Sant’Antonio patrono della Custodia di Terra Santa

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In che modo Sant’Antonio è stato scelto patrono della custodia?
Come riportato da padre Giuseppe Nazzaro (Custode della Terra Santa dal 1992 al 1998) in una lettera circolare del 1995, le cronache della Custodia recano l’impronta di un’ininterrotta devozione al santo di origine portoghese. Soltanto all’inizio del XX° secolo però (il 28 luglio 1920) sant’Antonio è stato scelto come «patrono particolare e protettore della Custodia».
Nel 1917 la Palestina, come il resto del mondo, è in guerra. Qui il conflitto era quello anglo-turco. Dal momento che la Turchia ha aderito al partito della Germania, le Autorità «fanno pulizia». I cittadini europei, religiosi compresi, vengono espulsi.
A dire il vero, però, non ancora del tutto: se si considerano i francescani, infatti, gli Italiani sono ancora sul posto. Ma per quanto tempo ancora? Il governatore turco di Gerusalemme, Giamal Pascia, ne ha decretato l’incarcerazione. A partire dalla pubblicazione del documento, dunque, la scure sarebbe caduta e i luoghi santi si sarebbero ritrovati privi dei loro guardiani cattolici. Allora il presidente custodiale, padre Eutimio Castellani, ordinò di pregare con fervore – in tutti i conventi della Custodia – una serie di tre Tridui in onore del Santo di Padova. In particolare fu determinante il triduo dal 22 al 27 aprile, perché il decreto di internamento dei frati italiani era già stato pubblicato.

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La Terra Santa nella morsa degli insediamenti illegali

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 43/19 del 4 giugno 2019, San Francesco Caracciolo
 
La Terra Santa nella morsa degli insediamenti illegali
 
In 10 anni con Netanyahu costruiti 20mila nuovi insediamenti
È quanto emerge dal rapporto annuale pubblicato da Peace Now. Oggi in Cisgiordania e Gerusalemme est vivono circa 630mila coloni ebraici. Secondo il gruppo attivista il governo israeliano “sta scavando una fossa” al Paese. Nel 2017 l’esecutivo ha speso 1,650 miliardi per gli insediamenti.
Gerusalemme (AsiaNews) – Negli ultimi 10 anni, sotto la guida del premier di destra Benjamin Netanyahu, Israele ha avviato la costruzione di circa 20mila nuovi insediamenti nei Territori occupati della Cisgiordania. È quanto emerge dal rapporto annuale pubblicato ieri dagli attivisti di Peace Now, Ong israeliana in prima linea contro l’occupazione, secondo cui le politiche espansioniste del governo hanno complicato di molto le possibilità di risolvere l’annoso conflitto israelo-palestinese.
Ad oggi, circa 630mila coloni ebraici vivono nei territori di Cisgiordania e Gerusalemme est, a stretto contatto con almeno tre milioni di palestinesi. Il rapporto elaborato dagli attivisti israeliani non tiene conto degli insediamenti nella parte annessa di Gerusalemme est, il settore a maggioranza palestinese della città santa.

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Gaza: crimini e punti interrogativi

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 38/19 del 10 maggio 2019, Sant’Antonino
 
Gaza: crimini e punti interrogativi
La Striscia di Gaza invivibile anche per l’Onu
Diventa ogni giorno più difficile capire le ragioni di questa guerra di razzi…
Diventa ogni giorno più difficile capire le ragioni di questa guerra di razzi e bombardamenti tra Gaza e Israele. Perché va avanti da settimane, con morti e feriti su entrambi i lati, anche se è sempre più evidente che nessuno, né i palestinesi né gli israeliani, né Hamas né Netanyahu, vuole davvero arrivare a uno scontro aperto. Eppure siamo qui, con centinaia di razzi che partono dalla Striscia e che hanno una gittata ormai doppia rispetto a quella di pochi anni fa, e i caccia dello Stato ebraico che spianano palazzi e centrano obiettivi strategici.
Con l’inevitabile dramma dei civili uccisi, donne e bambini compresi. Con lo strascico delle tensioni internazionali. L’impresa di capire si fa ancora più complessa se si tengono in conto i segnali di «distensione» (termine che da queste parti, come si vede, va usato con cautela) rilevati negli ultimi tempi. Hamas ha cercato di tenere a bada i gruppi islamisti più radicali, ancora convinti che la provocazione verso Israele sia la strada maestra per rivendicare i diritti dei palestinesi. E i suoi diplomatici non cessano di trattare con l’Egitto per tenere in vita il fragilissimo cessate il fuoco e, nello stesso tempo, allentare la morsa in cui il blocco israeliano tiene i due milioni di abitanti della Striscia.

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Siria: i cristiani in trincea contro i terroristi

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 26/19 del 25 marzo 2019, Ss. Annunziata 

 
Siria: i cristiani in trincea contro i terroristi
Sotto assedio da 7 anni, 20.000 cristiani sono bombardati dai terroristi. Nessun media parla di loro. Sono soli a combattere per sopravvivere. Impotenti, hanno visto passare i convogli degli jihadisti trasferiti verso Idlib. 160 morti. Civili innocenti, padri e adolescenti, famiglie in lutto.
La battaglia quotidiana di Mhardeh
La notte cade sulla Siria . A nord della città di Hama, una pioggia gelida spazza la piccola città di Mhardeh. In macchina, sono accompagnato da Salem, un cristiano damasceno che ha combattuto per più di cinque anni per difendere questa città, che è diventata un simbolo della resistenza siriana al terrorismo internazionale. I controlli militari si intensificano fino a quando arriviamo all’ufficio del signor Simon, capo della Forza nazionale di difesa a Mhardeh .
Siamo attesi, i soldati aprono il grosso portone. Uscendo dalla macchina, la pesante atmosfera della guerra svanisce e sentiamo le tipiche frasi di accoglienza siriana, quelle che ti fanno sentire subito a casa. Accompagnati da tre soldati armati, iniziamo a radunarci davanti all’albero dei martiri: cento ritratti in memoria di coloro che sono caduti sotto le bombe che hanno ferito la città per più di sette anni. Ho notato quello di un adolescente, a malapena uscito dall’infanzia, con gli occhi color blu scuro.
Ci raccogliamo alcuni momenti. Il signor Simon ci accoglie nel suo ufficio a braccia aperte. Istintivamente, quest’uomo ispira immenso rispetto, senza essere inaccessibile, al contrario. In mezzo al collo, la cicatrice di un proiettile che non riuscì a ucciderlo impressiona. Il suo sorriso cancella istantaneamente queste stigmate della guerra. Il signor Simon è sopravvissuto a tre tentativi di omicidio. Organizza personalmente la difesa della sua terra, della sua città, della sua casa, delle famiglie di Mhardeh. Continua a leggere

Cristianofobia israeliana

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Comunicato n. 24/19 del 20 marzo 2019, Santa Claudia

Cristianofobia israeliana

Due ebrei israeliani assolti dopo l’attacco all’abbazia della Dormizione a Gerusalemme

Abbiamo appreso della decisione presa ieri dal tribunale israeliano di assolvere i sospetti ebrei che circa tre anni fa hanno attaccato l’abbazia della Dormizione a Gerusalemme, importante luogo sacro nonché convento cristiano.
Tale decisione implica che chi attacca l’abbazia della Dormizione non viene consegnato alla giustizia. Questa realtà è per noi inaccettabile!
Pertanto, invitiamo le autorità israeliane a individuare gli autori di questo attacco e a punirli in modo da dissuadere altri dal commettere simili reati in futuro! Continua a leggere

Il superman israeliano al di sopra della legge

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 21/19 dell’11 marzo 2019, San Costantino
 
Il superman israeliano al di sopra della legge
 
“(Israele) può fare ciò che vuole, come vuole e quando vuole senza doverne mai rispondere davvero”
I crimini di guerra israeliani al confine con Gaza, di Fulvio Scaglione
La Commissione d’inchiesta dell’Onu sui fatti avvenuti al confine tra la Striscia di Gaza e Israele durante la Marcia del ritorno (nel 2018) attribuisce crimini di guerra ai cecchini israeliani. Qualche considerazione.
Il rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente dell’Onu sui fatti avvenuti al confine tra la Striscia di Gaza e Israele durante la Marcia del ritorno (parliamo di marzo-maggio 2018 per la Marcia vera e propria, ma la Commissione ha indagato fino allo scorso dicembre) non lasciano molti dubbi. I tre commissari (l’argentino Santiago Canton, la bangladese Sara Hossain e la kenyana Kaary Betty Murungi) hanno trovato ragionevoli motivi per pensare che i soldati israeliani abbiano commesso crimini di guerra e violato i diritti umani internazionali.

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8 Marzo a Gerusalemme, gli ultraortodossi attaccano le “Donne del Muro”. La testimone: “Ho visto l’odio nei loro occhi”

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FEMMINISTE SILENTI

Le vittime, assalite perché rivendicano il diritto di pregare come gli uomini, hanno denunciato l’atteggiamento accondiscendente della polizia

Hanno “celebrato” l’8 Marzo attaccando decine di donne colpevoli ai loro occhi di mancanza di rispetto per un Luogo Sacro. In migliaia contro donne coraggiose, determinate a far valere i propri diritti. Gruppi di ebrei ultraortodossi, in maggioranza giovani studenti delle yeshiva, le scuole talmudiche Gruppi di ebrei ortodossi hanno attaccato alcune decine di ebree “riformate” riunitesi per celebrare l’inizio del mese ebraico di Adar e il 30esimo della loro organizzazione. Le “Donne del Kotel” (ossia del Muro) rivendicano il diritto di pregare come gli uomini avvolte nel mantello ebraico e di leggere in pubblico porzioni della Bibbia. Una rivendicazione che per coloro che si credono i padroni dell’ortodossia ebraica equivale a una profanazione.

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I muri dell’unica democrazia

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Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 6/19 del 21 gennaio 2019, Sant’Agnese
 
I muri dell’unica democrazia
 
Prosegue da parte del governo israeliano la politica dell’espansione delle colonie illegali in Palestina, protette giuridicamente e militarmente. Mancava la strada con muro incorporato! 
Ricordiamo ai benpensanti filo-israeliani, che identificano il popolo palestinese unicamente con i musulmani, che la politica sionista ha causato la partenza della maggioranza dei cristiani dalla Terra Santa e chi è rimasto è discriminato in diversi modi in quanto lo stato ebraico non riconosce l’uguaglianza tra tutti i cittadini. Sulle terre confiscate recentemente ai cattolici:

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ASSAD VINCITORE

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La notte  di Natale, quando due caccia  israeliani hanno attaccato la Siria (dallo spazio aereo libanese e “coprendosi” dietro due aerei civili), miravano ad  eliminare, insieme a dirigenti Hezbollah, il generale iraniano Qassem Suleimani  il genio militare, bersaglio abbastanza prezioso da rischiare la contraerea siriana ora fornita di S-300. Non solo hanno fallito il bersaglio; non solo le informazioni d’intelligence …

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/assad-vincitore/

Terra Santa – Nuove prevaricazioni contro la Chiesa Cattolica

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Comunicato n. 93/18 del 5 dicembre 2018, San Saba

Terra Santa – Nuove prevaricazioni contro la Chiesa Cattolica

La sicurezza è un pretesto dell’esercito israeliano per occupare terre
Il Patriarcato latino protesta contro l’appropriazione delle proprietà nella valle del Giordano settentrionale. Da oltre 40 anni è usato come campo di addestramento; a nulla sono valsi gli atti di impugnazione in tribunale. Vicario di Gerusalemme: Voci di malattie e morti fra i civili, anche bambini, causate dalle armi usate nelle esercitazioni.

Gerusalemme (AsiaNews) – I militari israeliani, con il pretesto “della sicurezza e dell’interesse nazionale”, agiscono in una sorta di “impunità” contro la quale non si può “fare nulla”, nemmeno ricorrere in tribunale. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme, commentando la decisione dei vertici dell’esercito con la stella di David di persistere nell’occupazione dei terreni della Chiesa nella Valle del Giordano settentrionale. Continua a leggere