Ipotesi IVA al 25%: sarebbe la FINE del paese!

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Leggi anche: Follia delle follie: vogliono aumentare ancora l’IVA! – di nocensura.com

ESPOSIONE NUCLEARENonostante il precedente aumento abbia fatto contrarre i consumi facendo chiudere le attività che già se la passavano male e riducendo le entrate tributarie, vogliono aumentare ancora l’Iva: al vaglio c’è l’ipotesi di un MAXI AUMENTO che porterebbe l’IVA al 25%! Sarebbe davvero il colpo finale… 

Staff nocensura.com

Stabilità, arriva anche l’aumento dell’IVA al 25%?

Di Giovanni De Mizio – @ToobyTweet 

Il governo Renzi nella legge di stabilità ha reso sempre più forte la sua intenzione di sostenere i consumi (stabilizzando gli 80 euro, che passano da bonus a detrazione strutturale – e in quanto tale rischia di avere qualche problema alla Consulta) e demolire il risparmio (aumentando le imposte alla previdenza complementare e supertassando il TFR in busta paga). Tuttavia questo piano rischia di frantumarsi contro la solita clausola di salvaguardia: l’aumento dell’IVA. Continua a leggere

Renzi trucca le carte, meno rigore solo per Confindustria

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PAGLIACCIRenzi archivia Monti e Letta, proni all’euro-rigore, ma lo fa “da destra”: all’autismo suicida dell’euro oppone l’antica ricetta del neoliberismo, senza il coraggio di rompere con la prigione della moneta unica. E intanto trucca le carte, per tentare di imbrogliare Angela Merkel. «E’ noto come Mussolini usasse spostare di continuo i pochi e inefficienti carri armati di cui disponeva per far credere a tutti, e a Hitler in particolare, di avere un esercito ben più potente della misera realtà che la guerra dimostrerà ben presto». Passano gli anni, ma certi vizi restano: «Al posto dei carri armati ci sono ora i miliardi di una manovra economica che ha la stessa credibilità dell’esercito mussoliniano», sostiene Leonardo Mazzei. «Allora Hitler non si fece certo impressionare dal suo alleato italiano, tanto ambizioso quanto subordinato nei fatti». La Merkel? Vedremo. «Ma il “cambiare verso” all’Europa è ormai soltanto un ricordo a cui nessuno più crede». Il prestigiatore Renzi ha da tempo superato il “maestro” Berlusconi, con una finanziaria che doveva essere di 20 miliardi, poi 30, anzi 36.

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Condannato per bancarotta e assolto in Appello: la storia di Antonio Manno, tra banche e malagiustizia

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Segnalazione Quelsi

by Riccardo Ghezzi

Immagine 1Un imprenditore contribuisce a fondare quella che diventerà una delle più importanti internet company d’Italia, poi arriva la prima bolla dell’internet e due banche importanti entrano nel capitale. Le cose peggiorano rapidamente finché nel 2002 la società è costretta a chiedere l’autofallimento.
Cosa è successo in realtà? La sentenza di primo grado del tribunale di Trani dà la colpa ad Antonio Manno, l’imprenditore di cui sopra, condannandolo a 4 anni di reclusione per dissipazione del patrimonio sociale. Era il 2007.
Il 2 Maggio del 2013 il tribunale di appello di Bari invece assolve Manno con sentenza inappellabile.
Una storia di banche, tra cui la “prezzemolina” Mps, e malagiustizia. Una “farsa e tragedia del nostro Paese”, come la definisce lo stesso Manno sul suo blog.
E’ lui a raccontarci la sua storia. Continua a leggere

Consumi in calo? Il tfr in busta paga non è la soluzione

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Segnalazione Quelsi

by Cristina E. Rapisarda

TFRCari lavoratori dipendenti, volete qualche euro al mese in più? Se sommate gli 80 euro a un altro centinaio di euro che ricevereste (in anticipo dai vostri soldi) incassando la metà del vostro tfr, potrete avere ben 180 euro in più! Mica male per chi fatica ad arrivare a fine mese, no?
Sembra una di quelle televendite in stile Vanna Marchi. Renzi, oltre ai magici 80 euro, cerca ora disperatamente altri modi per rimpinguare le tasche dei lavoratori dipendenti (privati), e far così ripartire i consumi, sempre irrimediabilmente in calo: a luglio 2014 l’Istat ha constatato un calo delle vendite alimentari dello 0,5% su giugno. Così il Governo ripesca un’idea già vagliata nel 2011 dall’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il quale però la scartò poiché non realizzabile.

Bisogna ricordare che ad oggi, dopo la riforma del 2006, i lavoratori dipendenti privati possono scegliere se mantenere la propria liquidazione in azienda o destinarla ad un fondo pensione integrativo. Inoltre, dopo otto anni presso uno stesso datore di lavoro è possibile chiedere un anticipo del tfr fino al 70% dell’importo complessivo, tassato con la stessa aliquota fiscale agevolata della liquidazione completa. Se confluissero nella busta paga immediatamente, questi soldi contribuirebbero a far crescere il reddito imponibile irpef e quindi l’aliquota fiscale. In sintesi: i lavoratori si vedrebbero applicare conguagli di fine anno più onerosi e potrebbero addirittura cambiare scaglione reddituale. Dare questi soldi ai lavoratori sarebbe come mettere una pezza su una ferita profonda che andrebbe completamente disinfettata. Avere i soldi oggi per non averli domani. Non averli domani, quando non si è più in grado di lavorare o quando si resta senza lavoro non sembra però una soluzione ragionevole. Nel momento in cui ci si ritrova, per le più svariate ragioni, senza un impiego, poter disporre di quella buonuscita permette spesso anche di “tirare avanti” durante il difficile periodo di transizione da un impiego a un altro, considerato che in Italia non esiste una gestione integrata ed efficiente delle risorse umane. Continua a leggere

+ Turismo = + Lavoro

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Segnalazione di www.veronapulita.it 

 

UOMO CON OCCHIALI+ TURISMO = + LAVORO (del prof. Riccardo Pelizzo)

La macchina Italia potrebbe ripartire grazie al turismo. Verona pure. Una cultura un po’ spocchiosa e una politica spesso miope hanno spesso ignorato, in Italia, l’importanza del settore turistico per la crescita economica e occupazionale. E mentre nel resto del mondo si investiva, ingentemente, per attrarre i turisti, in Italia si e’ fatto poco per sviluppare le destinazioni turistiche, nuove …

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