Cattolicesimo, Massoneria e Metafisica del Caos (critica a una parte della filosofia di Dugin)

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QUINTA COLONNA

EDITORIALE

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/11/26/cattolicesimo-massoneria-e-metafisica-del-caos/

Il Canone 2335 del Codice di Diritto Canonico del 1917 si esprimeva così: “Tutti coloro i quali danno il proprio nome alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che complottano contro la Chiesa e contro i legittimi poteri civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla Sede Apostolica”. Quindi, se qualcuno, all’interno dei Sacri Palazzi, era massone, allo stesso tempo era immediatamente scomunicato.
La Chiesa Cattolica non ha condannato la Massoneria solo per una evidente attività, volta a sovvertire i suoi insegnamenti, ma nell’Enciclica Humanum Genus di Papa Leone XIII del 20/04/1884 ha esplicitamente rigettato le idee filosofiche e morali contrarie all’Ordine naturale e divino. Lo stesso Pontefice scrisse una lettera al popolo italiano, datata 8/12/1882, denominata “Custodi”, in cui scrisse: “Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra”. La condanna leonina si basava soprattutto sulla condanna del liberalismo, di cui, invece, le logge hanno sempre fatto il loro vanto.
Ne deriva che il cattolico non può rapportarsi con Dio in un’ottica esterna di tipo “umanitario” e aconfessionale, a fronte di una dimensione interna, autenticamente cattolica. Cristo è Re dell’universo perché Creatore, che ha dato all’uomo il comandamento della carità. Il vero bene del prossimo, dunque, non è una filantropia fine a se stessa o meramente terrena, ma predisposta a trovare la luce per vivere secondo le leggi di Dio. Purtroppo, nell’epoca della secolarizzazione, la massoneria è riuscita a vincere nella civiltà occidentale, perché, in ogni ambito, è riuscita a creare una mentalità massonica di massa.
Quasi tutti, oggi, sono soggettivisti, nichilisti, agnostici e ritengono che l’umanesimo integrale sia l’elemento fondamentale per la felicità e che la fratellanza sia sinonimo di “persona giusta”. Il giusto – come ha rilevato acutamente S. Tommaso d’Aquino – è colui che sa scindere il bene dal male attraverso un’adesione dell’intelletto e della volontà alla realtà, nella maniera in cui solo Dio la desidera. Non può prescindere da Lui. Il Figlio di Dio, per natura, è Dio. Solo chi condivide l’annuncio della salvezza può diventare figlio di Dio, “per adozione”. Pertanto, o si ritorna al realismo aristotelico-tomista, all’armonia e alla collaborazione fra potere temporale e spirituale, oppure si cade inesorabilmente nella “metafisica del caos”, ove tutto affonda e niente si salva.
Paolo Maria Siano, nato nel 1972, appartenente all’ordine dei francescani dell’Immacolata è, certamente, uno dei massimi studiosi della Massoneria; ha attribuito questa deriva, propria delle idee massoniche, al pensiero filosofico del russo Alexander Dugin, il quale teorizza una necessità irreversibile di caduta nell’abisso del male e rivaluta il Caos come principio primordiale ed eterno dell’universo.“Dobbiamo imparare a pensare con il caos e dentro il caos” – scrive Dugin ne “La quarta teoria politica” (pag. 238) –  mentre noi cristiani opponiamo l’unica Verità di Colui che ha dato la Sua luce alle tenebre e il Suo ordine al caos (Genesi 1, 4-5), rifiutando qualsiasi forma di relativismo e nichilismo, assieme a simbolismi legati all’occulto, all’esoterismo, alla magia o peggio, come ha osservato giustamente il Prof. Roberto De Mattei su “Corrispondenza Romana” del 9/06/2021.
Se, dunque, su questioni di natura meramente politico-economica e di morale tradizionale, ossia rispettosa del diritto naturale, è possibile e, probabilmente auspicabile un mondo multipolare, l’orizzonte soprannaturale rappresentato da Dugin è, almeno per il momento, motivo di completa divergenza con il pensiero cattolico romano e dovrebbe diventare spunto di riflessione per tutti coloro che, troppo frettolosamente, abbracciano in toto le teorie di uomini carismatici ma, in parte, ancora sconosciuti e in parte nel buio dell’errore dottrinale. 

La Russia e la Cina sono più forti dell’Occidente?

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per www.informazionecattolica.it 

LA GUERRA IN UCRAINA STA DIMOSTRANDO L’INCONSISTENZA DELLE DEMOCRAZIE EUROPEE

La gestione dell’emergenza pandemica ha dimostrato l’impreparazione e, quindi, la debolezza delle democrazie europee, che hanno risposto con assurde restrizioni e grotteschi tentativi campione, malriusciti e ritirati. La guerra in Ucraina sta dimostrando, in più, l’inconsistenza delle democrazie europee e, in un certo senso, la debolezza degli Stati Uniti di Joe Biden, che si sono ritirati dall’Afghanistan in quel modo così disonorevole ed arrendevole da stupire la maggioranza degli osservatori internazionali. Perché la debolezza delle democrazie è data dal fatto che sono divenute plutocrazie, con la ricchezza in mano a pochi che comandano su molti. L’Enciclica di Pio XI Quadragesimo Anno (15 maggio 1931), nel condannare questo sistema, fu profetica quanto inascoltata.

Donald Trump ha rilasciato una dichiarazione che non lascia margini ad interpretazioni: “con la mia Presidenza non sarebbe accaduto niente. Abbiamo mantenuto sempre rapporti distesi e di collaborazione con la Russia“. Non solo: Trump ha previsto, anche, a ruota, l’invasione di Taiwan da parte della Cina, ovvero uno spostamento ad est dell’asse delle superpotenze, a scapito dell’Occidente, che, a furia di contar dollari sulla pelle dei popoli, non si è accorta dei cambiamenti in corso negli ultimi decenni, divenendo un autentico nano geopolitico.

Le dichiarazioni roboanti e le minacce di parte occidentale, capitanate dal Presidente Biden, dalla NATO e dall’ONU appaiono un modo per nascondere l’impossibilità di reagire alla Russia sia militarmente che attraverso una seria applicazione di sanzioni. Nessuno è disposto a morire per Kiev, così come nessuno è disposto a sacrificarsi per Taiwan. Costa troppo, sul piano economico e troppa è l’incertezza di finire in un altro Vietnam. Se Biden facesse applicare davvero pesanti sanzioni, si trasformerebbe nel nuovo Tafazzi, perché a pagarne il prezzo sarebbero i cittadini europei, a livello energetico. Chi si assume la responsabilità di far pagare 4.000 euro ogni 1.000 metri cubi di gas alle famiglie, come risposta alle sanzioni?

Il primo problema è la mancanza di indipendenza da parte dell’Europa, che, ora, può solo fare da scendiletto alla NATO, istituzione obsoleta, da sciogliere al più presto per ridare sovranità alle Nazioni europee e, quindi, libertà di scelta nelle politiche e nelle alleanze da seguire. Si nota come stranamente le sinistre riscoprano il valore della sovranità nazionale, se si tratta di difendere gli interessi americani in Ucraina, mentre la negano, in nome del globalismo, in ogni altro contesto. Il secondo problema, che è la diretta conseguenza del primo, è l’assoluta mancanza di una politica, anche militare, a livello europeo. L’Unione Europea appare esclusivamente un comitato d’affari dell’alta finanza internazionale, garante della moneta unica in una banca privata (BCE) che ha deciso di indebolire gradualmente il ceto medio di ogni Paese membro, producendo un generale aumento del costo della vita, sproporzionato rispetto al reddito e sbilanciato sull’età pensionabile. Tale impoverimento del ceto produttivo è una delle motivazioni della disaffezione elettorale, che, infatti, ha dato la maggioranza relativa al partito dell’astensionismo.

Di fronte a questo decadentismo, non possiamo dimenticare la dimensione religiosa. La secolarizzazione iniziata negli anni settanta, sta raggiungendo preoccupanti livelli di nichilismo dilaganti soprattutto nelle nuove generazioni. Un pensiero unico assai debole, ma largamente diffuso, accompagna il Vecchio Continente in un baratro di ignoranza, ipocrisie, cattiverie, relativismo ed egoismo che non hanno precedenti. La Russia e la Cina, al contrario, hanno mantenuto salde e forti le loro radici e le loro identità, divenendo grandi potenze economiche e militari globali.Dopo il 1991 il liberalismo ha vinto totalmente e si è affermato come la sola possibile ideologia politica su scala mondiale: oggi abbiamo un sistema politico ed economico liberale ed un sistema culturale e filosofico fondato sull’individualismo. Come ha detto Francis Fukuyama, “la storia del mondo è finita“, perché il liberalismo ha vinto, non ha più alternative e può quindi mostrare la sua natura totalitaria: questa è post-modernità. Il liberalismo, quindi, si afferma,  entro un “sistema chiuso”, come «l’emancipazione dell’individuo da tutti i legami con l’identità e con la collettività: è un processo che è iniziato con la “liberazione” dalle religioni, è proseguito con la “liberazione” dalla Nazione e poi dal genere sessuale ed, infine, verrà l’emancipazione dall’umanità stessa (transumanesimo postmoderno). Il liberalismo non è soltanto ideologia, ma anche l’essenza degli “oggetti”, il centro della realità, l’assenza di ogni trascendenza» (Alexander Gel’evic Dugin).

AGORA VOX ITALIA mette “Christus Rex” tra i “pericoli” per l’Italia

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Ecco AGORA VOX Italia che sul suo cito ci spiega che anche noi di “Christus Rex” saremmo tra i “pericoli” dell’Italia… Se la mettano via perché continueremo ad esserci e a lavorare, ancor più di prima…(n.d.r.)

Le sfide impossibili del governo giallorosa

di Fabio Della Pergola

Alla fine il vascello è partito, con una buona dose di ottimismo e le vele gonfiate dal sospiro di sollievo dei molti convinti di averla sfangata per un pelo.

Sfangata da un possibile governo (se si fosse andati al voto) di una destra estrema come mai prima nella storia repubblicana. Un governo nel cui sottobosco avrebbero continuato a prosperare i camerati di Casa Pound, i nostalgici neofascisti di Forza Nuova, i cattolici ultrareazionari di Christus Rex, i bigotti tradizionalisti dei Family Day (i cui sponsor politici di famiglie “tradizionali” ne hanno tutti due o tre) e i vari amici degli amici delle famiglie malavitose che non resistono al selfie che poi inguaia il politico di riferimento, ingenuo o complice che sia.

Sfangata da un governo il cui vero leader era viaggiatore abituale sulla tratta Italia-Mosca insieme a quel Gianluca Savoini, presidente e fondatore dell’Associazione Lombardia-Russia, finito nella melmosissima questione di un (presunto) finanziamento illecito insieme a un paio di intermediari italiani e a tre russi, due dei quali, Andrey Kharchenko e Ilya Yakunin, vicini all’ideologo dell’eurasiatismo Alexandr Dugin (cioè alla testa pensante dell’articolato e complesso mondo reazionario contemporaneo) che – come scrivevo anni fa – prima di mettersi in proprio faceva parte di un think tank russo, chiamato Katehon, dove “l’odore dei servizi” si sentiva bello forte. Continua a leggere

Il futuro del Sovranismo

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Il futuro del SovranismoUN’OPINIONE CIRCOSTANZIATA SU CUI RIFLETTERE

di Roberto Siconolfi

Fonte: Ereticamente

Tutto il movimento politico-ideologico legato allo schieramento sovranista/populista si muove in un contesto e su una serie di direzioni precise. Proseguendo per questa strada nuovi interrogativi vengono fuori, su scelte cruciali alle quali si può rispondere sia con l’alternativa secca oppure con l’affermazione di un’ondata ideologico-politica pluraleche pur avendo un’asse centrale ben distinto, contiene “diverse” se non addirittura “contrastanti” opzioni. Per quanto riguarda il contesto,partendo dall’aspetto più evidente, bisogna prendere atto della prosciugazione definitiva dell’area politica di sinistra ma più precisamente del marxismo. La morte di Domenico Losurdo incarna una fine simbolica di tutto il marxismo “intellettualmente onesto” col quale vale la pena ancora confrontarsi e col quale si possono trovare anche punti di convergenza per battaglie politiche molto concrete.  Stesso discorso può valere per determinate soggettività politiche, esponenti di quell’area. Tuttavia, bisogna prendere atto che il marxismo è completamente finito, e non per motivi di chissà quale portata storica. Esso ha raggiunto il suo punto minimo, lo“0” della sua parabola discendente.

La nuova epoca, il nuovo millennio, la possibilità di guardare con prospettiva storica ad ampio raggio deve portare, e porta già, per chi non se ne sia accorto, all’affermazione o meglio al “ritorno” di tutt’altri principii e valori che sarebbe più opportuno definire “spirituali”. L’inconsistenza e la “desolazione” della proposta “materialista” ed “economicista” del marxismo a confronto è ben poca cosa e non è nemmeno più sentita. Non a caso questi residuati bellici di intellettuali, gruppi e gruppuscoli vari, non sanno più che pesci prendere con la fase in atto. I peggiori di essi abbaiano fascista e razzista, i migliori ci presentano le solite pappardelle sulle rivoluzioni socialiste, con l’“economia al centro di tutto” e della “lotta di classe” come motore dei cambiamenti storici.  (…) Continua a leggere