Saviano, altra figuraccia: così gli risponde la Polizia

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Saviano fa l’ennesima figuraccia, questa volta con la Polizia di Stato. Dopo le rivolte anti-nomadi della popolazione esausta di Casal Bruciato e le dichiarazioni di Matteo Salvini sul dossier anti-rom, lo scrittore è andato giù duro sui social, prendendosela addirittura con le Forze dell’Ordine.Saviano, altra figuraccia: così gli risponde la Polizia

 

Un servizio d’ordine a disposizione della campagna elettorale di un partito”, la definisce Saviano su Facebook. Su twitter post simile ma più breve, con la differenza che è proprio la pagina ufficiale della Polizia a rispondere, utilizzando frasi molto dure.

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Rinascita del fascismo? Una falsità. Parola di Emilio Gentile

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Nel suo ultimo libro Chi è fascista (Editori Laterza, 2019), lo storico Emilio Gentile, Docente di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, racconta come «fra i nuovi fascisti siano annoverati Trump, Erdogan, Orbàn, Bolsonaro, Di Maio Salvini».

Sull’allarme di un ritorno del fascismo, il professor Emilio Gentile spiega che «in questo voler scoprire i fascisti d’oggi, che non sono come i fascisti dell’epoca mussoliniana e non sono neppure quelli che oggi si definiscono fascisti, ma sono persone e movimenti che negano di essere tali, consiste l’ambiguità e la vaghezza dell’allarme per il rischio incombente sulla democrazia di un ritorno del fascismo sotto altre spoglie, che ritengo non esiste realmente. Esiste invece  effettivamente il rischio che, a furia di vedere fascisti dappertutto, si distolga l’attenzione da altre minacce, queste veramente reali, che incombono sulla democrazia e che nulla hanno a che fare con il fascismo, sotto qualsiasi veste lo si voglia immaginare».

Gentile spiega inoltre che «gran parte dei movimenti e dei governi, democraticamente eletti, oggi accusati di essere fascisti sotto altre spoglie, fascisti non sono. Sono anzi gli oltranzisti del metodo democratico, fino a esigere la democrazia diretta».

A La7, qualche mese fa, Emilio Gentile spiegava ad Enrico Mentana: «Ci troviamo all’inizio del Ventunesimo secolo a riconoscere che praticamente quasi tutto il mondo è infettato dal fascismo. Questo non aiuta a capire quello che sta accadendo in Italia […] Diventa un alibi perché quando si individua un nemico si cerca di coalizzare tutto contro quest’ultimo e lo si ingigantisce quando in realtà non è un pericolo reale e si ignora il pericolo vero […]. C’è un fenomeno, uno svuotamento di ciò che è la democrazia, come metodo e ideale, anche nelle democrazie più anziane e consolidate».

Fonte – https://oltrelalinea.news/2019/05/07/rinascita-del-fascismo-una-falsita-parola-di-emilio-gentile/

La fontana ‘demoniaca’ costa al Comune 150mila euro: è polemica

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La prima ‘denuncia social’ è arrivata dal senatore Pillon.

Bufera sull’amministrazione comunale di Vergato, in provincia di Bologna, dopo che il sindaco ha inaugurato la nuova fontana destinata a  uno spazio pubblico. Il complesso scultoreo rappresenta in maniera inequivocabile la figura di un “satanasso” eccitato, che porta sulla schiena un bambino con ali da farfalla.

Una scelta del tutto discutibile, considerando anche i costi che l’amministrazione si è dovuta sobbarcare: ben 150mila euro. La notizia però non è sfuggita al senatore leghista Simone Pillon, che ha “denunciato” l’iniziativa del sindaco tramite un post su Facebook: “Se per i crocifissi vogliono le tendine io chiedo una colata di cemento per nascondere definitivamente questa porcheria“. In molti infatti hanno visto nella statua una raffigurazione sicuramente poco consona a uno spazio pubblico per bambini, nonché un vero e proprio inno alla pedofilia.

Ma a replicare a Pillon è stato lo stesso primo cittadino di Vergato. Massimo Gnudi (Pd) ha spiegato alla stampa locale che il “fauno ritratto è il fiume Reno, che porta sulle spalle il torrente Vergatello, mentre il tritone alla base è l’Appennino.  Insomma, è un’opera che racconta il territorio, con lo stile dell’artista Luigi Ontani”.

fonte – https://vocecontrocorrente.it/la-fontana-demoniaca-costa-al-comune-150mila-euro-e-polemica/

Sudafrica, i boeri fondano cittadine per soli bianchi: “Così ci difendiamo dalle violenze dei neri”

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La nascita di cittadine sudafricane per soli bianchi sarebbe, a detta dei promotori dell’iniziativa, l’unica soluzione possibile per scongiurare la scomparsa dell’identità afrikaner dal Paese

In Sudafrica, a 25 anni dalla fine dell’apartheid, la minoranza bianca ha deciso di reagire alle “discriminazioni” finora subite ad opera della maggioranza di colore.

I discendenti dei boeri hanno infatti recentemente scelto di dare vita a delle cittadine “solo per bianchi”, destinate a dare opportunità di lavoro e protezione alle vittime delle “rappresaglie” promosse dalla popolazione nera. Il territorio interessato dalla comparsa di comunità riservate agli Afrikaner è quello della provincia del Capo Settentrionale, nel nordovest del Paese.

La prima realtà abitativa nata per ospitare soltanto individui bianchi è stata Eureka, sorta da poco a breve distanza dalla città di Garies, sempre nella provincia in questione, per iniziativa dell’imprenditore agricolo Adriaan Alettus Nieuwoudt. Nella neonata comunità, munita di scuole, negozi e cliniche ben attrezzate, gli Afrikaner potranno, a detta di costui, “vivere e lavorare manifestando la propria identità e la loro lingua senza pericoli di ritorsioni”. L’imprenditore, proclamatosi promotore della lotta contro la “scomparsa della razza bianca dal Sudafrica”, ha quindi annunciato ultimamente ai media locali la nascita di Eureka promettendo di regalare appezzamenti di mille metri quadrati a ogni bianco che deciderà di trasferirsi in tale realtà monoetnica. Continua a leggere

Ah, se avessimo un Governo, cosa potrebbe fare!

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AH, SE AVESSIMO UN GOVERNO, cosa potrebbe fare!

Riporto qui da Zibordi quello che lui definisce “il più importante articolo di economia  pubblicato quest’anno”. Come risolvere il problema del Debito Pubblico italiano all’interno dell’Euro E’ la soluzione di John Cochrane per il debito pubblico. Creare una Moneta Elettronica del Tesoro che paga interessi.  Una moneta elettronica dello Stato (“Treasury Electronic Money”) presso il Ministero del Tesoro (quindi non una moneta creata dalla Banca Centrale come le banconote e come le “riserve” con cui la Banca Centrale compra i titoli).  In questo modo i cittadini hanno un conto presso il Tesoro, con bancomat e carta di credito, e finanziano il deficit senza accorgersene.

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/ah-se-avessimo-un-governo-cosa-potrebbe-fare/

Satana? Preferisco il paradiso!

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di Emilio Giuliana

Christian Bale, l’attore che ha interpretato il ruolo di Batman, al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, dove si è svolta la cerimonia di premiazione dei Golden Globes, ritirato il suo premio ha ringraziato satana per averlo ispirato.

La soubrette Virginia Raffaele sul palco dell’Ariston durante il festival di Sanremo ha cantato una parodia della canzone <<Mamma>> di Beniamino Gigli, il nastro si «ferma» e lei finge di inceppare sulle parole, come un grammofono rotto. Le parole pronunciate hanno avuto un suono distinto: «satana, satana, satana», per cinque volte.

Come per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012 anche nel caso della cerimonia di apertura del tunnel alla base del San Gottardo in Svizzera è stato messo in scena uno spettacolo satanico.

Il sindaco di Vergato (BO) ha inaugurato una imponente statua di Satana

Emma Bonino in una sua raffigurazione pubblicitaria elettorale ha scelto come soggetto un drago.

Com’è noto il drago simboleggia satana; Michele Arcangelo è raffigurato con la spada che infilza il drago, san Giorgio identicamente a san Michele è raffigurato con la spada infilza il drago.

Il regista Stanley Kubrick nel suo ultimo film “Eyes Wide Shut”, racconta la storia di una cena satanica tenutasi Château de Ferrières da Marie-Hélène de Rothschild.

George Soros è un picciotto dei Rothschild, a sua volta la Bonino è alle dipendenze di Soros. L’attore americano James Woods ha dichiarato esplicitamente che Soros è satanista. Dunque, non è utopico pensare che ognuno di questi “personaggini”, proporzionatamente al potere che esercitano nella società portano benzina alla fornace di Satana.

Nella realtà i soloni della società dei diritti a tutti e della religione oppio dei popoli insegnano che satana non esiste, tant’è che chi crede alla sua esistenza è bollato come retrogrado, bigotto, ignorante, stupido.  Sono un retrogrado, bigotto, ignorate e quanto voi volete, ma che simpatici sono tutti questi personaggi, non ci credono ma lo esaltano e lo rappresentano ogni volta, ci prendono in giro o sono matti? O più semplicemente loro credono nel male e lo osannano?

Io non lo so, sono bigotto e stupido, per questo amo DIO

 

Emilio Giuliana

FONTE – http://www.emiliogiuliana.com/2-uncategorised/52-satana-preferisco-il-paradiso.html

PADRONI DELLA MORTE (nostra)

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Su internet gira  molto e con scalpore (“virale”)  l’ammissione   che ha fatto Federico Fubini, il direttore in pectore del Corriere della Sera,   campione del “più Europa” contro populisti e sovranisti.  Fattosi intervistare da  TV2000  – l’emittente episcopale italiana per far pubblicità al suo ultimo libro (a cui non faremo pubblicità) –  il Fubini  ha capito che doveva dire  qualcosa di piccante per quella  sede.  “Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho voluto scrivere sul Corriere della Sera. Analizzando i dati della mortalità infantile in Grecia, mi sono accorto che a causa della crisi sono morti 700 bambini. Non ho scritto l’articolo per non essere strumentalizzato dagli anti europei pronti a usare qualunque materiale come una clava contro l’Europa e ciò che rappresenta, cioè un principio di democrazia fondata sulle regole e sulle istituzioni”.

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Fonte – https://www.maurizioblondet.it/padroni-della-morte-nostra/

Quindi i complottisti hanno visto giusto – prima del mainstream

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ORA lo dice  anche Il Sussidiario

FINANZA E POLITICA/ Draghi al Governo, un film comodo anche per la Germania

 – Giovanni Passali

Mario Draghi potrebbe tornare presto in Italia, con il compito di guidare un Esecutivo chiamato ad affrontare una situazione critica

https://www.ilsussidiario.net/news/economia-e-finanza/finanza-e-politica-draghi-al-governo-un-film-comodo-anche-per-la-germania/1877649/

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FONTE – https://www.maurizioblondet.it/quindi-i-complottisti-hanno-visto-giusto-prima-del-mainstream/

Risparmiometro. L’occhio del Fisco sui conti

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Risparmiometro. L’occhio del Fisco sui conti. Troppi risparmi indicano “nero”Scritto e segnalato da Antonio Amorosi

Ecco come funziona il controllo che l’Agenzia delle entrate effettua sui conti correnti. Il Risparmiometro è il nuovo strumento che gli italiani…di Antonio Amorosi

Attenti ai conti correnti. Chi non preleva denaro dal proprio conto potrebbe ritrovarsi un accertamento del fisco tramite il Risparmiometro, il nuovo strumento adatto a capire chi fa del “nero”.

 

La nuova Super anagrafe dei conti correnti, voluta già nel decreto Salva-Italia dal governo Monti, è ormai operativa e fa vedere all’Agenzia delle entrate i conti correnti degli italiani per individuare chi evade.

Nel 2018, l’Agenzia ha inviato al Garante della privacy il provvedimento per la stesura di liste selettive in chiave anti evasione, cioè di soggetti ritenuti potenziali evasori, (l’accertamento è stato effettuato sull’anno di imposta 2013 ed oggi ha esteso le procedure anche all’anno 2014).

Il Garante della privacy ha dato il via libera ai provvedimenti così che sia l’Agenzia delle Entrate sia la Guardia di Finanza potranno sfruttare le informazioni sui risparmi degli italiani e cercare di accertare chi nasconde ricchezza o ne dichiari in modo improprio, non facendo emergere il proprio monte di affari.  Continua a leggere

Addio a Giancarlo Cioffi, l’eroe della carica di Isbuscenskij

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Si è spento a 98 anni uno dei reducit dell’ultima carica di cavalleria del Regio Esercito sulle rive del Don, nella disastrosa campagna di Russia

Sciabola al vento contro i mitragliatori sovietici: è così che Giancarlo Cioffi ha impresso sulla storia il suo nome, insieme a quelli dei commilitoni che hanno dato vita all’ultima carica di cavalleria della storia.

Quella che è passata nei libri come la carica di Isbuscenskij.

Nato a Milano nel 1921, c’era anche lui tra gli eroi che diedero vita a quella eroica e drammatica carica nella steppa russa, nel pieno della campagna di Russia. A quel tempo era sottufficiale di cavalleria: dopo, al ritorno dalla disfatta dell’Armir sul dorso del suo fedelissimo cavallo, Violetto, divenne architetto. La sciabola rimase riposta nella guaina, ma la sua figura no, diventata presto leggenda fra i reparti dell’esercito che ieri hanno accolto la notizia della sua morte, a 98 anni, con onore e rispetto, consapevoli che i simboli sono destinati a rimanere immortali.

Perché quella carica è stata veramente leggenda. Spada contro mitra, cavalli contro artiglieria, spade sguainate con il volto rivolto al sole e la consapevolezza di andare incontro a una morte praticamente certa. Eppure gli italiani dell’Armir non si fermarono: confermando il valore dei nostri uomini in una campagna disastrosa come quella di Russia. In quell’ultimo eroico assalto di cavalleria lui c’era. E c’era non solo nella carica col suono delle trombe che copriva le sventagliate dei mitra sovietici, ma anche dopo, quando il comandante fece scendere dalla sella i soldati rimasti per coprire i cavalieri ancora lanciati verso il nemico. Era una calda giornata delle afose estati sulle rive del Don. Il reggimento Savoia cavalleria, 700 uomini (fra cui oltre Cioffi, Alessandro Bettoni Cazzago, Giancarlo Conforti, Luigi Gianoli, Silvano Abba) erano fermi protetti dalla Voloire. All’alba, riprendendo la marcia, una pattuglia in avanscoperta si accorse che l’812esimo Reggimento siberiano li aveva circondati: era la fine. I russi iniziarono a sparare, poi, dopo una rapida riflessione da parte del comandante Bettoni Cazzago, appena sfiorato da un proiettile, la scelta, l’unica, quella disperata: carica. Il Secondo squadrone parte a sciabole sguainate e lanciando bombe a mano. Una scena rimasta immortale in una cartolina in bianco e nero che narra quella carica. Poi iniziano gli altri. Alle 9:40 del mattino, la battaglia era finita. Sul campo, rimasero 34 soldati italiani e cento cavalli, 150 le vittime fra i sovietici che dovettero anche ritirarsi.

Cioffi, come racconta Il Giorno, non ha mai fatto mistero di essere rimasto un sergente di cavalleria anche dopo, quando la guerra è finita. Anche nell’ultimo documentario su Isbuscenskij, il sergente amava raccontare la sua storia: “Indossai la prima uniforme da bambino nel 1928 e da allora non me la sono mai levata. Quando scoppiò la guerra pensai che anch’ io dovevo fare ciò che potevo e quindi mi arruolai nel Quarto squadrone del Reggimento del Savoia cavalleria (ora incardinato nella Brigata paracadutisti Folgore ndr) che aveva sede a Milano“. Il colonnello Ermanno Lustrino, attuale comandante del Savoia, ha ricordato così il sergente Cioffi: “Siamo tristi per averlo perso, ma felici che Dio ce lo abbia conservato così a lungo: non ho mai conosciuto nessuno che con uno sguardo soltanto riuscisse a trasmettere tanta forza“. E non poteva essere altrimenti.

fonte – http://www.ilgiornale.it/news/cronache/addio-giancarlo-cioffi-leroe-carica-isbuscenskij-1687585.html?mobile_detect=false

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