Per bruciare le chiese in Galilea non c’è bisogno dell’Isis

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3Segnalazione del Centro Studi Federici

Un attentato di matrice ebraica ha colpito la chiesa di Tabgha in Galilea, che ricorda il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (miracolo negato da Jorge M. Bergoglio: http://federiciblog.altervista.org/2013/05/27/la-moltiplicazione-degli-errori-di-bergoglio/)
 
Israele, un incendio doloso causa gravi danni in un santuario cristiano a Tabgha (terrasanta.net del 18 giugno 2015)
 
Nel cuore della notte scorsa un incendio doloso è stato appiccato alla chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, sulla riva nord-occidentale del lago di Tiberiade, in Israele.
I vigili del fuoco sono accorsi sul posto intorno alle tre e trenta. Quando sono riusciti a domare il rogo, le fiamme avevano già causato seri danni al chiostro del santuario, che è uno dei luoghi cari ai gruppi di pellegrini cristiani che si recano in Terra Santa. Due persone che si trovavano nell’attiguo monastero – un anziano monaco e una giovane volontaria – sono state affidate alle cure dei medici per un’intossicazione causata dall’inalazione dei fumi dell’incendio.
Su uno dei muri dell’edificio sacro è stata tracciata con uno spray rosso una frase in ebraico («Annienterai i falsi idoli»), tratta dalle preghiere recitate ogni giorno dagli ebrei osservanti. Il che fa pensare che l’incendio sia stato volutamente appiccato da qualche estremista appartenente a quegli ambienti.
Da anni ormai in Terra Santa si succedono attacchi a luoghi di culto cristiani (principalmente, ma non solo, in chiave anti palestinese), messi in atto da queste frange violente, spesso contigue al movimento dei coloni. Gli episodi vengono puntualmente denunciati e condannati dalle autorità religiose cristiane e da organismi come il Consiglio delle istituzioni religiose di Terra Santa, un coordinamento voluto da religiosi ebrei, cristiani e musulmani (basta dare un occhio al suo sito internet per rendersi conto della frequenza di simili eventi). Proprio questa mattina il Consiglio ha espresso la sua condanna per l’incendio a Tabgha, osservando che «dal dicembre 2009 qualcosa come 43 chiese e moschee sono state incendiate o dissacrate, e tuttavia non una singola persona è stata perseguita dalle autorità».
Ogni volta si invoca un nuovo e intenso sforzo educativo che educhi le nuove generazioni in particolare negli ambienti ultraortodossi ebraici … Il continuo ripetersi di simili episodi dimostra che la strada da percorrere è ancora lunga.
Il complesso della Moltiplicazione dei pani e dei pesci fa memoria del celebre miracolo che Gesù operò per sfamare una folla di discepoli. L’attuale chiesa è molto recente: risale agli anni Settanta del secolo scorso e sorge sui resti di un’antica chiesa bizantina. È proprietà dei benedettini (tedeschi) dell’abbazia della Dormizione a Gerusalemme. Fratel Nikodemus Schnabel, uno dei monaci, racconta che i danni provocati dall’incendio della scorsa notte sono ingenti: «L’atrio della chiesa, e tutta l’ala sud degli uffici e del “divano” (l’ampio soggiorno in cui nelle dimore mediorientali si ricevono gli ospiti – ndr) sono stati danneggiati». Le fiamme si sono propagate al tetto.
Anche nell’aprile 2014 degli adolescenti vestiti alla maniera degli ultraortodossi furono protagonisti di vandalismi nel recinto del santuario. Staccatisi da un più folto gruppo accompagnato da un adulto, alcuni di loro avevano distrutto una croce e oltraggiato con sputi, sassate e insulti una delle ospiti della foresteria. Poco più di un mese dopo, il 26 maggio, un piccolo rogo era stato acceso nella basilica della Dormizione a Gerusalemme, sul monte Sion, a due passi dal Cenacolo. (…)
La stampa israeliana riferisce che nel corso della mattinata la polizia ha fermato, per interrogarli e rilasciarli di lì a poco, 16 giovani coloni (inizialmente menzionati come studenti minorenni di una yeshiva, cioè una scuola religiosa ebraica), sospettati di essere responsabili dell’incendio.
 

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Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei

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Abbiamo già avuto modo di parlare del Piano Kalergi su questo sito. L’articolo che segue, sebbene datato 2012, è molto interessante e fornisce ulteriori particolari in merito alla pianificazione del progetto mondialista:

L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda  multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

LA PANEUROPA

Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea.[1] Nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. L’unificazione europea avrebbe costituito il primo passo verso un unico Governo Mondiale.
Con l’ascesa dei fascismi in Europa, il Piano subisce una battuta d’arresto, e l’unione Paneuropea è costretta a sciogliersi, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale Kalergi, grazie ad una frenetica e instancabile attività, nonché all’appoggio di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e di importanti quotidiani come il New York Times, riesce a far accettare il suo progetto al Governo degli Stati Uniti. Continua a leggere

A Napolitano il premio Kissinger per meriti europei (?)

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A Napolitano il premio Kissinger per meriti europei. Quali? Non si sa

Giorgio Napolitano è stato insignito del prestigioso Premio Henry Kissinger 2015 dall’American Academy, snodo cruciale dei rapporti Usa-Germania. Nella splendida cornice del lago Wannsee, oltre all’ex presidente italiano arriva anche il premio per l’ex ministro degli Esteri tedesco, Hans-Dietrich Genscher. A cantare le “laudatio” , due interpreti d’eccezione: Giuliano Amato e il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Cerimonia solenne, con tanto di saluto del nuovo presidente dell’American Academy, Gerhard Casper , e dallo stesso Kissinger. La notizia dovrebbe inorgoglirci e farci piacere. Non capita spesso che un uomo politico di lungo corso, che ha attraversato in lungo e in largo la storia del XX secolo e messo i piedi (con non poco peso e non trascurabile influenza) anche nelle vicende del Ventunesimo, riceva un premio così prestigioso. Eppure, in tutta onestà, non riusciamo proprio a fare salti di gioia né ce la sentiamo di levare il calice per brindare al riconoscimento attribuito all’ex presidente della Repubblica.

Napolitano e il passato “interventista”

Si badi: qui non c’entra nulla il ricordo di una stagione (recente) in cui il Napolitano “interventista” ne ha fatte di cotte e di crude nei confronti di Berlusconi, del centrodestra e via ricordando. Non ha niente a che vedere con la pur legittima (nostra) indignazione per aver favorito governi tecnici e spinto a Palazzo Chigi premier senza passare per le elezioni , e quindi privi di legittimazione popolare. E neppure ci fa ombra quel suo passato di comunista doc, tardivamente pentitosi per aver inneggiato alla invasione sovietica dell’Ungheria , oppure il suo presente di ossequiosa subalternità ai diktat della Merkel e di Francoforte. Non è questo il punto. Né nutriamo rancore. Il rancore è un sentimento che non ci appartiene umanamente. E in politica non ha senso. È la motivazione del premio che lascia allibiti.

Le “motivazioni”del premio a Napolitano

Udite, udite! Il premio viene conferito per meriti nel processo di integrazione dell’Europa, dalla guerra alla divisione del continente. Mai motivazione fu più falsa, ipocrita e fuorviante. Ma di quale integrazione si parla se ancor oggi l’Europa è a pezzi, sconclusionata, in mano a un club di tecnocrati, priva di spessore politico, avvolta e compressa in una spirale monetarista che ha ucciso l’anima dei popoli e ridotto alla fame intere nazioni, incapace di leggere e fronteggiare fenomeni nuovi come quelli delle migrazioni di massa e del terrorismo islamico? Una Europa che annaspa dietro le paturnie di Obama e non riesce a dialogare con Putin. Di quale integrazione si sia fatto promotore Napolitano, proprio non riusciamo a trovar traccia nel suo lungo e articolato curriculum vitae. Forse è un nostro limite di conoscenza. Salvo che, per saperne di più, ci si debba rivolgere al Club Bilderberg.

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Transessuale equadoriano decapita una donna a Milano. Glorie LGBTQI

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 TRANS

Segnalazione di Maurizio-G. Ruggiero

http://www.oggi.it/attualita/notizie/2015/06/15/orrore-a-milano-uccide-e-decapitauna-

donna-e-ne-getta-la-testa-in-cortile-arrestato-trans-ecuadoriano-di-20-anni/

Orrore a Milano: uccide e decapita una donna e ne getta la testa in cortile. Arrestato trans ecuadoriano di 20 anni Carlos Julio Torres Velesaca arrestato con l’accusa di aver ucciso e decapitato

Antonietta Gisonna  La testa della vittima ritrovata nel cortile di un palazzo popolare nella zona dell’Ortica. Un testimone ha assistito all’omicidio dalla finestra Una donna di 51 anni, Antonietta Gisonna, è stata uccisa e decapitata a Milano: la sua testa è stata ritrovata nel cortile di un palazzo popolare nella zona dell’Ortica.

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Siria, Maloula: torna la statua della Madonna

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statua Madonnina Siria

«Solo ora si può dire che Maloula sia tornata alla normalità». Samya, giovane farmacista, guarda la statua della Madonna che sabato il governo e i cittadini siriani hanno posto nuovamente al suo posto in cima alla montagna che domina la città. Quella statua era stata distrutta dai terroristi islamici che avevano occupato il villaggio cristiano nel 2013, «ma ora è tornata».

CULLA DELLA CRISTIANITÀ. Maloula è un antico villaggio incastonato tra due colossi di roccia e si trova a soli 55 chilometri da Damasco. È ritenuto la culla della cristianità siriana, dove le comunità musulmane, greco-cattoliche e greco-ortodosse convivono da sempre parlando il famoso “dialetto siriaco di Maloula”, unico al mondo e molto simile, se non identico, al dialetto aramaico che parlavano Gesù e i primi cristiani.

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Ennesima profanazione nella Diocesi del Giura, in Francia

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MADONNINA PROFANATA

Era stata appena ristrutturata. E’ stata subito profanata. E’ questo quanto accaduto alla statua della Vergine Maria, che si erge su di un terreno privato nel quartiere di Montchauvrot, Comune di Mantry, in Francia. Mani anonime l’hanno imbrattata con una vernice rosa fluorescente, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra il Cuore Immacolato di Maria, anniversario della seconda apparizione della Madonna a Fatima, il 13 giugno scorso.

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Terra Santa:­ Setta protestante vende una grande proprietà ai coloni

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casa_presbiteriani

Segnalazione del Centro Studi Federici

Il Patriarcato latino condanna la vendita di un terreno in Palestina da parte di una chiesa a vantaggio di una colonia

COMUNICATO – In questi ultimi giorni, la stampa locale ha reso noto che un grandissimo complesso, situato in Palestina tra Betlemme ed Hebron, appartenente a una chiesa presbiteriana, è stato venduto perché vi si possa istallare una colonia ebraica. Il Patriarcato latino condanna questa operazione e ne sottolinea le gravi conseguenze per il patrimonio cristiano e la vita della comunità cristiana locale.

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IlSole24Ore: anche Il giornale di Confindustria alla corte di Salvatore Buzzi

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GIORNALE

Segnalazione Quelsi

by Stefania Elena Carnemolla

Dopo aver rivelato tempo fa i rapporti fra Buzzi e il quotidiano La Repubblica, Qelsi pubblica, primo quotidiano a farlo, una notizia che conferma come il sistema di Mafia Capitale fosse riuscito a violare anche un altro tempio del giornalismo italiano blasonato.

Salvatore Buzzi, l’allora iscritto al Pd e gran capo delle cooperazione romana, bussò alla porta de IlSole24Ore e gli fu aperto. Provate voi ad ottenere una bella pagina con annesso box sul quotidiano più ambito e corteggiato d’Italia. Vi risponderanno: prego? O forse non vi risponderanno mai, cestinandovi. Ma Buzzi, lui no, lui ci riuscì. Del resto, fu o non fu lui, come risulta dall’ordinanza della Procura di Roma su Mondo di Mezzo, a vantarsi di finanziare tutti, giornali compresi? “Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti”. Una cassa continua.

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Ora è ufficiale: Ilaria Alpi fu uccisa dalla CIA. Il vergognoso silenzio generale…

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ILARIA ALPI

A cura di nocensura.com Adesso è praticamente certo. A distanza di oltre 20 anni – ventuno, per la precisione – dall’omicidio, a Mogadiscio, della coraggiosa giornalista del TG3, Ilaria Alpi, che aveva 33 anni, e del cameraman che l’accompagnava, Miran Hrovatin, emerge la verità. Furono i servizi segreti statunitensi, con l’ausilio di quelli italiani. Che l’omicidio della giornalista fosse legato a qualche trama oscura, in molti lo sostenevano sin dall’inizio, anche per le modalità dell’omicidio. In molti sospettavano che Ilaria avesse scoperto qualcosa che non doveva, e infatti è andata proprio così. Come nel caso di Ustica, i tentativi di insabbiare tutto sono riusciti a posticipare l’emergere della verità, ma alla fine questa è venuta a galla. La cosa vergognosa, o meglio la vergogna nella vergogna, è il silenzio mediatico sulla vicenda: non ne ha parlato praticamente NESSUNO!  L’unica testata giornalistica ad aver riportato la notizia nel modo dovuto, è Il Manifesto, con un ottimo articolo di Manlio Dinucci, di cui vi consigliamo la lettura:

La docu­fic­tion «Ila­ria Alpi – L’ultimo viag­gio» getta luce, soprat­tutto gra­zie a prove sco­perte dal gior­na­li­sta Luigi Gri­maldi, sull’omicidio della gior­na­li­sta e del suo ope­ra­tore Miran Hro­va­tin il 20 marzo 1994 a Moga­di­scio. Furono assas­si­nati, in un agguato orga­niz­zato dalla Cia con l’aiuto di Gla­dio e ser­vizi segreti ita­liani, per­ché ave­vano sco­perto un traf­fico di armi gestito dalla Cia attra­verso la flotta della società Schi­fco, donata dalla Coo­pe­ra­zione ita­liana alla Soma­lia uffi­cial­mente per la pesca.

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