Segnalazione Quelsi
by Cristina E. Rapisarda
Cari lavoratori dipendenti, volete qualche euro al mese in più? Se sommate gli 80 euro a un altro centinaio di euro che ricevereste (in anticipo dai vostri soldi) incassando la metà del vostro tfr, potrete avere ben 180 euro in più! Mica male per chi fatica ad arrivare a fine mese, no?
Sembra una di quelle televendite in stile Vanna Marchi. Renzi, oltre ai magici 80 euro, cerca ora disperatamente altri modi per rimpinguare le tasche dei lavoratori dipendenti (privati), e far così ripartire i consumi, sempre irrimediabilmente in calo: a luglio 2014 l’Istat ha constatato un calo delle vendite alimentari dello 0,5% su giugno. Così il Governo ripesca un’idea già vagliata nel 2011 dall’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il quale però la scartò poiché non realizzabile.
Bisogna ricordare che ad oggi, dopo la riforma del 2006, i lavoratori dipendenti privati possono scegliere se mantenere la propria liquidazione in azienda o destinarla ad un fondo pensione integrativo. Inoltre, dopo otto anni presso uno stesso datore di lavoro è possibile chiedere un anticipo del tfr fino al 70% dell’importo complessivo, tassato con la stessa aliquota fiscale agevolata della liquidazione completa. Se confluissero nella busta paga immediatamente, questi soldi contribuirebbero a far crescere il reddito imponibile irpef e quindi l’aliquota fiscale. In sintesi: i lavoratori si vedrebbero applicare conguagli di fine anno più onerosi e potrebbero addirittura cambiare scaglione reddituale. Dare questi soldi ai lavoratori sarebbe come mettere una pezza su una ferita profonda che andrebbe completamente disinfettata. Avere i soldi oggi per non averli domani. Non averli domani, quando non si è più in grado di lavorare o quando si resta senza lavoro non sembra però una soluzione ragionevole. Nel momento in cui ci si ritrova, per le più svariate ragioni, senza un impiego, poter disporre di quella buonuscita permette spesso anche di “tirare avanti” durante il difficile periodo di transizione da un impiego a un altro, considerato che in Italia non esiste una gestione integrata ed efficiente delle risorse umane. Continua a leggere