Per bruciare le chiese in Galilea non c’è bisogno dell’Isis
Segnalazione del Centro Studi Federici
Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei
Abbiamo già avuto modo di parlare del Piano Kalergi su questo sito. L’articolo che segue, sebbene datato 2012, è molto interessante e fornisce ulteriori particolari in merito alla pianificazione del progetto mondialista:
L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.
LA PANEUROPA
Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea.[1]
Nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. L’unificazione europea avrebbe costituito il primo passo verso un unico Governo Mondiale.
Con l’ascesa dei fascismi in Europa, il Piano subisce una battuta d’arresto, e l’unione Paneuropea è costretta a sciogliersi, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale Kalergi, grazie ad una frenetica e instancabile attività, nonché all’appoggio di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e di importanti quotidiani come il New York Times, riesce a far accettare il suo progetto al Governo degli Stati Uniti. Continua a leggere
A Napolitano il premio Kissinger per meriti europei (?)
A Napolitano il premio Kissinger per meriti europei. Quali? Non si sa
Giorgio Napolitano è stato insignito del prestigioso Premio Henry Kissinger 2015 dall’American Academy, snodo cruciale dei rapporti Usa-Germania. Nella splendida cornice del lago Wannsee, oltre all’ex presidente italiano arriva anche il premio per l’ex ministro degli Esteri tedesco, Hans-Dietrich Genscher. A cantare le “laudatio” , due interpreti d’eccezione: Giuliano Amato e il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Cerimonia solenne, con tanto di saluto del nuovo presidente dell’American Academy, Gerhard Casper , e dallo stesso Kissinger. La notizia dovrebbe inorgoglirci e farci piacere. Non capita spesso che un uomo politico di lungo corso, che ha attraversato in lungo e in largo la storia del XX secolo e messo i piedi (con non poco peso e non trascurabile influenza) anche nelle vicende del Ventunesimo, riceva un premio così prestigioso. Eppure, in tutta onestà, non riusciamo proprio a fare salti di gioia né ce la sentiamo di levare il calice per brindare al riconoscimento attribuito all’ex presidente della Repubblica.
Napolitano e il passato “interventista”
Si badi: qui non c’entra nulla il ricordo di una stagione (recente) in cui il Napolitano “interventista” ne ha fatte di cotte e di crude nei confronti di Berlusconi, del centrodestra e via ricordando. Non ha niente a che vedere con la pur legittima (nostra) indignazione per aver favorito governi tecnici e spinto a Palazzo Chigi premier senza passare per le elezioni , e quindi privi di legittimazione popolare. E neppure ci fa ombra quel suo passato di comunista doc, tardivamente pentitosi per aver inneggiato alla invasione sovietica dell’Ungheria , oppure il suo presente di ossequiosa subalternità ai diktat della Merkel e di Francoforte. Non è questo il punto. Né nutriamo rancore. Il rancore è un sentimento che non ci appartiene umanamente. E in politica non ha senso. È la motivazione del premio che lascia allibiti.
Le “motivazioni”del premio a Napolitano
Udite, udite! Il premio viene conferito per meriti nel processo di integrazione dell’Europa, dalla guerra alla divisione del continente. Mai motivazione fu più falsa, ipocrita e fuorviante. Ma di quale integrazione si parla se ancor oggi l’Europa è a pezzi, sconclusionata, in mano a un club di tecnocrati, priva di spessore politico, avvolta e compressa in una spirale monetarista che ha ucciso l’anima dei popoli e ridotto alla fame intere nazioni, incapace di leggere e fronteggiare fenomeni nuovi come quelli delle migrazioni di massa e del terrorismo islamico? Una Europa che annaspa dietro le paturnie di Obama e non riesce a dialogare con Putin. Di quale integrazione si sia fatto promotore Napolitano, proprio non riusciamo a trovar traccia nel suo lungo e articolato curriculum vitae. Forse è un nostro limite di conoscenza. Salvo che, per saperne di più, ci si debba rivolgere al Club Bilderberg.
Faccia a faccia Renzi-Napolitano: l’agenda politica al vaglio del Colle
All’ora di pranzo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha lasciato la riunione incandescente con i rappresentanti sindacali sulla vertenza Ast per recarsi al Quirinale per un incontro con Giorgio…
30 ottobre 2014
Pomicino: Napolitano? Meglio che stia zitto. L’Italicum devasta la democrazia
Ha attraversato in lungo e in largo la cosiddetta prima Repubblica, occupato prestigiose cattedre ministeriali e ricoperti ruoli politici di primo piano. Piglio battagliero e vis polemica sono doti che…
Transessuale equadoriano decapita una donna a Milano. Glorie LGBTQI
Segnalazione di Maurizio-G. Ruggiero
http://www.oggi.it/attualita/notizie/2015/06/15/orrore-a-milano-uccide-e-decapitauna-
donna-e-ne-getta-la-testa-in-cortile-arrestato-trans-ecuadoriano-di-20-anni/
Orrore a Milano: uccide e decapita una donna e ne getta la testa in cortile. Arrestato trans ecuadoriano di 20 anni Carlos Julio Torres Velesaca arrestato con l’accusa di aver ucciso e decapitato
Antonietta Gisonna La testa della vittima ritrovata nel cortile di un palazzo popolare nella zona dell’Ortica. Un testimone ha assistito all’omicidio dalla finestra Una donna di 51 anni, Antonietta Gisonna, è stata uccisa e decapitata a Milano: la sua testa è stata ritrovata nel cortile di un palazzo popolare nella zona dell’Ortica.
Siria, Maloula: torna la statua della Madonna
«Solo ora si può dire che Maloula sia tornata alla normalità». Samya, giovane farmacista, guarda la statua della Madonna che sabato il governo e i cittadini siriani hanno posto nuovamente al suo posto in cima alla montagna che domina la città. Quella statua era stata distrutta dai terroristi islamici che avevano occupato il villaggio cristiano nel 2013, «ma ora è tornata».
CULLA DELLA CRISTIANITÀ. Maloula è un antico villaggio incastonato tra due colossi di roccia e si trova a soli 55 chilometri da Damasco. È ritenuto la culla della cristianità siriana, dove le comunità musulmane, greco-cattoliche e greco-ortodosse convivono da sempre parlando il famoso “dialetto siriaco di Maloula”, unico al mondo e molto simile, se non identico, al dialetto aramaico che parlavano Gesù e i primi cristiani.
Ennesima profanazione nella Diocesi del Giura, in Francia
Era stata appena ristrutturata. E’ stata subito profanata. E’ questo quanto accaduto alla statua della Vergine Maria, che si erge su di un terreno privato nel quartiere di Montchauvrot, Comune di Mantry, in Francia. Mani anonime l’hanno imbrattata con una vernice rosa fluorescente, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra il Cuore Immacolato di Maria, anniversario della seconda apparizione della Madonna a Fatima, il 13 giugno scorso.
Terra Santa: Setta protestante vende una grande proprietà ai coloni
Segnalazione del Centro Studi Federici
Il Patriarcato latino condanna la vendita di un terreno in Palestina da parte di una chiesa a vantaggio di una colonia
COMUNICATO – In questi ultimi giorni, la stampa locale ha reso noto che un grandissimo complesso, situato in Palestina tra Betlemme ed Hebron, appartenente a una chiesa presbiteriana, è stato venduto perché vi si possa istallare una colonia ebraica. Il Patriarcato latino condanna questa operazione e ne sottolinea le gravi conseguenze per il patrimonio cristiano e la vita della comunità cristiana locale.
IlSole24Ore: anche Il giornale di Confindustria alla corte di Salvatore Buzzi
Segnalazione Quelsi
Dopo aver rivelato tempo fa i rapporti fra Buzzi e il quotidiano La Repubblica, Qelsi pubblica, primo quotidiano a farlo, una notizia che conferma come il sistema di Mafia Capitale fosse riuscito a violare anche un altro tempio del giornalismo italiano blasonato.
Salvatore Buzzi, l’allora iscritto al Pd e gran capo delle cooperazione romana, bussò alla porta de IlSole24Ore e gli fu aperto. Provate voi ad ottenere una bella pagina con annesso box sul quotidiano più ambito e corteggiato d’Italia. Vi risponderanno: prego? O forse non vi risponderanno mai, cestinandovi. Ma Buzzi, lui no, lui ci riuscì. Del resto, fu o non fu lui, come risulta dall’ordinanza della Procura di Roma su Mondo di Mezzo, a vantarsi di finanziare tutti, giornali compresi? “Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti”. Una cassa continua.
Ora è ufficiale: Ilaria Alpi fu uccisa dalla CIA. Il vergognoso silenzio generale…
A cura di nocensura.com Adesso è praticamente certo. A distanza di oltre 20 anni – ventuno, per la precisione – dall’omicidio, a Mogadiscio, della coraggiosa giornalista del TG3, Ilaria Alpi, che aveva 33 anni, e del cameraman che l’accompagnava, Miran Hrovatin, emerge la verità. Furono i servizi segreti statunitensi, con l’ausilio di quelli italiani. Che l’omicidio della giornalista fosse legato a qualche trama oscura, in molti lo sostenevano sin dall’inizio, anche per le modalità dell’omicidio. In molti sospettavano che Ilaria avesse scoperto qualcosa che non doveva, e infatti è andata proprio così. Come nel caso di Ustica, i tentativi di insabbiare tutto sono riusciti a posticipare l’emergere della verità, ma alla fine questa è venuta a galla. La cosa vergognosa, o meglio la vergogna nella vergogna, è il silenzio mediatico sulla vicenda: non ne ha parlato praticamente NESSUNO! L’unica testata giornalistica ad aver riportato la notizia nel modo dovuto, è Il Manifesto, con un ottimo articolo di Manlio Dinucci, di cui vi consigliamo la lettura:
La docufiction «Ilaria Alpi – L’ultimo viaggio» getta luce, soprattutto grazie a prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi, sull’omicidio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Furono assassinati, in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio e servizi segreti italiani, perché avevano scoperto un traffico di armi gestito dalla Cia attraverso la flotta della società Schifco, donata dalla Cooperazione italiana alla Somalia ufficialmente per la pesca.