di Cristiano Tassinari
Il primo ministro kosovaro Albin Kurti ha accolto positivamente la decisione della Nato di aumentare la propria presenza nella regione. D’accordo anche il presidente serbo Aleksandar Vučić, che però chiede: “Operazione di peacekeeping Nato al posto della polizia kosovara”
Almeno su una cosa Kosovo e Serbia sono d’accordo: servono piu truppe Nato.
Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha accolto con favore la decisione dell’Alleanza atlantica di rafforzare la propria presenza nella regione, dopo la recente escalation di violenza, culminata – domenica 24 settembre – nell’omicidio di un agente di polizia kosovaro e nell’assedio del monastero di Banjska dove si era asserragliata la banda armata serba.
La Nato è presente In Kosovo già dal 1999, con la Kfor, forza di pace internazionale, a guida italiana, è coordinata dal generale italiano Angelo Michele Ristuccia.
Venerdì la polizia kosovara ha fatto irruzione in cinque località nel nord del Kosovo, zona in cui la popolazioone è a maggioranza serba.
“Truppe Nato al posto della polizia kosovara”
Anche il presidente della Serbia Aleksandar Vučićaveva già chiesto, nei giorni scorsi, di sostituire la polizia kosovara con un’operazione di peacekeeping della Nato.
La sparatoria di domenica tra il commando serbo (almeno una trentina di uomini, tre morti e otto arrestati) e la polizia kosovara è stata uno dei peggiori episodi di violenza tra i due Paesi da quando il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel 2008.
Il sostegno statunitense
Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan ha parlato al telefono con ilprimo ministro del Kosovo, Albin Kurti, ed ha espresso le sue condoglianze per la morte del poliziotto durante i violenti attacchi del 24 settembre.
Il funzionario americano ha anche sottolineato la preoccupazione degli Usa per la mobilitazione militare serba vicino al confine con il Kosovo e ha sottolineato la disponibilità degli Stati Uniti a lavorare con gli alleati per garantire che la Kfor abbia risorse per compiere la sua missione.