«Persecuzione dei cristiani? Ormai siamo a un passo dal genocidio»

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È questa la conclusione del rapporto indipendente commissionato dal ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt. Abbiamo chiuso gli occhi fino ad ora per colpa del politicamente corretto

«Il livello e la natura della persecuzione dei cristiani è ormai vicina a rientrare nei parametri internazionali adottati dall’Onu per la definizione di genocidio». È quanto si trova scritto, nero su bianco, nel rapporto indipendente sulla persecuzione dei cristiani commissionato nel dicembre 2018 dal ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, e pubblicato giovedì. Si tratta di una prima versione provvisoria, quella definitiva uscirà invece in estate.

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FONTE – https://www.tempi.it/persecuzione-dei-cristiani-ormai-siamo-a-un-passo-dal-genocidio/

E’ stato proprio l’Isis. Lo dice Amaq

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Così, siamo  stati informati che il “cervello” delle stragi islamiste  anti-cattoliche è morto anche lui negli  attentati. Come tutti gli altri. Era l’unico di cui  l’ISIS  ci aveva reso nota la faccia, diffondendo foto come  questa  attraverso la sua agenzia, Amaq. Sì, perché – come ricorderete –  l’ISIS ha la sua propria agenzia di stampa, Amaq News International.  Agenzia che non si lascia però facilmente raggiungere da chiunque, essendo clandestina e segreta – com’è logico  per una organizzazione terroristica. Di fatto, solo il SITE  di Rita Katz riesce a trovarne i comunicati nel labirinto (credo) della darknet.

Anche stavolta il SITE ha fatto il suo egregio lavoro e abbiamo tutte le facce degli attentatori-kamikaze, che sono tutti morti quindi è inutile cercarli.  E’  un vero peccato  che i kamikaze islamisti si siano tutti coperti la faccia con  la stessa kefiah : a  che scopo poi, se tanto sapevano di  morire? Perché non si sono mostrati? Che cosa  avevano da temere, ormai?

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Fonte – https://www.maurizioblondet.it/e-stato-proprio-lisis-lo-dice-amaq/

Sri Lanka, una siciliana tra le vittime dell’attentato di Pasqua

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L’orrore dell’attacco terroristico alla chiesa cingalese arriva al cuore della Sicilia.

Lutto per la comunità cristiana di Catania, in Sicilia. Le notizie che arrivano dallo Sri Lanka hanno confermato che tra le trecento vittime dell’attentato di Pasqua c’era anche una mamma siciliana. Si chiamava Haysinth Rupasingha e ha perso la vita domenica scorsa, nelle esplosioni avvenute nella Chiesa di San Sebastiano a Katuwapitiya nella provincia di Negombo.

La donna, 55 anni, si era trasferita nel capoluogo etneo negli anni novanta, dove si era stabilita definitivamente, prendendo anche la residenza. Aveva deciso di approfittare del ponte pasquale per fare un viaggio nel sud est asiatico, dove si trovava con amici e parenti. Da lì, a breve, si sarebbe dovuta spostare verso l’Australia, per incontrare la figlia.

Alla conferma della notizia, in molti – tra i catanesi – hanno espresso messaggi di cordoglio per una che sembra essere stata conosciuta e apprezzata nella comunità cristiana della città.

fonte – https://vocecontrocorrente.it/sri-lanka-una-siciliana-tra-le-vittime-dellattentato-di-pasqua/

Sri Lanka: bombe uccidono 300 Cristiani, ora nuovo allarme in aeroporto

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Ennesimo caso di ‘terrorismo religioso’.

Trecento morti e più di cinquecento feriti. E’ un bilancio drammatico quello della Pasqua nello Sri Lanka. Ieri il paese è stato teatro di una terribile strage, dove ad essere colpiti sono stati ancora una volta i cristiani. In una Chiesa, durante le celebrazioni pasquali, sono esplose otto bombe, causando morte e distruzione.

Da allora è stato allarme in tutto il paese, perché secondo le prime ricostruzioni offerte dal governo locale, si sarebbe trattato di un atto di terrorismo religioso. Già nelle scorse ore ben tredici persone sono state fermate come sospettati. Coinvolti nell’esplosione anche trentacinque stranieri, ma dalla Farnesina confermano che non ci sarebbe nessun italiano.

Intanto, nelle ultime ore il paese del sud est asiatico sembra essere piombato nuovamente nel caos. Un altro ordigno sarebbe stato individuato nel principale aeroporto di tutto lo Sri Lanka, a Bandaranaike.

fonte – https://vocecontrocorrente.it/sri-lanka-bombe-uccidono-300-cristiani-ora-nuovo-allarme-in-aeroporto/

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono “adoratori di Pasqua”

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“Adoratori di Pasqua”. Come se il termine “cristiani” fosse una parolaccia. Così vengono definite le oltre 290 vittime della strage compiuta in Sri Lanka, perpetrata tramite esplosioni in diversi luoghi di culto. A questo sono arrivati i dem americani, da Hillary Clinton a Barack Obama, per non dimenticare l’ex membro del gabinetto di governo Jùlian Castro.

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"

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“Erdogan arma gli estremisti”. Il sultano entra nel caos della Libia

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Lo scontro in Libia sembra farsi più duro giorno dopo giorno. I bombardamenti delle scorse ore ne sono una lampante dimostrazione: le vittime civili causate dai missili piovuti su Tripoli, per le cui responsabilità si assiste adesso anche un reciproco scambio di accuse tra le parti in causa, testimoniano l’intensità raggiunta da una battaglia prossima oramai ad entrare nella sua seconda settimana. E ad aggiungere maggiori polemiche è anche il dito puntato diretto contro la Turchia da parte di Haftar, con Ankara accusata di introdurre dall’esterno armi per i miliziani più estremisti.

Le accuse di Ahmed Al Mismari

Così come riportato dal sito AddressLibya, nel corso di una conferenza stampa tenuta martedì sera a Bengasi il portavoce dell’Lna, Ahmed Al Mismari, chiama in causa in modo esplicito e piuttosto pesante la Turchia. Secondo i responsabili dell’esercito di Haftar, in particolare, il governo del presidente Erdogan in questi giorni sta finanziando e donando armi alle milizie rimaste fedeli al governo di Al Sarraj. Al Mismari specifica che Ankara starebbe appoggiando in particolare proprio quelle milizie ritenute, all’interno della galassia delle forze in questo momento impegnate nella difesa di Tripoli, le più estremiste. Le armi, secondo sempre il portavoce dell’Lna, arrivano in Libia tramite il porto di Zuwara, località vicina il confine tunisino lungo la costa in mano ai gruppi fedeli all’esecutivo di Tripoli. Nonostante tra questa cittadina e la capitale buona parte del territorio risulti in mano all’esercito di Haftar, le armi riuscirebbe ugualmente a giungere nelle mani delle forze di Al Sarraj.  Continua a leggere

L’ultima terrorista in cattedra Balzerani in tour da scrittrice

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L’ex Br presenta il libro in una sala comunale a Milano I precedenti: pergamena a Curcio, il corso con Faranda.

C’è aria pesante. E i cattivi maestri tornano in cattedra o si prendono pulpiti immeritati. Così a Milano, in una sala pubblica di un quartiere difficile come Bruzzano, nell’ambito di un ciclo di incontri letterari viene chiamata a presentare il suo libro la ex brigatista Barbara Balzerani, che ha saldato – è vero – il suo debito con la giustizia, ma continua a pontificare in modo insopportabile, e doloroso per le vittime del terrorismo.

E a qualcuno non sta bene. «Un’ex brigatista rossa membro del commando che ha rapito Moro che presenta il suo libro in uno spazio comunale, senza contraddittorio – dice Deborah Giovanati, assessore alla Scuola del Municipio 9 – Questo è un ulteriore schiaffo nei confronti delle vittime dei terroristi rossi. Che cosa dirà ancora? Recentemente ha affermato che fare la vittima è un mestiere. Sono veramente indignata. Il sindaco deve rispondere del grave fatto accaduto nel mio territorio». Fra gli ultimi militanti br a essere arrestati, la «primula rossa» fu condannata a diversi ergastoli, anche per aver fatto parte del commando che prese in ostaggio Aldo Moro in via Fani, dove fu massacrata la scorta del leader dc. Ottenuta la libertà condizionata, non ha mai compiuto un percorso di dissociazione o «pentimento», anche se non rientra nel novero degli irriducibili. Nel 2018, quando ricorrevano i 40 anni dalla strage di via Fani, prima ha ironizzato cinicamente («Chi mi ospita oltre confine per i fasti del quarantennale?») poi con autentico disprezzo ha parlato delle «vittime», lamentando il loro «monopolio». «C’è una figura, la vittima – ha detto – che è diventata un mestiere». «Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te».

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Immigrazione e razzismo

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“Chi dice che deve vendicare i suoi fratelli colpendo i nostri figli mette in chiaro che per lui esistono un noi, un voi e una guerra in cui ci sarebbero colpe collettive da vendicare. Non è odio ideologico o di partito altrimenti sarebbe diretto altrove. È odio etnico e razziale, un odio che supera i timbri dei certificati anagrafici.”

VIDEO DI PIETRO FERRARI

Benzina, fascette, armi: ecco il piano infernale dell’attentatore senegalese

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Milano, 21 mar – Ousseynou Sy, il senegalese che voleva dar fuoco a un pullman pieno di bambini per vendicare le morti in mare, aveva pianificato il suo piano infernale in ogni dettaglio. Aveva comprato due taniche con 10 litri di benzina e delle fascette da elettricista per legare le vittime. Aveva anche pubblicato su Youtube un video per dire basta ai troppi naufragi nel Mediterraneo. “Non ce la faccio più a vedere i bambini morire mangiati dai pescecani e le donne incinte affogare”, si sente nel messaggio delirante. Per il terrorista 47 enne, padre di due figlie, diventato cittadino italiano nel 2004 dopo aver sposato una ragazza di Crema da cui poi si era separato, l’”Africa doveva rialzarsi” e i suoi connazionali non dovevano più partire per l’Europa, da punire per le sue “politiche criminali sulla migrazione”.

Il piano omicida

Ecco perché ha deciso di dirottare lo scuolabus con cui accompagnava 51 studenti, due professori e una bidella, dalla palestra alla scuola media Vailati di Crema e ha cercato di raggiungere Linate, da dove “avrebbe voluto prendere un aereo per tornare in Senegal“, hanno spiegato il capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili e il pm Luca Poniz che in serata hanno interrogato Sy per un paio d’ore. Continua a leggere

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