, lascia intatti gli interessi di chi specula sull’energia.

Se si tenta di approfondire (capire sarebbe troppo…) il meccanismo di funzionamento del price cap introdotto dall’Ue ci si trova di fronte ad una applicazione magistrale della supercazzola di tognazziana memoria, per la prima volta in edizione multilivello.

Supercazzola di primo livello. L’Ue ha introdotto un price cap sul prezzo del gas naturale a 180 euro/MWh. Chi sa un po’ d’inglese pensa che si tratti di un prezzo che non dovrà essere superato. Invece no: è un prezzo che deve essere necessariamente superato. Infatti, il meccanismo di controllo del prezzo del gas scatta solo se la quotazione del gas TTF alla borsa di Amsterdam supera il price cap per almeno tre giorni lavorativi consecutivi.

Per approfondire

In tal caso, entra in gioco la supercazzola di secondo livello. Superato per tre giorni il price cap, il prezzo del gas deve essere confrontato anche con il prezzo del gas naturale liquefatto (GNL): quello che non arriva via tubo ma via nave, e che dovrebbe costare meno (ma non è detto che sia così) di quello che arriva via tubo.

Se la quotazione del gas TTF (via tubo) alla borsa di Amsterdam supera di 35 euro/MWh anche il prezzo del GNL (per tre giorni lavorativi consecutivi), allora scatta il cosiddetto “limite di offerta dinamica”, ovvero la supercazzola di terzo livello.

Una volta che si siano verificati contemporaneamente i due sforamenti del prezzo del gas (sopra i 180 €/MWh e 35 €/MWh sopra il prezzo del GNL) gli operatori del mercato (ovvero chi vende o compra gas in borsa) sono obbligati a concludere ogni transazione ad un prezzo superiore al price cap ma inferiore ad un “limite di offerta dinamica” pari al price cap più 35 €/MWh. Quest’obbligo permane per almeno 30 giorni lavorativi ma si disattiva automaticamente se il prezzo TTF del gas torna (per tre giorni lavorativi consecutivi) sotto il livello di 180 €/MWh.

In particolare, una volta entrati nel limite di offerta dinamica, possono accadere due cose: 1) il prezzo del gas scende sotto i 180€/MWh entro i 30 giorni lavorativi, oppure 2) il prezzo del gas resta sopra i 180 €/MWh per più di 30 giorni lavorativi. Nel primo caso il sistema torna ai normali meccanismi di contrattazione. Nel secondo caso (supercazzola di quarto livello) l’Ue prende atto della situazione e sposta il price cap e il limite di offerta dinamica ai nuovi livelli di prezzo imposti dall’offerta.

Per approfondire

Esiste infine la possibilità che, durante il regime di prezzi “bloccati” (si fa per dire), chi fornisce il gas, non trovando remunerativo il limite di offerta dinamica, cessi di vendere il gas ai paesi dell’UE (ovvero, interrompa le forniture) e lo dirotti verso i mercati non regolati. Il meccanismo ideato per gestire quest’ultima eventualità è la quinta supercazzola, la più divertente: se durante i 30 giorni del regime controllato si verifica un’interruzione delle forniture, chi ha bisogno di gas naturale può acquistarlo a valere sugli stoccaggi dei paesi Ue. Ma per prevenire l’interruzione delle forniture l’Ue si riserva la possibilità di disattivare immediatamente il price cap e il limite di offerta dinamica: abbiamo scherzato; amici come prima…

Non manca, infine, la supercazzola di sesto livello. Il price cap e il limite di offerta dinamica si applicano solo alle transazioni concluse attraverso le borse del gas; non si applicano alle transazioni effettuate al di fuori delle borse; modalità, quest’ultima, che normalmente interessa circa il 40% del gas acquistato nei paesi dell’Ue. Il price cap non può inoltre valere per i contratti già stipulati, che ovviamente non lo prevedono. A tale proposito, occorre ricordare che quasi tutti i contratti di fornitura di gas oggi attivi in tutta Europa sono stati stipulati negli anni scorsi con durata pluridecennale: oltre l’85% dei contratti di fornitura oggi attivi nei paesi europei ha un orizzonte temporale di fornitura che va dai 5 ai 35 anni.

La conclusione evidente è che il meccanismo introdotto dalla Commissione Europea non può funzionare e che, anche qualora funzioni, 1) non è in grado di limitare efficacemente i prezzi e 2) espone li paesi europei a rischi concreti di interruzione delle forniture. Un vero trionfo, non c’è che dire.

Ugo Spezia, 26 dicembre 2022

Manovra, orgia di bonus: ora basta mammella di Stato

Dalla destra alla sinistra, sono tutti lì a discutere di come spendere in bonus i soldi. Che però sono i nostri

bonus legge bilancio

Quella del governo Meloni è una manovra che non fa entusiasmare. Al suo interno, i 2 terzi dei fondi sono destinati agli aiuti sulle bollette. Augusto Minzolini dice che manca una riduzione fiscale. Figuratevi voi se non sono d’accordo, ma il punto non è soltanto questo: bisogna ridurre la spesa pubblica.Siamo dei drogati attaccati alla mammella dello Stato. Ognuno di noi percepisce qualche piccola elemsosina di spesa pubblica. A fronte di 1.700 miliardi di PIL, 2.700 sono i miliardi del debito pubblico e 1.100 quelli della spesa pubblica.

Da Berlusconi al Pd, tutti vogliono finanziare le proprie proposte: dalle pensioni, ai sostegni per cultura e per le imprese, passando per la pubblica istruzione e per gli ospedali. Ma chi li paga tutti questi soldi?

Nicola Porro, 25 dicembre 202

Ecco il meglio della Zuppa di Porro di questa settima

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