Mafia e massoneria, in manette due ‘maestri venerabili’
Mafia e massoneria a braccetto. E’ quanto emerge dalla nuova inchiesta antimafia della Dda di Palermo che all’alba di oggi ha emesso sette fermi. In manette per concorso esterno in associazione mafiosa anche il funzionario regionale Lucio Lutri che, secondo quanto emerge dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo e condotta dal Ros dei carabinieri, temeva di essere intercettato. “Lutri – dicono i magistrati -invitava più volte i propri interlocutori a spegnere i telefonini per evitare di essere intercettati”. “L’associazione mafiosa – scrivono i pm nel provvedimento di fermo – ha avuto garantita la sua disponibilità e l’utilizzo di importanti canali massonici, ottenendo vantaggi consistenti”. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso dell’inchiesta sono state documentate “qualificate dinamiche associative funzionali alla infiltrazione di rilevanti attività imprenditoriali in via di realizzazione nell’agrigentino – dicono gli inquirenti – e il ruolo occupato all’interno del sodalizio da due massoni che ricoprivano il ruolo di maestri venerabili di due distinte logge”. “Il vantaggio per il massone, in alcune occasioni, si è concretizzato nella possibilità di richiedere favori che soltanto una struttura criminale come quella mafiosa poteva garantire”, dicono i pm. “Ciò in particolare è accaduto quando Lustri si è rivolto a Giacomo Casa al fine di costringere con metodi mafiosi un imprenditore restio ad onorare un debito nei confronti di una persona a lui vicina”, dicono gli inquirenti.
“La commissione antimafia intende capire quanto sia diffusa, conosciuta e tollerata la presenza di affiliati alla massoneria nell’amministrazione della Regione Sicilia, anche alla luce dell’indagine della Dda di Palermo sui legami tra Cosa nostra, massoneria e burocrazia regionale” dichiara il presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava, spiegando di voler valutare “se aprire a settembre un’indagine sul rapporto fra massoneria, enti locali e amministrazione regionale, tenuto conto delle molte inchieste in corso in tutte le Dda siciliane”. Per il presidente dell’antimafia “è urgente estendere l’obbligo di dichiarazione dell’appartenenza alla massoneria, già in vigore per legge per tutti i parlamentari siciliani, anche ai funzionari e ai dirigenti della Regione”.
E’ quanto emerge dalla nuova inchiesta antimafia della Dda di Palermo che all’alba di oggi ha emesso sette fermi. In manette per concorso esterno in associazione mafiosa anche il funzionario regionale Lucio Lutri che, secondo quanto emerge dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo e condotta dal Ros dei carabinieri, temeva di essere intercettato. “Lutri – dicono i magistrati -invitava più volte i propri interlocutori a spegnere i telefonini per evitare di essere intercettati”. “L’associazione mafiosa – scrivono i pm nel provvedimento di fermo – ha avuto garantita la sua disponibilità e l’utilizzo di importanti canali massonici, ottenendo vantaggi consistenti”. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso dell’inchiesta sono state documentate “qualificate dinamiche associative funzionali alla infiltrazione di rilevanti attività imprenditoriali in via di realizzazione nell’agrigentino – dicono gli inquirenti – e il ruolo occupato all’interno del sodalizio da due massoni che ricoprivano il ruolo di maestri venerabili di due distinte logge”. “Il vantaggio per il massone, in alcune occasioni, si è concretizzato nella possibilità di richiedere favori che soltanto una struttura criminale come quella mafiosa poteva garantire”, dicono i pm. “Ciò in particolare è accaduto quando Lustri si è rivolto a Giacomo Casa al fine di costringere con metodi mafiosi un imprenditore restio ad onorare un debito nei confronti di una persona a lui vicina”, dicono gli inquirenti.
“La commissione antimafia intende capire quanto sia diffusa, conosciuta e tollerata la presenza di affiliati alla massoneria nell’amministrazione della Regione Sicilia, anche alla luce dell’indagine della Dda di Palermo sui legami tra Cosa nostra, massoneria e burocrazia regionale” dichiara il presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava, spiegando di voler valutare “se aprire a settembre un’indagine sul rapporto fra massoneria, enti locali e amministrazione regionale, tenuto conto delle molte inchieste in corso in tutte le Dda siciliane”. Per il presidente dell’antimafia “è urgente estendere l’obbligo di dichiarazione dell’appartenenza alla massoneria, già in vigore per legge per tutti i parlamentari siciliani, anche ai funzionari e ai dirigenti della Regione”.
fonte – https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/07/31/mafia-massoneria-manette-due-maestri-venerabili_sabIcC1Hx3eEqgcrUaqrAL.html


Accade nel 2019 in Camerun: qui politica ed affari sono gestiti dalla massoneria. In modo occulto. È questo quanto denunciato in un pubblico appello, firmato dalla locale Conferenza episcopale e, in primis, dal suo presidente, mons. Abraham Kome Bouallo. Appello, in cui si chiede espressamente di fermare grembiulini, Rosacroce e stregoni: «In questo momento, in alcune parrocchie della nostra Diocesi, nei loro consigli parrocchiali e persino in alcuni organismi diocesani, siedono sempre più – e con incarichi di crescente responsabilità – persone appartenenti alla massoneria, ai Rosacroce o dedite alla stregoneria. Una simile situazione esige un chiarimento», scrivono i Vescovi in questa loro lettera pastorale, in cui spiegano di voler non solo «richiamare le linee fondamentali del Magistero» in merito a tali gruppi più o meno occulti, bensì anche di voler «dare precise direttive pastorali, al fine di chiarire e sostenere la fede in Gesù Cristo morto e risorto». Si noti come solo lo scorso 5 luglio, con tanto di lettera su carta intestata, la Gran Loggia Unita del Camerun avesse inviato al primo ministro la proposta di piazzare un proprio affiliato, Désiré Mama Ndjikam, al posto di coordinatore dell’Unità Operativa di Gestione dell’importante progetto «Lago Monoun». Al proprio attivo, oggi, Ndjikam vanta già rilevanti incarichi come capo dei progetti presso il Conaroute-Consiglio Nazionale della Strada e come coordinatore del Segretariato tecnico dei punti focali di tale organismo. Si evincono da qui con chiarezza le ragioni della preoccupazione espressa dai Vescovi circa le mire sempre più pretenziose della Loggia camerunense.


Si avvicina la riunione annuale di uno dei poteri sovranazionali più potenti…(n.d.r.)
Olbia, 18 maggio 2019 – Tutto ciò che cela un segreto, vuoi per riservatezza vuoi per storia, genera curiosità e pregiudizio: lo sa bene la Massoneria, spesso usata come parafulmine quando si parla di vicende politiche.
Artemia Nova Editrice annuncia la presentazione del libro Storia della Massoneria in Abruzzo di Serpentini e Di Giovanni. L’evento si terrà venerdì 3 maggio alle ore 18.00 nella libreria Mondadori Book Store di Piazza Duomo.
“Trecento anni di storia della Massoneria. La Gran Loggia d’Italia” è l’evento che si terrà nella sala delle lauree dell’ateneo il 16 aprile e per il quale l’università ha stanziato 2mila euro. I prof in subbuglio: “Non è un dibattito scientifico. E pensare che noi per fare convegni di spessore non abbiamo a disposizione più di 500 euro. Sconcertati dall’irritualità dell’evento”. L’ex rettore: “Sono solo rimborsi-spese”. E’ il posto migliore per parlarne”
Segnalazione di Pietro Ferrari