LE ESEQUIE DELLA VERGOGNA (lettera aperta al Superiore della Fraternità S. Pio X di un suo gruppo di fedeli perplessi)

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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta al Superiore Generale della Fraternità San Pio X, dopo averne verificato l’autenticità. E’ un dato importante, che dona speranza, il fatto che non tutti i fedeli della congregazione di Mons. Lefebvre siano anestetizzati nella comodità parrocchiale dei lefebvriani, ma vi siano alcuni che, ancora, sanno ragionare da cattolici. Resta per noi sedevacantisti un dubbio preoccupante: perché questi buoni e rispettosi fedeli non si firmano? Da quel che ci è dato a sapere, vi è un generalizzato timore di ripercussioni nei confronti di coloro che non si sottomettono al “taci, prega e versa l’obolo” ma pongono interrogativi legittimi, che, fino a qualche decennio fa, facevano parte delle normali discussioni nell’ambiente tradizionalista. Chissà poi, se il destinatario della lettera aperta risponderà a questi “dubia” dei suoi fedeli o preferirà tacere, in continuità col metodo usato dal “Santo Padre”

 

LETTERA APERTA AL SUPERIORE GENERALE DELLA F.S.S.P.X.
Don Davide PAGLIARANI

 

LE ESEQUIE DELLA VERGOGNA

Rev. Don Davide PAGLIARANI
Con sommo dispiacere siamo venuti a conoscenza dai vari siti internet della F.S.S.P.X. e dalle omelie nelle cappelle dei Comunicati relativi alla celebrazione delle Sante Messe pubbliche nei Priorati in suffragio di Francesco I. Con tutto il rispetto “et debita reverentia” per sua dignità sacerdotale, la cosa ci appare non solo fuorviante, ma vergognosa e contro il Diritto della Chiesa, infatti, il Can. 1240 del Codice di Diritto Canonico del 1917 proibisce la Sepoltura Ecclesiastica ai pubblici peccatori e il Can. 1241 proibisce Messe pubbliche per chi è stato privato della Sepoltura ecclesiastica se non faranno pubblica ammenda dei loro peccati.

Sicuramente Lei sarà venuto a conoscenza di quanto operato da Francesco I in dodici anni dopo la sua elezione, dai riti con Pachamama, ai riti sciamanici in Canada, alle dichiarazioni sia sul Santissimo Sacramento che altri dogmi della Chiesa, al relativismo religioso ed irenico ecumenista, alla dichiarazione di Abu Dhabi, alla statua di Martin Lutero in Vaticano. Lei avrà letto gli atti pubblicati del suo magistero Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans con i quali venivano in un certo qual modo giustificate le unioni di fatto sia eterosessuali che omosessuali. Per quanto riguarda la liturgia il documento Traditionis Custodes ha più o meno riportato la celebrazione della Messa tridentina all’indulto di Giovanni Paolo II. Da indiscrezioni pare (ed è doveroso), che Francesco I abbia rifiutato anche gli ultimi sacramenti, se fosse vero questo risulterebbe ancora più grave.

Se qualche vescovo o sacerdote prima del Vaticano II, avesse posto in essere le azioni e gli scritti di Francesco I non sarebbe stato considerato, come minimo, pubblico peccatore se non addirittura eretico e/o apostata e colpito da sanzioni canoniche?
D’altra parte lo stesso compianto Mons. Marcel Lefebvre disse già ai tempi di Giovanni Paolo II che “Roma era nell’apostasia e che non si poteva – con loro – collaborare perché noi lavoriamo per la cristianizzazione della società e loro per la scristianizzazione”? E alle consacrazioni episcopali “Che in Vaticano c’erano degli anticristi”?

Il comunicato diffuso dalla F.S.S.P.X. alla morte di Francesco potrebbe essere paragonato a quello di una Congregazione Religiosa al tempo della morte di Pio XII. Non una parola sulle sue deviazioni dottrinali teologico/morali, sull’ecumenismo, sul suo pontificato, che è stato il coacervo di ogni abominazione già perpetrata dai suoi predecessori della “chiesa conciliare” ed amplificato al sommo. Almeno nel Comunicato per la morte di Giovanni Paolo II si fece menzione dei suoi errori ecumenisti! Le esequie celebrate in Vaticano dalla “chiesa conciliare” non possono far testo, sono fatte da chi non distingue più il bene dal male ed il cattolicesimo per loro ha tutto un altro significato, ma noi cattolici ci adeguiamo ad una simile farsa contro il Magistero ed il Diritto della Chiesa di sempre?

A proposito dei funerali “modernisti” di Francesco, lui stesso ha voluto, alla faccia della semplicità, quasi uguagliare quelli di Pio XII, con un corteo funebre che si sarebbe dovuto svolgere a piedi per ben quattro chilometri per tutta Roma passando da Via dei Fori Imperiali, modificato, all’ultimo momento, per questioni di sicurezza, nella sola translazione in auto della bara. In realtà appare evidente, ci scusiamo se sbagliamo, che ormai i componenti della classe dirigente della F.S.S.P.X. si siano allontanati da quanto insegnato da Mons. Marcel Lefebvre e non abbiano capito o forse non vogliano capire quale sia il modernismo della “gerarchia della chiesa conciliare” infatti secondo i Superiori di Metzingen pare che questi, parafrasando una frase del Partito Comunista Italiano degli anni 70 siano, i compagni che sbagliano non terroristi, nel caso di specie, i modernisti conciliari sarebbero di conseguenza i fratelli che sbagliano, quindi non eretici, apostati e nemici della Verità rivelata. I dardi sono rivolti, piuttosto, contro i tradizionalisti non “allineati e coperti” alle direttive dei Superiori della F.S.S.P.X. o che la pensano diversamente in merito all’autorità.

A questo proposito un dubbio non Le è mai sorto a questo proposito? Forse le parole di Nostro Signore Gesù Cristo “Il Signore disse ancora Simone, Simone, ecco, Satana ha cercato di vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno e quando ravveduto che sia, conferma i tuoi fratelli” erano vane e quindi, lo Spirito Santo assiste il Capo della Chiesa ad intermittenza? Le cose accadute in questi sessant’anni, non si sono mai verificate nella Chiesa, neppure nei periodi più bui e più mondani della storia ecclesiastica.

Questa non è soltanto una crisi, ma una rivoluzione conciliare, ovvero è il costante adeguamento ai principi ed enunciati dalle Rivoluzioni Americana e Francese, cioè ai principi della Massoneria. L’infiltrazione nella Chiesa della Massoneria è ormai ai più alti livelli e tutti gli atti pubblici promulgati dalla “gerarchia conciliare” hanno alla fine dei conti una radice negli ideali massonici. D’altra parte questi sono concetti che abbiamo nel tempo appreso proprio da lunghi anni di formazione del pensiero vissuti presso la FSSPX e nell’ambiente tradizionalista!

Sembra che una strana sindrome pervada la mente dei Superiori della F.S.S.P.X., quella che si potrebbe definire “del ponte sul fiume Kwai” un film del 1957, in cui i soldati Alleati prigionieri dei Giapponesi dopo aver costruito il ponte sul fiume, sono più legati al ponte costruito che ai loro Stati, e quando gli Inglesi cercano di bombardare il ponte sul fiume Kwai, sparano “come fuoco amico” contro gli aerei della loro coalizione. Similmente la classe dirigente della F.S.S.P.X. spara con “fuoco amico” contro gli stessi tradizionalisti che, non allineati, potrebbero mettere in discussione alcune loro scelte, come se la stessa F.S.S.P.X. fosse l’unica “Traditionis Custos” della Chiesa.

Una breve riflessione, prima di concludere questa lettera, La vorremmo invitare a fare: il Seminario di Econe dagli anni 70 ad inizio degli anni 90 dello scorso secolo fu un baluardo di cui la “chiesa conciliare” ebbe paura, successivamente sempre meno!
Una considerazione profonda, Reverendo Don Davide, dovrebbe avere il coraggio di fare e questa Le vorremmo suggerire, non certo per insegnarLe come comportarsi ed agire, “absit” ma perché si operi per il bene della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, e Romana; ed è la seguente: un pensiero pervade, ormai, molti cattolici rimasti fedeli alla Chiesa Cattolica di sempre, questa crisi così prolungata della Chiesa, non è solo frutto della deviazione dottrinale della gerarchia vaticano secondista, ma della divisione che si è verificata negli anni della resistenza cattolica, ben sfruttata dalla “chiesa conciliare” che conosce perfettamente l’antico adagio del “divide et impera”, divisione da imputarsi non sempre e solo ai peccati degli uomini di Chiesa e dei fedeli, ma anche all’ignavia della resistenza cattolica. Come diceva Don Francesco Putti “La Chiesa Cattolica continua a persistere da duemila anni, nonostante i peccati degli uomini di Chiesa”.

Nella speranza che la presente non possa aver turbato la già critica e precaria situazione dell’ambiente tradizionalista, Le porgiamo i più cordiali saluti e preghiere nel Signore ed imploriamo la Sua benedizione.

Roma 26 aprile 2025
Domenica in Albis

Un Gruppo di fedeli cattolici perplessi

 

MODALITA’ SETTARIE IN UNA SCUOLA VERONESE: INDOTTRINAMENTO E COERCIZIONE

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Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo questa lettera di protesta ricevuta a seguito di quanto accaduto al bambino di 13 anni costretto a salire le scale arcobaleno per seguire la logica LGBT

di Anna Baldassari

La divulgazione della notizia relativa alla punizione scolastica e all’ etichettamento subiti da un minorenne all’Educandato Statale “Agli Angeli” di Verona ha scoperchiato il “vaso di Pandora”, facendo emergere aspetti ben più inquietanti della serpeggiante propaganda LGBT. Sono seguite varie testimonianze di varie categorie scolastiche, le quali hanno esposto le esperienze negative e traumatiche, durante il periodo lavorativo alla guida del Preside M. Bonini.

Il dirigente era già stato segnalato da un sindacato scolastico per maltrattamento del personale scolastico, ma non risulta alcun provvedimento a suo carico da parte dell’USR Veneto. Dalle segnalazioni giunte dal personale scolastico traspare un atteggiamento dispotico e modalità coercitive che escludono l’ascolto e il diritto di contraddittorio. Imposizioni anche assurde, in una scuola frequentata da
bambini, come quelle dell’assoluto silenzio nei luoghi comuni e l’obbligo ai docenti di non personalizzare assolutamente il proprio armadietto. Inoltre, rigide sanzioni e un clima del controllo e del sospetto che stridono con l’immagine millantata di una scuola accogliente e inclusiva. Sorvolando su questioni, comunque abbastanza gravi, quali la rischiosa propaganda ideologica filo ucraina in pieno periodo bellico con la bandiera della nazione estera esposta dalla balconata della scuola, appare interessante focalizzarsi sul clima e le modalità oppressive introdotte dal dirigente fin dall’inizio del suo incarico.

Innanzitutto, sull’atteggiamento compulsivo a imporre l’ideologia gender a scuola tramite un sito istituzionale con lo sfondo arcobaleno, la bandiera arcobaleno esposta in facciata, anche stavolta, camuffata con la scritta “pace”, le circolari e addirittura attività formative irriverenti proposte ai rappresentanti di classe del Liceo come la proiezione durante l’a.s. 2022/2023 del film “Pride”, sul movimento di liberazione gay, in un convento di Valeggio. Infine, l’allestimento nei piani di percorsi iniziatici ed esoterici alla Harry Potter, accompagnati dai manifesti su carta intestata con la rappresentazione della Maga
Magò. Come se ciò non bastasse, il preside ha iniziato a fare propaganda politica anche nei corridoi, affiggendo bandiere dell’Ucraina con l’iscrizione “I stand with Ucraina” e commissionando la realizzazione di felpe per studenti con un logo similare a quello del battaglione Azov. Verrebbe da chiedersi chi autorizzi un dirigente a parlare in nome di tutta la comunità scolastica de “agli Angeli” con siffatte direttive dottrinali e come sia possibile che in una scuola pubblica vengano introdotte modalità coercitive e di indottrinamento analoghi a quelle dei gruppi settari. Continua a leggere

Per un’Italia del “pensiero unico”

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Riceviamo e pubblichiamo questo contributo da parte di un lettore che non conosciamo e che ha esplicitato la veridicità del nome. A quanto correttamente scritto, potremmo raggiungere che, negli ultimi due decenni il Partito Radicale è diventato di massa nel centrosinistra, con l’unica sfumatura d’essere iper-sionista.

di Riccardo Sampaolo

Il Partito Radicale è indubbiamente stato il principale responsabile della modernizzazione dell’Italia e l’artefice indiscusso della grande stagione dei diritti civili, di cui la legge sul divorzio, e il fallimento del referendum del 1974, sono stati lo spartiacque per una nuova Italia, che iniziava a vantarsi di essersi messa finalmente alle spalle la visione cattolica, rurale, sacrale, comunitaria, socializzante, senza accorgersi che si sarebbe passati gradualmente ad abbracciare una continua, inesorabile e quasi infinita normazione ossessiva, che è oramai un aspetto saliente di questo Occidente, sempre meno fondato sulle sue radici classiche o cristiane, e sempre più in balia del pensiero progressista a senso unico, sotto la continua e interminabile egida di una normazione sempre più ossessiva e cavillosa.

Una società tanto più è atomizzata e tanto più ha bisogno di essere sottoposta a legislazione stringente. La legge assume quindi una dimensione che va ben oltre il perimetro all' interno del quale ci si può muovere e diventa sempre più il canale comportamentale esclusivo nei più disparati ambiti, fino a poco tempo prima non normati, riducendo continuamente i liberi margini di autonomia degli individui e desocializzando la comunità.

Il Partito Radicale ieri, e il suo diretto discendente oggi, +Europa, hanno sempre ottenuto consensi limitati, ma nonostante ciò la loro visione del mondo è di fatto oggi imperante; liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, americanismo, genderismo, financo immigrazionismo , sono aspetti odierni del nuovo conformismo, dai tratti pesantemente totalizzanti, e sono la quasi interezza del bagaglio culturale-ideologico di tale partito, il quale è messo in frequente, e spesso aprioristico, positivo risalto dalla maggioranza dei media, che rischiano di agire quindi, come pericoloso vettore pensierounicista.

L’impiego sapiente, oculato e insistente della finestra di Overton è stato il principale strumento che ha indotto nelle masse, sempre più atomizzate, l'accettazione di un
percorso, che a un’attenta analisi, ha liberato l'individuo dalla comunità, relegandolo a conflitti permanenti, di tipo orizzontale con le sue più prossime conoscenze, siano esse familiari o di
altra natura, riposizionando l'essenza dello Stato, da garante dei diritti sociali, a strumento per il perseguimento, progressivo e continuo di diritti individuali, la cui individuazione, non di rado
proveniva da settori circoscritti della società, in prevalenza urbana, e quindi non in grado di esprimere un sentire genuinamente popolare di ampio respiro.

Ci troviamo quindi, da tempo, trascinati verso una direzione “valoriale”, il cui motore propulsivo è rappresentato da un piccolo partito, che è stato in grado di infondere, in quasi tutti gli altri, il proprio bagaglio politico, fatto di liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, genderismo, che sono oramai l'asse portante dell' ideologia dominante, abbracciata da quasi tutti i partiti politici, di una certa rilevanza, in Italia.

Il quadro è ovviamente desolante, soprattutto per il fatto che il dissenso da tale visione ha sui media una visibilità infima. Un qualsiasi lettore potrebbe comunque chiedersi quale sia il problema di tale capillare
diffusione “valoriale”, e io mi sentirei di rispondergli che il mondo radicalpannelliano è tra i principali artefici di una visione che vede l'Italia come una periferia retrograda dell' Occidente da
modernizzare, attraverso il faro luminoso di un certo mondo anglosassone votato alla pericolosa concezione che esistono solo individui e leggi, e non esiste alcuna società, e tantomeno comunità; è questa la più pericolosa deriva attualmente in corso da tempo, che ha compiuto poderosi passi in avanti, nella direzione sbagliata.

VERSO UN’ITALIA “PENSIEROUNICISTA”

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di Riccardo Sampaolo

Il Partito Radicale è indubbiamente stato il principale responsabile della modernizzazione dell’Italia e l’artefice indiscusso della grande stagione dei diritti civili, di cui la legge sul divorzio, e il fallimento del referendum del 1974, sono stati lo spartiacque per una nuova Italia, che iniziava a vantarsi di essersi messa finalmente alle spalle la visione cattolica, rurale, sacrale, comunitaria, socializzante, senza accorgersi che si sarebbe passati gradualmente ad abbracciare una continua, inesorabile e quasi infinita normazione ossessiva, che è oramai un aspetto saliente di questo Occidente, sempre meno fondato sulle sue radici classiche o cristiane, e sempre più in balia del pensiero progressista a senso unico, sotto la continua e interminabile egida di una normazione sempre più ossessiva e cavillosa.

Una società tanto più è atomizzata e tanto più ha bisogno di essere sottoposta a legislazione stringente. La legge assume quindi una dimensione che va ben oltre il perimetro all’ interno del quale ci si può muovere e diventa sempre più il canale comportamentale esclusivo nei più disparati ambiti, fino a poco tempo prima non normati, riducendo continuamente i liberi margini di autonomia degli individui e desocializzando la comunità. Il Partito Radicale ieri, e il suo diretto discendente oggi, +Europa, hanno sempre ottenuto consensi limitati, ma nonostante ciò la loro visione del mondo è di fatto oggi imperante; liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, americanismo, genderismo, financo immigrazionismo , sono aspetti odierni del nuovo conformismo, dai tratti pesantemente totalizzanti, e sono la quasi interezza del bagaglio  culturale-ideologico di tale partito, il quale è messo in frequente, e spesso aprioristico, positivo risalto dalla maggioranza dei media, che rischiano di agire quindi, come pericoloso vettore pensierounicista. L’impiego sapiente, oculato e insistente della finestra di Overton è stato il principale strumento che ha indotto nelle masse, sempre più atomizzate, l’accettazione di un percorso, che a un’attenta analisi, ha liberato l’individuo dalla comunità, relegandolo a conflitti permanenti, di tipo orizzontale con le sue più prossime conoscenze, siano esse familiari o di altra natura, riposizionando l’essenza dello Stato, da garante dei diritti sociali, a strumento per il perseguimento, progressivo e continuo di diritti individuali, la cui individuazione, non di rado proveniva da settori circoscritti della società, in prevalenza urbana, e quindi non in grado di esprimere un sentire genuinamente popolare di ampio respiro.

Ci troviamo quindi, da tempo, trascinati verso una direzione “valoriale”, il cui motore propulsivo è rappresentato da un piccolo partito, che è stato in grado di infondere, in quasi tutti gli altri, il proprio bagaglio politico, fatto di liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, genderismo, che sono oramai l’asse portante dell’ ideologia dominante, abbracciata da quasi tutti i partiti politici, di una certa rilevanza, in Italia.

Il quadro è ovviamente desolante, soprattutto per il fatto che il dissenso da tale visione ha sui media una visibilità infima.

Un qualsiasi lettore potrebbe comunque chiedersi quale sia il problema di tale capillare diffusione “valoriale”, e io mi sentirei di rispondergli che il mondo radicalpannelliano è tra i principali artefici di una visione che vede l’Italia come una periferia retrograda dell’ Occidente da modernizzare, attraverso il faro luminoso di un certo mondo anglosassone votato alla pericolosa concezione che esistono solo individui e leggi, e non esiste alcuna società, e tantomeno comunità; è questa la più pericolosa deriva attualmente in corso da tempo, che ha compiuto poderosi passi in avanti, nella direzione sbagliata.

E’ tutto sotto controllo…

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di Alfio Krancic

Pareva che gli esplosivi risultati elettorali in Francia e Germania potessero far saltare il banco politico europeo. Non è così. Niente paura. Con un paio di mosse l’élite ha rimesso le cose a posto. Dopo un primo momento di panico il Sistema si è subito ricompattato, mettendo in atto efficaci contromisure. Macron ha sciolto l’Assemblea Nazionale e indetto nuove elezioni, mettendo in difficoltà il Rassemblement National di Bardella e Le Pen; il presidente dei neo-gollisti Ciotti dopo aver dato il suo appoggio alla destra del RN, viene sconfessato dai suoi, con un golpe interno al partito e tutto torna in alto mare. Non solo, ma Macron auspica la nascita di un Fronte anti-destra che vada dai banchieri alla sinistra dei centri sociali. In Germania le forze anti-sistema AfD Sarha Wagenknecht insieme fanno il 21%. I partiti del Sistema possono tranquillamente unirsi in una Grosse Koalition e continuare sulla vecchia strada.

Insomma: tutto cambia per rimanere com’è.

Logico no?

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Riceviamo e pubblichiamo questo interessante articolo

di Lorenzo Merlo

Poche righe per inquadrare la natura del mistero.
Se chiedi al pesce: “Com’è l’acqua?” Ti guarderà stranito dicendo: “Quale acqua?”
Come il cefalo siamo immersi nella nostra acqua, anche se solitamente la chiamiamo concezione. La concezione determina la realtà, le parole per descriverla, i pensieri per considerarla, le idee per progettarla, le azioni per realizzarla.
Non a caso, a parità di problematica, il Bushido samuraico-giapponese, il Kanun nord-albanese, il Codice barbaricino barbagio-sardo, il Pashtunwali pashtun-afghano-pakistano, l’Adat islamico-caucasico-balcanico, tutti disciplinatori delle questioni sociali, hanno forti similitudini nelle modalità di gestione delle problematiche comunitarie, quali l’ospite, la famiglia, la proprietà, il matrimonio, l’eredità, l’onore, il furto, l’omicidio, la vendetta, la giustizia, eccetera, non c’è aspetto della vita tralasciato, hanno adottato soluzioni alquanto simili, nonostante la separazione culturale che li contraddistingue. La concezione della questione era identica per tutti.

Digressione consuetudinaria a parte, la nostra acqua si chiama logica. Un grande oceano che tutto contiene, oltre il quale non ci sarebbe niente. I cui mari minori sono detti razionalismo, materialismo, scientismo.
Ogni cefalo nuota tranquillo credendo di visitare la realtà. Non sospetta di essere il creatore di ciò che vede ed esperisce. Ovunque si rechi, la logica, il razionalismo, il materialismo, lo scientismo glielo impediscono.
Immerso nell’acqua, il cefalo non dispone di altra concezione di una realtà altra dalla propria. Di vedere che l’osservato e l’osservatore costituiscono una diade, non se ne parla neppure. Non ha proprio i mezzi per maneggiare la questione. Emanciparsi dalla certezza che il suo pensiero e il suo credere siano autonomi e indipendenti dall’ambito in cui sorgono in lui, non lo riguarda. Anzi, se la prende, classificando ciarlatani coloro che gliene fanno cenno.

Dunque, come ogni cefalo, ritiene che oltre all’acqua non ci sia mondo. Una convinzione così totale che non lo disarmi neppure quando gli fai presente che il suo oceano non solo è grande ma deve necessariamente essere allora infinito. Sarebbe logico, no? Eppure, pur riconoscendo – sempre per logica – che effettivamente non lo è, e non può esserlo, non ritiene di prendere in considerazione alcunché che logico non sia, non ritiene che la logica abbia qualche difetto. Quindi per lui il tempo è sempre lineare, la natura e l’uomo sono macchine, la realtà, come detto, è oggettiva, la verità è possibile, il principio di causa-effetto è il solo, materia e energia sono di natura differente, la mente è il luogo dei pensieri, l’intelligenza è nel cervello: nel mare – dice – c’è tutto.
A ben guardare c’è del vero, nel momento in cui si limita il mondo ai campi chiusi delle conoscenze tecniche, qui dette anche amministrative. In questi, tutti coloro che chi vi albergano o transitano sanno tutto, linguaggio e regole, e anche condividono il castigo nei confronti di chi non le rispetta.

Ma sono un sisma umanistico, un ingorgo evolutivo, quando la logica, il razionalismo, il materialismo e lo scientismo divengono modalità che vogliono imperare anche in campo aperto, ovvero nelle libere relazioni dove gli universi diversi che siamo si incontrano e scontrano, senza il sospetto che le reciproche affermazioni hanno un alto potere d’equivoco e basso di comunicazione. È sempre così quando non c’è perché non c’è teterreno comune, sentimento o emozione condivisa. Dove – per diritto di logica – crediamo che gli altri stiano alle nostre regole, che non conoscono e che pure a volte non conosciamo noi stessi.

Dove siamo incapaci di vedere il sopruso del nostro ordine morale, di vedere che esso funziona solo e soltanto entro campi riconosciuti e condivisi, o da soli, quando infatti tronfi vediamo la soluzione dei problemi, e non capiamo perché questa non funziona più quando la esponiamo al campo aperto degli universi diversi degli interlocutori che, infatti, “sono loro che non capiscono”, dice tranquillo il cefalo.
Ignaro del limite dell’acqua, il cefalo avanza come uno squalo lasciando scie di sangue e questioni che non risolve per le quali fa spallucce. Una di queste è il mistero.
Che fa il cefalo davanti al mistero? Intanto, non si cura della contraddizione tra riconoscere nei suoi pensieri la presenza del mistero e la logica che, in quattro e quattr’otto – visto che con essa tutta la verità dovrebbe venire a galla – dovrebbe darne di conto e non assillarlo più.

Secondariamente, ma questo in quanto cefalo glielo si può concedere, non si avvede che il mistero non è altro che il confine del suo oceano e che – ulteriormente difficile – quel confine è proprio lui a disegnarlo, nel momento in cui ci chiede: “Quale acqua?” Ma c’è un terzo argomento, più forte dei precedenti. Il cefalo non si avvede che è proprio la modalità della logica a generare il mistero, quando con i suoi inadatti strumenti vuole indagare ciò che non sta sul suo limitato banco di lavoro. Il mistero di A e B non sa che farsene e anche proporgli un AB è solo un penoso logico tentativo destinato all’insuccesso, oltre che dimostrazione dell’inettitudine del cefalo.

Dunque il mistero e tutte le sue forme, quindi dio, la natura, il cosmo, la vita, la coscienza, eccetera, secondo le considerazioni qui in corso, sono un’entità creata dalla logica. Assurdo? Come?
La logica per funzionare richiede A e B, non soltanto uno dei due. Il cefalo, ma anche lo scientista, quando gliene viene meno uno, torna indietro, cambia strada. E, se gli chiedi perché, la risposta è sempre la stessa: “Di lì non c’è niente”. Nonostante questa conclusione ferma e ripetuta, non si perde d’animo. Seguita a non riconoscere l’inadeguatezza dei suoi strumenti cognitivi. Del resto, è lui che ce lo insegna, la scienza misura la realtà e la realtà non misurabile, semplicemente non lo è o, quantomeno, non conta nulla sulla bilancia della verità. Infatti, siccome la logica non porta a sciogliere il misterioso problema di dio, a che punto arriva lo scientista forte del suo metodo? Nessun problema, lui ha la soluzione. “Non ci sono prove, quindi non esiste”. Se solo sapesse di essere lui stesso ciò che sta cercando e anche escludendo, sarebbe tutto un altro oceano.

È proprio il suo sistema, il suo oceano logico la sola base di partenza dal quale spicca il volo il problema del mistero. A volte è meglio evitare di dirglielo, i forconi ce li ha sempre appresso. Eppure, è proprio dalla logica che nasce il mistero. Un simile bisticcio non è, evidentemente, alla portata del cefalo, che infatti seguita a nuotare nelle sue convinzioni. Tranquillità che, peraltro, gli permette di accusare di pregiudizi e bias, chiunque gli parli dell’acqua dell’oggettività in cui vive. E soprattutto, come se lui ne fosse libero. Così pensa il cefalo.
Se il mistero è creato dalla logica in quanto fuori dalle sue, per altro eccellenti doti amministrative, significa che sottraendo la logica dalla supremazia nei pensieri, non solo il mistero non è più creato ma sparisce dall’orizzonte delle problematiche, cioè dalle questioni che l’arroganza oceanica dei cefali ritiene di poter tralasciare. Sparisce perché invece di analizzarlo come un oggetto, avvieremmo i processi per esserlo.
Per il cefalo esploratore, sarebbe logico porsi in ricerca di quanto non sta alle regolette del campo chiuso della scienza – soprattutto per una macchina, quale deve, per coerenza meccanicista, riconoscere di essere – eppure è proprio così, il magico e l’alogico per lui non esistono. (Tralascio di commentare la sua concezione del magico, che gli impone pensieri e parole sideralmente lontane dalla natura del tema). Anzi, se gli parli dell’uomo come creatore del mondo, ti prendi, come detto, del ciarlatano. Sempre meglio di un’inforcata. Se gli fai presente che gli uomini realizzano solo e soltanto ciò che risiede in loro, che senza un’idea non c’è creazione, e che in questo processo replichiamo nel piccolo ciò che il mistero ci impone di ritenere qualcuno o qualcosa abbia a suo tempo fatto in grande, non fa una piega. Si gira dall’altra parte e se ne va. Il ciarlatano non gode di pari dignità con il cefalo-scientista. Che se è proprio gentile, come si trattasse di una specie di equazione, si mette di buzzo buono e inizia a spiegarti come effettivamente stanno le cose nell’oceano.

In più, preda della rete lanciata dalla vulgata del cristianesimo, facilmente crede che quel dio sia un signore saggio e giusto che sta in cielo. No. Non è così cefalo da arrivare a tanto, anche se ci va vicino. Sì, perché lo concepisce come fuori da noi, come del resto fa tutta la marmaglia filo cristiana, ma, è bene accennarne, anche filo-islamica, mica che i probiviri della par condicio, in combutta con quelli dell’inclusività, si inalberino e imbraccino i forconi contro un ciarlatano qualsiasi.
Cultura liquida a parte, – ma neanche tanto visto che le ragioni logiche sono molte a sostenerla e quelle spirituali “non esistono” – bisogna rispettare che il mondo logico del cefalo concepisce dio e il mistero come esterno al creato per la banale osservazione che la logica non gliene permette altra.

La relazione allora non è più con un dio esterno al quale chiedere pietà nel male e ringraziare nel bene. Essa riconosce invece la natura divina di noi stessi, quali creatori della nostra migliore o peggiore condizione, proprio in funzione dell’accettazione degli eventi o del rifiuto di questi in quanto non secondo noi meritati. Si tratta perciò di un terreno dove la logica non è che un piccolo espediente storico di convivenza o scontro. Si tratta del campo libero della magia, dei poteri umani che la logica ha castrato, delle dinamiche della realtà, delle forze, non brute e meccaniche, che la muovono.
In sostanza, l’incantesimo del mistero, come oggetto da scomporre per vedere di cosa e come è fatto, per svelarlo, in una parola, si risolve prendendo consapevolezza dell’acqua in cui nuotiamo. È a quel punto che il cefalo vede il cielo e l’infinito che contiene il suo piccolo, bricioloso, oceano. È a quel punto che la verità alogica e magica, prende diritto di pari dignità con quanto la cultura logica del cefalo pensava di esaurire il mondo. È quel punto che anche la fisica, ha iniziato a intravvedere, riconoscendo così il limite della realtà creduta asetticamente osservabile e dalla logica meccanicistica, su cui basava la vantata universalità delle sue autoreferenziali modalità di ricerca.

Il mistero si risolve accettandolo, essendolo, cessando di crederlo un problema indagabile con pinza e microscopio. Si risolve andando oltre il nostro io e quello che crediamo di essere, scambiando ciò che sappiamo, ciò con cui descriviamo il mondo come verità. Si risolve riconoscendo che nel cielo non ci sono le parti, gli A e i B, ma solo gli interi. Che è dal cielo iperuranico che gli uomini cefalici prendono le metà degli interi che necessitano per portare avanti i loro discorsi sul palco della storia. Metà affinché mantengano alta la superstizione e l’arroganza della conoscenza e con essa le fiamme dell’inferno, che innocentemente chiamano realtà. E se il cefalo non l’ha capito, bisogna dirglielo meglio: la logica non è tutto come crede lui, è una parte. Scambiarla per tutto, fa difetto.
Allora il mistero inizia a parlare e le nostre carni a recepire, che il progresso è da compiere dentro, affinché la vita da pena muti in gioia.
Ma c’è sempre un cefalo fuori standard. Il quale giustamente chiede: “E i sentimenti, le sensazioni? Amore e odio, piacere e sofferenza, non bastano a confermare che oltre il dualismo non v’è altro? Che oltre la storia non esiste nulla?”

Bella domanda, nel senso che quando si pensa, il mondo si muove, e la pari dignità delle prospettive che lo raccontano si realizza.
La risposta è elementare, se per formularla si adotta una prospettiva differente dalla cefalica. Non si tratta infatti di credere che solo il piacere e l’amore possano fare a meno del loro contrario. Non è questa la via, per il semplice fatto che la questione non si dipana su un piano logico. Questa, sta invece nell’emancipazione dall’interpretazione egocentrica di quanto ci accade. L’uomo nella storia non può eludere il dualismo ma può invece emanciparsi dal loro dominio, dalla cultura materialista e avviarsi alla conoscenza liberandosi dal conosciuto imparato a casa e a scuola. Un passo necessario per accedere alla consapevolezza che l’interpretazione personale esalta desideri, aspettative, sentimenti e sensazioni, quindi che genera la pena, il male, la malattia, quando questi non sono soddisfatti.

Dunque il culmine del discorso risiede nel prendere coscienza che accogliere ciò che ci accade come accade a tutti gli uomini, consente di vivere con la migliore presenza, energia e creatività la vita. Allora la logica e il materialismo da tiranno dei nostri pensieri torneranno ad essere semplici strumenti sul banco di lavoro dell’esistenza.
Sarebbe logico allora concludere con le parole di un amico: “Abbiamo intuito che quando difendiamo con calore e a spada tratta un’opinione siamo i primi a non esserne convinti fino al fondo delle nostre profondità”. Sarebbe, ma non per il cefalo.

Julian Assange cittadino onorario di Bari

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di Valeria Casolaro

Il Consiglio comunale di Bari ha approvato un ordine del giorno per conferire la cittadinanza onoraria al fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. La mozione è stata approvata all’unanimità ed “evidenzia la necessità, per la città di Bari – si legge nella nota del Comune – di essere d’esempio in materia di tutela della libertà di informazione e dei diritti umani, presupposti fondamentali in una società fondata su principi democratici”. Assange da circa 5 anni è detenuto in un carcere di massima sicurezza nel Regno Unito e in attesa di estradizione negli Stati Uniti, dove rischia fino 175 anni di carcere per aver svelato al mondo decine di segreti imbarazzanti per i governi occidentali, dalle stragi di civili in Iraq alle reali ragioni della guerra in Libia, passando per lo spionaggio messo in campo dagli USA verso molti governi europei.

La data della decisione finale in merito alla sua estradizione è stata fissata: i giudici dell’Alta Corte di Londra si riuniranno infatti il 20 e 21 febbraio 2024, in quella che potrebbe essere l’ultima possibilità per il giornalista australiano di evitare di essere consegnato alle autorità statunitensi. Dopo l’annuncio della data del processo, i sostenitori della campagna per la libertà di Assange – appoggiata da Amnesty International, dall’Unione nazionale dei giornalisti, da Reporter senza frontiere e da moltissimi sindacati dei diritti civili e dei giornalisti – hanno lanciato una mobilitazione di protesta che si terrà davanti all’Alta Corte di Londra il mattino dell’udienza, alle 8:30, invitando tutti coloro che sostengono la libertà di stampa a unirsi alla manifestazione. Dal nostro Paese hanno ovviamente risposto presente il gruppo Free Assange Italia e il Comitato per la liberazione di Julian Assange.

Sono ormai numerose le città italiane che, come Bari, hanno deciso di conferire al giornalista australiano la cittadinanza onorariain segno di solidarietà. Tra queste vi sono diversi grandi centri, tra i quali NapoliReggio EmiliaCatania, ma anche Pescara, Viareggio (Lucca), Castelnuovo Cilento (Salerno), Marcellinara (Catanzaro) e Lucera (Foggia), in assoluto il primo Comune a mettere in atto l’iniziativa. Anche Roma, dopo una iniziale riluttanza, si sta muovendo in questo senso.

Indi Gregory è stata uccisa per soffocamento!

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Ciao Matteo,

“Potrei assopirmi un po’ questa mattina… ma la vita di Indi è finita all’01:45. Io e Claire siamo arrabbiati, abbiamo il cuore spezzato e siamo pieni di vergogna. Ai servizi sociali e ai tribunali non è bastato impedirgli di vivere, ma si sono presi anche la sua dignità facendola morire lontano dalla casa alla quale apparteneva. Sono riusciti a prendersi il suo corpo e la sua dignità, ma non potranno mai prendersi la sua anima. Hanno cercato di sbarazzarsi di Indi senza che nessuno lo sapesse, ma noi ci siamo assicurati che fosse ricordata per semrpe. Sapevo fosse speciale sin dal giorno in cui nacque.

Queste sono le parole che Dean Gregory, il papà di Indi, ha pronunciato ieri mattina al termine di quella che possiamo immaginare sia stata una notte interminabile per lui e per sua moglie.

Durante queste ultime settimane tu e io ci siamo legati fortemente alla piccola Indi tanto che i sentimenti di rabbia, vergogna, ai quali aggiungerei anche tanta delusione, di Gregori e di Claire sono anche i miei e i tuoi.

Indi è stata uccisa, è stata lasciata soffocare.

Questa è la cruda verità che dobbiamo tenere bene in mente. Mi tremano le dita mentre batto queste poche parole al computer.

Di fronte a quanto accaduto, esattamente come successo a Dean, la fede si risveglia, più viva e luminosa che mai: Indi ora è veramente Viva!

Ti invito a stringerti attorno a Dean e a Claire Gregory con il pensiero e con una preghiera affinchè abbiano la forza di superare questo momento difficile.

Ma preghiamo anche per questa società che rifiuta i suoi figli più deboli affinchè torni in sè e, coraggiosamente, difenda totalmente la vita.

Carissimi Dean e Claire, noi siamo con voi, continueremo a lottare!

Noi tutti non la dimenticheremo mai, come non dimenticheremo mai Alfie, Charlie, Sudiska e tutti gli altri martiri uccisi da un sistema malato e ingiusto.

Simone Guffanti e tutto il team di CitizenGO

Il compasso politico si è rotto

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di Fabio Fioresi, Christus Rex

Viviamo in tempi strani e conturbanti, nei quali gli assunti ideologici della guerra fredda e del mondo del dissenso si squagliano come neve al sole. 

Fino a prima dello scoppio della seconda fase della guerra in Ucraina e della ripresa del conflitto arabo-israeliano, il quadro politico appariva molto più semplice e apparentemente lineare; da una parte i mainstreammari ipnotizzati dalla propaganda e i budda denoaltri unici detentori delle sorti progressive della specie umana. 

Questo modo di pensare ha reso “il mondo del dissenso” estremamente vulnerabile al pressapochismo al razzismo e alla superbia tipica dello pseudo provincialotto italico, fintotradizionalista e dimentico della realtà delle sue tradizioni. 

La realtà è molto più complessa e fumosa rispetto a quello che buona parte del dissenso ha pensato. 

Con la guerra in Ucraina si sono trovati dalla stessa parte gruppi che fino a giorni prima si erano sputati in faccia: comunisti, cattolici integrali, addirittura libertari. 

All’interno del mondo libertario americano vi è una reale spaccatura tra due fazioni: gli ideologi e quelli in buonafede. 

I primi sono l’incarnazione dello spirito anarcolibertario puro, coloro che accusano chiunque non sia uno squalo della finanza di essere un infiltrato dell’internazionale comunista. 

I secondi invece, riconoscono che nei sistemi basati sull’economia reale e non sulla finanza vengono che realizzano le premesse della libertà individuale. 

La comunità LGBT, in maniera contraria a tutte le attese, si è schierata a favore della causa palestinese è oltretutto vi è una fazione estremamente ostile all’apparato neoliberale e ultracapitalistico. 

La questione delle nuove tecnologie e del transumanesimo, che da noi è visto come l’anticamera del satanismo, dimenticandosi che questa fobia è nata dalla struttura ultracompetitiva e americanocentrica della vita, la quale incentra tutto come competizione e sopraffazione. Questa paura deve essere riferita alle elite economiche e finanziarie non verso le infinitè possibilità di evoluzione della nostra specie. 

Per concludere solo il confrontarsi in maniera onesta e mettendo a nudo le proprie convinzioni e si fa una vera autocritica, oppure ci si isola in gruppuscoli animati da belle intenzioni ma privi di qualsiasi volontà di reale cambiamento. 

 

 

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