Castagna a Cortina: “Dimostriamoci cattolici in Politica”

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di Lucia Rezzonico

Su invito di Raffaella Ghedina, il nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna ha presentato a Cortina d’Ampezzo il suo interessante, apprezzato quanto discusso libro. Presentato da Nicola Pasqualato, Castagna ha parlato di questioni ecclesiali, di teologia, di politica.

Ecco il video: https://youtu.be/E5MvPW0n5xU

 

Il Vicepremier Salvini consacra l’Italia al Sacro Cuore di Maria

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Il nostro Matteo Castagna ne aveva chiesto il gesto nel tratto accanto del suo libro “Cattolici tra europeismo e populismo”

di Lucia Rezzonico

Ieri 18 maggio 2019, al termine di un comizio elettorale per le europee a Milano, in piazza Duomo, il leader della lega Matteo Salvini ha citato spesso il Cattolicesimo.

Accanto a lui, 12 leader del Sovranismo europeo. Davanti a lui, nonostante la pioggia, una piazza straripante di persone.

E lui ha affidato l’Europa ai suoi 6 grandi Santi protettori ed ha posto l’Italia sotto la protezione del Sacro Cuore Immacolato di Maria. Dopo un discorso incentrato su “Dio, Patria e Famiglia”. Un discorso storico, d’impostazione così cattolica, che non vi sono eguali nella storia repubblicana.

Un discorso, i cui punti o riferimenti dottrinalmente o storicamente imperfetti passano, in secondo piano col gran finale. Che corrisponde a quanto il nostro Matteo Castagna chiede al Governo nel suo libro “Cattolici tra europeismo e populismo” nell’ultima pagina del saggio presentato il 14 gennaio 2019 alla Camera dei deputati, proprio grazie a Salvini.

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Cattolici: Globalismo o Tradizione?

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Di Lucia Rezzonico

La Lega ha invitato il nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna a presentare il suo libro, che continua ad avere successo (tanto da aver già quasi esaurito la prima ristampa) e a far discutere in ambito religioso, politico e mediatico.
Stavolta, è un consigliere comunale di San Zeno di Montagna (VR) ad organizzare con ospiti, oltre a Castagna, l’On. Vito Comencini e il consigliere comunale di Verona Anna Grassi, come da locandina.
LUNEDI 25 FEBBRAIO ORE 20.30 tutti in montagna per una serata all’insegna della cultura tradizionalista.

Il Primato Spirituale di Roma Capitale in un saggio di Matteo Castagna, presentato a Palazzo Montecitorio

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LA RECENSIONE

Scritto da Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro il . Pubblicato in Attualità, Media ed Editoria.

La sfida Italica al Nichilismo Europeo

Si è svolta, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio, un’interessante presentazione del libro di Matteo Castagna dal titolo “Cattolici tra Europeismo e Populismo”, edito da Solfanelli. Presenti l’autore, l’editore e tre competenti relatori Vito Comencini, Giacomo Bergamaschi e Andrea Bacciga.

Il libro si colloca già dalla scelta del titolo in un dialogo quanto mai attuale, in vista delle prossime elezioni europee. Come lo stesso autore sottolinea: “La lettura del libro contribuirà a far capire da che parte stare in politica: Sovranità e Identità (ovvero “Populismo”) o Cosmopolitismo ed Europeismo (ovvero progressismo conciliatorista?)”. Continua a leggere

Che cosa è il Fascismo (Z. Sternhell) e il XXI Secolo

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di Giacomo Bergamaschi

Si parla ogni giorno di Fascismo, non solo in occidente ma anche dal Brasile all’Argentina, dalle Filippine alla Cina. Quasi sempre a sproposito, decontestualizzando e confondendo abilmente. Come a sproposito si parlò di Napoleone e della “Vecchia Guardia” bonapartista dopo il Congresso di Vienna, il Patto di Yalta dell’800, volendo azzardare un paragone forte e volutamente provocatorio.

Il saggio di Zeev Sternhell  “Nascita dell’ideologia fascista” rimane sicuramente quello più profondo e oggettivo per comprendere il fenomeno fascista, con talune precisazioni, che di seguito tenteremo di avanzare. Zeev Sternhell, israeliano di estrema sinistra, antifascista e materialista storico, oltre a quello citato ha dedicato molti saggi alla questione: Né destra né sinistra, La destra rivoluzionaria, Contro l’Illuminismo: la storia delle idee, Nascita di Israele e molti altri articoli e scritti che spaziano dalla rivoluzione americana a quella francese.

L’autore israeliano è più un filosofo della politica come Del Noce che uno storico puro come De Felice, per questo talune sue intuizioni sono a mie parere brillanti e non superate sulla questione Fascismo. Non possiamo nemmeno prendere in considerazione come autori primi del Fascismo né un Guido Melis, né un Emilio Gentile, in quanto la loro visione empirista, riduzionistica, fenomenologica (soprattutto quella di Gentile, che non fa che trasferire al caso italiano il metodo che Mosse applica al caso tedesco), non permette di comprendere in profondità il fenomeno.

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Una nuova crisi: siamo alla fine dell’era globalista?

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di Luigi Tedeschi

E’ in arrivo una nuova crisi in Europa, ma la crisi del 2008 non è stata ancora superata. Le crisi ricorrenti sono il sintomo evidente della incipiente decadenza del modello neoliberista globale.

E’ tornata l’ombra della recessione sull’economia italiana ed europea. Si avvertono chiaramente gli effetti del rallentamento dell’economia globale. Il Pil italiano è diminuito dello 0,1% nel terzo trimestre 2018 rispetto al precedente. Si prevede per il 2018 una crescita italiana dello 0,8%, in diminuzione rispetto alle precedenti stime, che prevedevano una crescita dell’1,2%. Trattasi della prima battuta d’arresto della crescita dal 2014. Continua a leggere

“Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo”, il libro di Matteo Castagna | lafedequotidiana.it

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LA RECENSIONE

di Michele M. Ippolito, direttore de “La Fede quotidiana”

“Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo” è il nuovo libro di Matteo Castagna (Edizioni Solfanelli, pagine 248, € 17).

Sebbene l’autore non sia uno storico di professione, Castagna avvalendosi del confronto con la migliore produzione teorica contemporanea, cerca di comprendere la storia italiana, occidentale e cattolica ridimensionando le interpretazioni unilaterali e fuorvianti di quanti tendono a smussare il grande conflitto tra cattolicesimo integrale e modernismo, divampato a fine Ottocento, “che è proseguito poi nella contrapposizione finale tra il fronte pacelliano e quello democristiano di Montini, grande politico ma debole teologo, discepolo dell’ecumenismo laicista e mondialista di Maritain”.

Veronese, sposato, classe 1976, collaboratore di Veronanews, Vvox e La Verità, Matteo Castagna, si definisce uno dei cattolici fedele alla Tradizione che ha iniziato ad interessarsi di politica a 14 anni (fino ad essere eletto, nel 1998, a consigliere della III circoscrizione di Verona risultando il più giovane della città).

In questo suo primo libro come singolo autore, che contiene una postazione di Giacomo Bergamaschi e un apparato di citazioni notevoli, la proposta finale la ricorda lo stesso Castagna: “i modelli del Fascismo italiano e di quello portoghese intesero contrapporsi ad un modello di civilizzazione modernista e rivoluzionaria attraverso una chiara controrivoluzione, con l’affermazione di una cultura politica e sociale controriformista moderna, non teocratica o meramente neo medievale, volta alla moderna instaurazione di uno Stato corporativista cattolico”.

Castagna definisce questi due fascismi come non reazionari né conservatori ma regimi tradizionalisti e controrivoluzionari “vale a dire ortodossamente controriformistici poiché pur riconoscendosi nei valori della tradizione non ritenevano però adeguato al contesto restaurare sic et simpliciter l’antico regime”. Continua a leggere

Populismo: tra ribellione e costruzione

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“Noi tradizionalisti cattolici diamo la ragione metafisica dell’esistenza del populismo. Piaccia o no. Nel lungo termine la retta via sovranista e identitaria convergeranno, anche inconsapevolmente, nella restaurazione del Papato, come condizione trascendente per il riordino della società” (Matteo Castagna, Christus Rex-Traditio)

di Roberto Siconolfi

Populismo: tra ribellione e costruzione

Fonte: oltre la linea

Oggi tutto l’establishment si muove a gonfie vele in opposizione al nascente movimento populista. Populismo, questo termine dispregiativo invocato per ogni manovra, politica o teorica, che esula dalle direttive UE e dal pensiero unico. Un varco che si apre all’interno di un sistema sempre più compiuto e totalitario e che afferma con veemenza le rinnovate esigenze dei popoli europei.
Nella prefazione al saggio “Populismo – la fine della destra e della sinistra” di Alain de Benoist, il prof Zarelli afferma che esso è anche una mentalità e uno stato d’animo. E come non potrebbe, da un punto di vista cosciente e razionale possiamo affermare che esso è “la voce dell’anima dei popoli europei”. Un processo che ricalca il risveglio del femminino sacro delle concezioni metafisiche originarie. Un’anima che si rivolta contro i soprusi di una società di ottusi burocrati, di un sistema di debitori e creditori (vedi Eurozona), di tecnocrati che hanno svilito con la forza della psicologia di massa le migliori qualità identitarie e culturali dei popoli d’Europa.
Ma chi è che ha paura dei populisti e perché? Analizzando le categorie possiamo definire un gruppo di oligarchie ristrette formate da: economia finanziaria; mainstream (una categoria vasta che include sia il mondo dei media che della cultura di massa); centri eteronomi di potere (Bilderberg, Trilateral, Aspen Institute, NATO ecc.). E’ da qui che si tessono le fila oltre che del dominio politico, anche dell’attacco a tutto il movimento populista complessivo. Continua a leggere

Media contro popolo

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QUINTA COLONNA

di Marcello Veneziani

Media contro popolo

Fonte: Marcello Veneziani

Cara Lilli Gruber, ma come possono fidarsi gli italiani di lei se scrive suSette un commento con un titolo così: “Tutti i populisti mentono. Sono pericolosi e opportunisti”? E il titolo risponde fedelmente allo svolgimento. Sa che sta offendendo i tre quarti dei suoi spettatori?

Come il 60% degli italiani mi sento in questo momento, con tutte le riserve critiche che non nascondo, più dalla parte dei populisti che dei loro nemici. E non mi sento solo offeso dalla sua definizione, quanto ferito da italiano, da giornalista e da libero pensatore. Non userei mai un’affermazione del genere nemmeno per i peggiori nemici; distinguerei, non mi sentirei in possesso della verità. Non scommetto sulla riuscita di questo governo, lo dico ogni giorno. E mi sorprende che ad attaccare in quel modo sia proprio lei che è stata generosa coi grillini e i loro sponsor, al punto che spesso – anche l’altro giorno con l’imbarazzante, sconclusionato, sproloquio di Dibba – ha dato l’impressione di essere Grilli Uber. Non le rinfaccio l’incoerenza, sono fatti suoi, so che a lei i grillini vanno bene se pendono a sinistra, se invece si alleano a Salvini diventano cattivi. C’è gente che divide ancora l’umanità in fascisti e antifascisti, e si perde la realtà, il presente, il mondo, 70 anni di storia, comunismo incluso.

Tramite lei, in realtà, me la prendo coi Media, la Stampa e la Tv che stanno offrendo uno spettacolo disgustoso e desolante: gli italiani da una parte e loro compatti dalla parte dell’establishment. Non mi sarei aspettato il contrario ma almeno una varietà di posizioni e la capacità di distinguere e analizzare; qualcuno equidistante, qualche altro che comprende le ragioni della gente, qualcuno che riconosce pezzi di verità nell’avversario. No, niente, un esercito cinese, monolitico, monotono. Come in guerra. Continua a leggere

L’identità esiste (ma c’è chi lo nega)

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di Ernesto Galli della Loggia

L’identità esiste (ma c’è chi lo nega)

Fonte: Corriere della Sera

Ogni volta che decide di suicidarsi la Sinistra sa che può sempre contare su chi è pronto ad aiutarla a infilare il colpo in canna: sono gli intellettuali della sua parte. I quali a propria volta sanno che qualunque cosa dicano o facciano possono sempre contare sul masochistico silenzio della loro vittima. È questa la prima riflessione che viene alla mente leggendo il lungo articolo di Tomaso Montanari «L’identità inventata degli italiani» (Il Fatto, 10 settembre). E subito dopo non si può non pensare che su certe materie in Italia ogni discussione è impossibile dal momento che invece di sforzarsi di capire le ragioni dell’altro ognuno ripete le proprie come un mantra per il pubblico degli aficionados. La tesi di Montanari è perfettamente espressa dal titolo dell’articolo: l’identità italiana non esiste. Lo stesso termine identità è a suo avviso un termine maledetto, servendo solo ad alimentare «il veleno della retorica identitaria» e quindi a giustificare il «noi» contro «loro», le dottrine del «respingimento», «i campi di concentramento in Libia», lo «straniero come nemico» nonché ovviamente «i paradigmi culturali (…) connessi ai fantasmi del nazionalismo nazifascista», il «prima gli italiani» e via così sermoneggiando. Tutte infamie imputabili per l’appunto al famigerato concetto di identità. Continua a leggere

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