PER L’APERTURA DI UN ULTERIORE DIBATTITO SULL’ ELEGGIBILITA’ PAPALE
del prof. Antonio Diano
Ringrazio di cuore l’estensore dell’articolo sulla eleggibilità papale che chiarisce molti problemi, pur lasciandone ancora in ombra (mi si consentirà di rilevarlo) altri. Si tratta a mio avviso di una messa a punto che risulta in grado di aprire ulteriori spunti di dibattito alla ricerca – a noi tutti comune – della Verità e quindi di Cristo, che è Via, Verità e Vita. Quel che di assolutamente prioritario emerge dal testo è un fatto: la Chiesa cattolica NON PUO’ restare deprivata della possibilità di eleggere (e quindi consegnare alla “validazione” divina) un aspirante Papa cattolico e intenzionato a professare e insegnare coram omnibus la vera fede. Né peraltro sembra concepibile che tale continuità sia affidabile all’eresia e alla contro-chiesa: l’hanno mostrato diversi autori e chi scrive si limita qui ad accodarsi ad una tradizione non tesista che mi sembra si stia consolidando (con tutto il rispetto, sia chiaro, per i sostenitori di posizioni diverse, nei limiti dell’ecclesialità non una cum, ben s’intende).. In forzata (forzosa) mancanza del personale ecclesiastico che la tradizione della Chiesa ha designato (dunque NON per diritto divino in questo specifico senso, anche se è di diritto divino il soglio di Pietro, da occupare quindi al più presto da parte di un Papa) a tale opera, allora certamente Ecclesia supplicit, naturalmente nei modi autorizzati da Dio e non sulla scorta di “opiniones” umane infondate o comunque canonicamente traballanti. I cardinali esistono dal XII secolo, e non può quindi essere di diritto divino (anche se il contrario può essere valutato solo in casi di estrema necessità, stante la legislazione, la prassi e la tradizione veneranda della Chiesa) il ricorso al sacro collegio come UNICO modo per eleggere un Papa. Mentre, come abbiamo appena detto e come ben sottolinea l’autore, è invece di diritto divino (e il diritto divino, repetita iuvant, si applica nei modi voluti da Dio e non dall’uomo) il pontificato e l’occupazione materiale del soglio pontificio alle condizioni volute e previste da Dio e quindi dalla Chiesa. Ciò ci lascia sperare, mi ripeto, che Iddio Onnipotente ci chiarisca la strada, ol forse meglio ci dia gli strumenti anche ‘materiali’ per percorrerla. Alla luce, perciò, di quanto appena detto sulla scorta dell’articolo che commentiamo, la non residenzialità dei vescovi, pressoché impossibile al presente da agganciare e nondimeno non considerabile come ostacolo totale ad una elezione di un vero Papa (ne abbiamo sunteggiato le motivazioni), cessa di essere stricto sensu un problema. Come già detto altrove, Dio non è schiavo del diritto canonico. Non Gli si chiede l’impossibile (inutile, spero, spiegare qui il senso dell’affermazione), ma si prega affinché una possibilità divinamente determinata pur al di là della strettamente umana comprensibilità possa risolvere un problema che la sola energia umana non appare in grado di concludere.