Quattro sodomiti violentano minorenne a Salerno, ma per Arcigay è più grave che il giornale li abbia definiti due “FROCI”

Condividi su:

CARUCCIO LUI

Segnalazione di Redazione BastaBugie

Altre notizie dal mondo gay (sempre più gaio): al Gay Village di Roma si invocano diritti per i gay e per gli animali, a Urbino Sgarbi organizza la capitale europea delle coppie gay, a Londra un gay italiano strangola e fa a pezzi il suo compagno

di Assuntina Morresi

“Froci e pervertiti violentano 17enne”: con questo titolo sparato a tutta pagina il quotidiano locale Le cronache di Salerno si è guadagnato le prossime querele delle associazioni LGBT di zona (Coordinamento Campania Rainbow, Arcigay Napoli, Arcigay Salerno e Arcigay Campania ), che in un comunicato, dopo aver condannato violenze ed abusi, denunciano “l’uso di linguaggi inopportuni, scorretti e a tratti volgari” e affermano che “ricostruzioni colorite, meticolose e dai toni scandalistici non aiutano né le vittime né il corso delle indagini, ma solo alimentano una caccia alle streghe indegna di un territorio civile ed evoluto”. Quali sarebbero questi fatti che il giornale campano ha trattato in modo scandalistico e con linguaggio inopportuno, scorretto e volgare? Un minore, attirato in un centro massaggi, è stato legato e stuprato a turno da 4 adulti (due cinquantenni) con maschere e parrucche, che hanno pure filmato le violenze per poterlo ricattare. In sintesi: stupro in perfetto stile “Arancia meccanica”. Continua a leggere

Castagna replica a Cirinnà: “OBIEZIONE DI COSCIENZA SULLE UNIONI SODOMITE PRESTO IN CORTE COSTITUZIONALE”

Condividi su:

ARENAS

di Matteo Castagna Responsabile Nazionale del Circolo “Christus Rex”

“Verona replica a Cirinnà, Arcigay e Pd con una presenza a Porta Palio modello sagra dell’anguria in un paesino della bassa, come avevamo previsto già nei giorni scorsi. Un’ autentica spernacchiata del popolo scaligero al Governo ed alla sua iniqua legge sulle unioni (in)civili. Quattro gatti accaldati, che si sentono fare l’elogio di Tosi, perché ha fatto una “mutazione genetica”: Ieri coi cattolici tradizionalisti indossando la maglietta “Noi Romeo e Giulietta, voi Sodoma e Gomorra”, oggi pronto a celebrare l’unione tra “Romeo e Romeo”, alla casa di Giulietta.

Ma Monica Cirinnà simula felicità ed è in grado di dire che in città le richieste di “unioni civili” sono già molte. Nessuno ha riso, forse per ordine di partito. Quante sono? Ben 12 su 250.000 abitanti e vedremo quante ne andranno veramente in porto. Siamo alle comiche. 

Noi, intanto, ci rivedremo presso la Corte Costituzionale ove depositeremo istanza per l’obiezione di coscienza estesa a tutti, non solo ai sindaci, perché non si può delegare ad altri di peccare al osto proprio, addirittura per legge! Neppure Stalin…E alzeremo le barricate, assieme a tutte le forze politiche e non, che hanno ancora buon senso contro l’adozione di minori a coppie dello stesso sesso. Si tratterebbe di un’aberrazione ai danni dei bambini, che per natura hanno bisogno di mamma e papà”.

Continua a leggere

Cambio di sesso a 16 anni? Grazie a Lady Oscar!

Condividi su:

Risultati immagini per Lady OscarLa Presa della Bastiglia e l’identità di genere. La Pace perduta

(a cura della redazione di AT. com)

Cosa lega la sentenza del Tribunale di Roma che qualche giorno fa ha autorizzato un sedicenne ad ottenere il trattamento medico-chirurgico per il cambiamento di sesso da maschile a femminile (e ha contestualmente ordinato la rettifica del suo stato civile) e il giorno dell’anniversario della presa della Bastiglia? Facile. Lady Oscar. A cogliere il sottile filo rosso-bianco-blu che lega le due vicende è – ovviamente in positivo! – la stampa italiana. Lady Oscar, morta nel racconto del famoso cartone giapponese proprio il 14 luglio del 1789, mentre sanguinante sprona i compagni ad assaltare le truppe reali, combatteva per la liberté della Nazione e l’identità di genere.

Nota Valeria Palumbo sul Corriere della Sera (15 luglio 2016): quando nel ’72 Riyoko Ikeda pubblicava in Giappone “La Rosa di Versailles” – che nel 1982 sbarcherà in Italia con il noto nome di “Lady Oscar” – bisognava scardinare “lo stereotipo del maschio giapponese, il samurai che disprezza le donne”. Continua a leggere

Vaccini, l’Ordine dei medici: “Chi li sconsiglia rischia la radiazione”

Condividi su:

dottora

GRAVISSIMA PRESA DI POSIZIONE, LIBERTICIDA, PER FAVORIRE IL BUSINESS FARMACEUTICO. I VACCINI FANNO MALE, RIDUCONO LE DIFESE IMMUNITARIE E, NEL MIGLIORE DEI CASI, NON RAGGIUNGONO LO SCOPO. CONTATTARE L’ASSOCIAZIONE “CORVELVA” E VISITARNE IL SITO SU INTERNET PER SAPERNE DI PIU’. ANCHE NOI DI “CHRISTUS REX” ORGANIZZAMMO UNA CONFERENZA SU QUESTO TEMA NEL 2013 A SEGUSINO (TV) CON IL PRESIDENTE DI CORVELVA FERDINANDO DONOLATO. SEGUI’, SEMPRE NEL 2013 UNA CONFERENZA A SOMMACAMPAGNA (VR) ORGANIZZATA DA UN GRUPPO DI FAMIGLIE CON DEI MEDICI, GREMITA DI PERSONE, CUI PARTECIPARONO I MILITANTI VERONESI DI “CHRISTUS REX”.

Segnalazione Adnkronos

Pubblicato il: 20/07/2016 13:01

I medici che sconsigliano le vaccinazioni, infrangono il codice deontologico. E rischiano sanzioni, fino alla radiazione. A decidere saranno gli Ordini provinciali dei camici bianchi, sulla base delle indicazioni del documento della Federazione nazionale degli Ordini (Fnomceo) sui vaccini, presentato oggi a Roma.

“Nel codice deontologico – spiega il segretario della Fnomceo, Luigi Conte – ci sono articoli precisi che invitano i medici a non sottrarre i pazienti a cure efficaci e scientificamente validate. Il codice è molto chiaro su questo. E le vaccinazioni rappresentano un principio fondamentale di sanità pubblica, di tutela della salute del singolo e della collettività, che è dovere del medico”.

Fissando nero su bianco questi principi nel Documento sui vaccini, “abbiamo dato un indirizzo di massima – prosegue – agli Ordini provinciali, che hanno poi competenza sui singoli casi e sulle sanzioni da applicare, se lo riterranno, fino alla radiazione” del medico che sconsiglia i vaccini.

La vaccinazione, dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin “è il primo tassello della prevenzione. Il calo delle vaccinazioni è preoccupante, ed è un calo che mette a rischio la salute dei nostri figli“.

Continua a leggere

Gli psichiatri Usa sdoganano la pedofilia, da malattia a “orientamento”

Condividi su:

R600x__Schermata 2013-11-05 a 11_57_49

 

La stampa conservatrice parla già di “mainstreaming della pedofilia”, della sua definitiva normalizzazione. I liberal più militanti esultano per la “destigmatizzazione della pedofilia”. E’ successo che l’Associazione degli psichiatri americani, una delle più importanti associazioni scientifiche del mondo, ha modificato nel suo ultimo manuale la linea sulla pedofilia: non più “disordine” ma “orientamento” come gli altri. In sostanza, le “attenzioni” degli adulti nei confronti dei bambini non sono più considerate un “disturbo”. La decisione è stata subito denunciata dall’Associazione della famiglia americana e va a completare un ciclo di ripensamenti della pedofilia cominciato negli anni Cinquanta.

Una sorta di evoluzione linguistica che indica però una trasformazione culturale. Nel precedente “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”, una specie di “bibbia” occidentale per gli psichiatri, il manuale usato per i trattamenti psichiatrici e che si prefigge l’obiettivo di “fornire alla comunità psichiatrica internazionale un linguaggio comune sui disturbi mentali basato sull’evidenza scientifica”, la pedofilia era stata declassata da “malattia” a “disordine”, a un “orientamento sessuale o dichiarazione di preferenza sessuale senza consumazione”. Adesso l’Apa, a tredici anni di distanza dall’ultima revisione del testo, fa un passo ulteriore: “Come l’Apa dichiarò negli anni Settanta che l’omosessualità era un orientamento sotto la forte pressione degli attivisti omosessuali, così ora sotto la pressione degli attivisti pedofili ha dichiarato che il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento”, denuncia l’Associazione cattolica.

Nel precedente manuale, a cui hanno lavorato oltre mille esperti in psichiatria, psicologia, assistenza sociale, pediatria e neurologia, si considerava “disordine mentale” quello di un molestatore di bambini, se la sua azione “causa sofferenze clinicamente significative o disagi nelle aree sociali, occupazionali o in altri importanti campi”. La pedofilia viene definita “amore intergenerazionale”. Una trasformazione avvenuta sotto la spinta degli studi di Alfred Kinsey, il guru della rivoluzione sessuale occidentale che ha ispirato molti studi psichiatrici in campo sessuale. Nel suo secondo “Rapporto” c’è un paragrafo intitolato “Contatti nell’età prepubere con maschi adulti”, nel quale vengono descritti rapporti sessuali tra adulti e bambini: “E’ difficile capire per quale ragione una bambina, a meno che non sia condizionata dall’educazione, dovrebbe turbarsi quando le vengono toccati i genitali, oppure turbarsi vedendo i genitali di altre persone, o nell’avere contatti sessuali ancora più specifici”.

Già nel 1998 il prestigioso Bollettino di psichiatria aveva pubblicato uno studio di tre professori (Bruce Rand della Temple University, Philip Tromovitch della Università della Pennsylvania e Robert Bauserman della Università del Michigan) che per la prima volta ridefinivano l’espressione e il significato di “abuso sessuale sui bambini”. Si legge nel volume che “questi studi dimostrano che le esperienze sofferte da bambini, sia maschi che femmine, che hanno avuto abusi sessuali sembrano abbastanza moderate. Essi asseriscono inoltre che l’abuso sessuale su un bambino non necessariamente produce conseguenze negative di lunga durata”.

Dopo le accuse questa settimana di aver normalizzato la pedofilia, l’Associazione degli psichiatri ha detto che rettificherà il nuovo manuale, distinguendo stavolta fra “pedofilia e disordine pedofiliaco”. Se la seconda resta una patologia psichiatrica, la prima diventerà “un orientamento normale della sessualità umana”. Il discrimine è nella mano che accarezza? Sofismi da parte di chi per anni, nelle aule dei tribunali americani e sui media, ha scatenato la caccia alla chiesa cattolica a suon di psichiatri-testimoni e che adesso considera la pedofilia al pari di ogni altro comportamento sessuale. D’altronde questa è la forza di chi scrive i manuali scientifici: un disturbo psichiatrico non esiste se non c’è nel manuale degli psichiatri americani. E’ il potere di scrivere, letteralmente, la realtà.

Continua a leggere

“Christus Rex” Treviso: riparazione allo scandalo del “gay pride” e azioni di protesta

Condividi su:

NO G P

STRISCIONI, VOLANTINI E ADESIVI CONTRO IL GAY PRIDE SONO STATI DISTRIBUITI DA FORZA NUOVA IN TUTTA LA CITTA’ DI TREVISO

di Federico Colombera (Responsabile “Christus Rex” Treviso)

“Christus Rex” prende pubblica posizione nei confronti del “TREVISO PRIDE 2016” (e delle relative autorizzazioni allo svolgimento dell’evento)

I numeri non fanno la Verità. La Verità è Dio, coi suoi comandamenti e con le Sue norme. Purtroppo, molti contravvengono ai dettami Supremi e ne vanno pure fieri, ostentando pubblicamente la loro ribellione alla Legge Divina e al diritto naturale, compromettendo, in tal modo, la Via della Salvezza.

Continua a leggere

Clamorosa video-intervista all’Università: smascherate le contraddizioni del gender

Condividi su:

Segnalazione di Redazione BastaBugie

Una ragazza svedese bionda e piccolina ha fatto agli studenti alcune domande sull’ideologia gender… mettendoli in crisi
da Osservatorio Gender

I sostenitori della teoria del gender distinguono tra sesso e genere. Il primo è il sesso con il quale nasciamo, il secondo quello che diventiamo. Il sesso è un dato biologico e naturale, il genere un dato psicologico e socio-culturale.
In tale prospettiva, la differenza tra uomini e donne, l’essere maschio e femmina non è un dato oggettivo e reale ma è un prodotto della cultura e della costruzione sociale dei ruoli.
L’identità sessuale di un individuo non viene stabilita dalla natura e dall’incontrovertibile dato biologico ma unicamente dalla soggettiva percezione di ciascuno che sarà libero di assegnarsi il genere percepito, “orientando” la propria sessualità secondo i propri istinti e le proprie mutevoli pulsioni.
È il genere che stabilisce, in ultima analisi, l’identità sessuale di un individuo. Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali. Non ci sono maschi e femmine ma ci sono semplicemente uomini, liberi di assegnarsi autonomamente il genere che percepiscono al di là del loro sesso naturale. Continua a leggere

Il gay village si trasforma in college per diffondere il gender

Condividi su:

Segnalazione di Corrispondenza Romana

gay village

di Alfredo De Matteo

Prosegue senza soluzione di continuità l’opera demolitrice dell’ordine naturale da parte delle lobby gay, che lungi dall’accontentarsi dei risultati ottenuti a livello giuridico puntano dritto verso il loro principale obiettivo: giungere alla completa normalizzazione del comportamento contro natura. In tal senso, la manifestazione romana nota come Gay Village si pone come uno dei più importanti eventi culturali nazionali che vede come protagonista il mondo omosessuale e le sue assurde rivendicazioni.

Quest’anno il Gay Village giunge alla quindicesima edizione e come di consueto sceglie un tema specifico di propaganda, che questa volta è la teoria del gender nelle scuole. Il direttore artistica dell’evento capitolino, Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, spiega in un’intervista all’Ansa il motivo di una tale scelta: «Nei tre mesi della kermesse parleremo chiaramente delle unioni civili, ma toccheremo anche l’argomento che per qualcuno è diventato un incubo, quello del gender nelle scuole».

L’obiettivo sembra evidente: incassata la vittoria sulle unioni civili le lobby gay puntano a tranquillizzare l’opinione pubblica circa un tema niente affatto facile da promuovere a livello sociale ma decisivo per le sorti della moralità, ossia l’indottrinamento della gioventù alla teoria del gender a partire dall’ambito scolastico, reso possibile grazie anche alla complicità del mondo politico e istituzionale. Il programma della kermesse, per l’occasione trasformata in un college, prevede una serie di “lezioni” che verteranno sull’amore, la convivenza, la libertà, il rispetto e finanche la religione. Continua a leggere

GENDER: una rivoluzione linguistica contro la famiglia

Condividi su:

Segnalazione Corrispondenza Romana

LGBT-academic-expertise-University-of-Nottingham

di Tommaso Scandroglio

La Commissione per i diritti umani della città di New York ha stilato una lista di 31 termini da usare in ambito lavorativo per non discriminare le persone in ordine al loro orientamento sessuale e alla loro identità sessuale. Se il datore di lavoro intenzionalmente non osserverà questo elenco rischierà fino ad una multa di 125mila dollari.

Se oltre al dolo si accompagnerà anche un atteggiamento provocatorio, la multa salirà fino a 250mila dollari. I termini da usare corrispondono alla tavolozza immaginaria e fantastica di “generi” sessuali inventata a tavolino dagli ideologi della teoria del gender. Nella lista compaiono termini che ormai sono diventati usuali come “drag queen” (maschio che si traveste da donna usando abiti molto appariscenti) e “transgender” (persona che percepisce la propria sessualità come un qualcosa di fluido ed impreciso), parole però il cui significato rimane comunque e comprensibilmente oscuro ai più.

Poi vi sono altre parole la cui accezione è assolutamente sconosciuta a tutti: “agender” (privo di identità sessuale), “femme queen” (termine che dovrebbe indicare un maschio effeminato che ama travestirsi da donna usando abiti appariscenti), “hijra” (così vengono indicati i transessuali o i transgender dagli abitanti dall’Asia meridionale), “gender bender” (persona che ama trasgredire al comportamento previsto dal ruolo della sua identità sessuale) e “gender blender” (miscuglio di sessi). Quindi se il datore di lavoro si trovasse di fronte un dipendente “hijra” e non lo riconoscesse, potrebbe pagare multe assai salate. Continua a leggere

1 58 59 60 61 62 63 64 78