Immigrati e le Sirene del consumismo. Ipocrisie e falsità dell’accoglienza europea

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dell’Avv. Luigi Bellazzi

Il tema dell’immigrazione è “caldo” più che mai. Torno a parlarne non solo per la sua drammatica attualità, ma per smascherare la demagogia falsa e pietosa degli  Atleti del pensiero comodo”, i cosiddetti “Buoni”. E per mostrarne falsità e ipocrisie.

C’è una guerra? C’è la fame? Viene spontaneo dire che “Uno rimane a casa propria a far la guerra o a zappare la terra”. Come avveniva da noi durante tutto il Novecento. Del resto, è evidente che la differenza tra il tenore di vita del contadino Siciliano di mezzo secolo fa e il suo Omologo dell’Africa subsahariana di oggi è più o meno la stessa. Domandiamoci, allora: perché, in passato, non c’erano le attuali migrazioni bibliche?
                                            Prima di rispondere, ecco alcune considerazioni di massima: in primo luogo, il braccio di mare tra Lampedusa e la costa Africana misura  da sempre solo 152 Km. Inoltre, guerre, carestie e malattie ci sono sempre state. Teniamo anche conto che è dal secondo dopoguerra che le Colonie hanno chiuso un’epoca.
                                            E allora? Che cosa c’è di nuovo? Che cosa è cambiato?
                                            Innanzitutto, da qualche decennio, si è diffusa in Africa la Tv Satellitare. Questa è la Sirena irresistibile che richiama le orde in Europa, mostrando la falsa immagine di una Società Europea ricca, opulenta, felice.
                                            Inoltre, sempre dal Secondo dopoguerra  ci è stata “liberamente” imposta una Economia basata sulla spesa e sui consumi, quando per tradizione la nostra economia era fondata sul risparmio e sugli investimenti ( el mal de la piera...).
Per aumentare i consumi, anche di noi Europei, c’è una sola ricetta: aumentare il numero dei consumatori. Si badi bene che non è l’aumento del reddito che fa aumentare i consumi. Anzi, le famiglie della fascia medio borghese (magari raggiunta da poco) educano i figli alla parsimonia, non allo sperpero. E’ nell’armadio della prostituta o del giovane spacciatore che si trovano stipati file di scarpe e di abiti firmati. Dunque, occorre trovare nuovi consumatori. Può sembrare illusorio vedere negli immigrati, poveri e coperti di stracci, dei nuovi consumatori, ma molti Buoni hanno la vista lunga.
                                        Mi sono chiesto e mi sono già dato la risposta: “Visto quello che si spende nel soccorrerli in mezzo al mare, viste le problematiche legate alla loro “accoglienza”, non converrebbe andare a prendere questi migranti a domicilio con torpedoni Gran Turismo? E perché invece si fanno rischiare di morire tra la sabbia del deserto, o annegati in mezzo al mare?
                                       Semplice e crudele la risposta che mi sono dato: perché, così facendo, “i Buoni” fanno una selezione eugenetica dei Migranti: anche solo un foruncolo nel culo ne impedisce la migrazione.
                                      Sofferenze e annegamenti selezionano, a loro volta, i più coraggiosi, i più intraprendenti e anche i più banditi.
Questa la vera ragione per la quale di questi Migranti abbiamo Ospedali vuoti e Carceri piene.
                                      Tirarli su fino ai vent’anni,  ai “Buoni” non sono costati nulla. E cosa si ritrovano, dopo averli lavati, ripuliti, rifocillati e rivestiti? Dei giovani immigrati, in un Continente di vecchi da mantenere, consumatori già adulti con braccia buone per imprese vecchie e superate, come lo schiavismo delle Coltivazioni di Cotone  degli Stati Confederati al tempo di “Via col Vento“.  Solo che, se per Rossella O’ Hara “Domani è un altro giorno”, per noi, sia nelle acque del Mediterraneo, sia nei centri di accoglienza, sia nelle politiche dell’immigrazione, “Domani è sempre lo stesso giorno” .

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