Il diritto (dimenticato dalla combriccola Lgbt) ad avere una mamma e un papà

Condividi su:

Tradotto in spagnolo e pubblicato si Info.Hispania. Ripreso anche da www.2dipicche.news

L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/07/10/il-diritto-dimenticato-dalla-combriccola-lgbt-ad-avere-una-mamma-e-un-papa/

ANCHE VERONA HA VISTO SFILARE IL GAY PRIDE, SINDACO “CATTOLICO” IN TESTA

Anche Verona ha visto sfilare il Gay pride, sindaco “cattolico” in testa. Pochi giorni prima, il primo cittadino aveva ricevuto una delegazione di “famiglie arcobaleno” rassicurandole sul fatto che trascriverà all’anagrafe i loro eventuali figli, frutto di maternità surrogata. Le scene che i media ci hanno fatto vedere fanno chiedere a chiunque se personaggi con parrucche, tacchi a spillo e abiti sadomaso possano essere adeguati a crescere dei bambini…

Per capire se sia giusto o meno dare figli a coppie dello stesso sesso, bisognerebbe mettersi dalla prospettiva del bimbo, titolare di diritti che potrà esercitare anni dopo la sua nascita. La letteratura scientifica, la psicologia e l’antropologia, nonché la pedagogia sono concordi nell’affermare che un bambino ha bisogno di crescere con il sostegno di due figure che siano di sesso diverso e che siano specificatamente mamma e papà.

Da quando esiste l’uomo, è sempre stato così. La natura e la biologia sono evidenti nel merito e, certamente, non si può chiedere a un bimbo di far da cavia per esperimenti differenti. La responsabilità di risultati fallimentari sarebbe enorme perché si rischierebbe di rovinare la vita ad una persona. E’ a partire dalla propria origine che si pongono le basi per costruire bene la propria identità e, per conseguenza impostare un progetto che vada in direzione di una meta ben precisa. Se non si trova risposta alla prima domanda esistenziale “Da dove vengo?” non si potrà dare senso pieno alla propria esistenza.

Il problema delle proprie origini colpisce i bambini adottati e, ancor di più i figli in provetta, come possiamo pensare che i figli di “genitori” dello stesso sesso non l’abbiano e addirittura amplificato?

La costruzione dell’identità, lo sviluppo dell’autostima, la formazione di una personalità equilibrata, la capacità di relazionarci con gli altri sono strettamente collegati alla nostra origine, al nostro essere figli di uno e un solo padre e di una e una sola madre. Per questo la famiglia e l’educazione dei figli non possono nascere solo dall’affetto o essere determinate da un contratto o atto amministrativo…

La nostra identità sessuale si sviluppa sempre a partire da una differenza, attraverso un rapporto con le figure genitoriali. La relazione quasi simbiotica del bambino con la madre che l’ha tenuto in grembo e allattato al seno viene interrotta dalla figura del padre che consente, in questo modo, al figlio di poter auto-costruire la propria soggettività, distinta da quella della madre. Mamma e papà sono quindi figure fondamentali e complementari per lo sviluppo armonico del bambino.

Per la tutela dei minori, c’è da augurarsi che l’utero in affitto diventi presto reato universale.

Quelli che il “ddl Zan è cosa buona…” ci proveranno ancora

Condividi su:

EDITORIALE del LUNEDI per InFormazione Cattolica

di Matteo Castagna

MATRIMONIO E FAMIGLIA COMPOSTI DA UOMO, DONNA E FIGLI NON SONO IL FRUTTO DI UNA CULTURA CHE PUÒ CAMBIARE, O DI UN PRECONCETTO SOCIALE IMPOSTO, PERCHÉ È VERITÀ ANTROPOLOGICA INCONTROVERTIBILE

 

Credere di aver vinto la guerra contro chi vuole sovvertire l’ordine naturale, attraverso sofismi o l’affermazione di presunti diritti, anche attraverso l’imposizione legislativa di norme liberticide ed anticristiane, sarebbe da ingenui.

L’affossamento del ddl Zan, avvenuto in un particolare contesto politico, non significa che in futuro non si ripresenteranno le stesse istanze, altre insidie e le stesse problematiche.

Il terreno dello scontro non va visto nel paravento della tutela dalle discriminazioni di persone di diverso orientamento sessuale, perché le leggi e le aggravanti per chi commette atti violenti verso un gay ci sono già e quindi, togliendo di mezzo questa “scusa”, troviamo la volontà di imporre per legge il cosiddetto diritto positivo, contro chi si fa difensore del diritto naturale.

L’ osannato Stato laico, ovvero ateo, si porrebbe, dunque, come unica fonte del diritto e della morale, in una rigida concezione positivistica. Anche se esso si professa privo di un fondamento morale che lo legittimi e lo trascenda, avendo messo nel cassetto la regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo tramite 300 anni di spirito liberale, pretende di poter entrare nelle questioni di ordine morale, secondo il criterio positivista, che proclama giusto tutto ciò che l’autorità stabilisce (iustum quia iussum e non più, invece, iussum quia iustum).

Il noto giurista austriaco Hans Kelsen (1881-1973) è uno dei maggiori interpreti di questa teoria, su cui si fonda il pensiero moderno e post-moderno: <<una qualsiasi norma, proprio perché posta (positiva) e imposta dall’autorità o dalla maggioranza è per ciò stesso valida, buona e diventa “diritto giusto”>>.

Si tratta della dittatura della maggioranza, che legittima legalmente qualsiasi arbitrarietà, sotto la categoria dei diritti umani. Si proclama, spesso in nome della libertà di coscienza, la libertà dalla legge divina e dalla legge naturale, scritta nel cuore stesso dell’uomo, per assoggettarsi alle leggi umane, fatte di maggioranze sempre più variabili e, quindi, inconsistenti. E’, probabilmente, questa l’essenza del liberalismo che troppi, per giustificare l’errore ed il proprio comodo sregolato, hanno portato in seno al cristianesimo, che ne è la negazione per antonomasia.

Nel contesto attuale, il Sistema globale impone una visione antropologica dell’uomo di tipo scientista e tecnicista, che non tiene minimamente conto della sua natura di essere chiamato alla trascendenza. Tale visione rinchiude l’uomo nell’immanenza, comprime o nega la legge naturale, perdendo ogni fondamento e riferimento metafisico, sia nel campo teoretico che in quello morale e pratico. Anche il diritto diventa autonomo dalla morale e si sposta nel positivismo scientista.

Dal diritto naturale (oggettivo, desunto dalla natura) che prevede una biologia chiara e netta, ove uomo e donna sono complementari e, al tempo stesso, indispensabili alla procreazione, si è passati al diritto positivo, che trova la sua giustificazione nelle pulsioni, negli istinti e nei desideri di alcune persone, senza avere più il suo fondamento nel creato così come voluto dal Creatore.

Il darwinismo è servito a mettere in discussione la Creazione per preparare il terreno al positivismo individualista anticristiano. La visione secolarizzata e immanentista dell’uomo fa perdere il senso della morale e smarrisce quello del diritto.

Traslando al matrimonio e alla famiglia il positivismo individualista moderno, troveremo sempre la sovversione del diritto in nome di un presunto bene, persino “contra naturam”, dell’essere umano.

Matrimonio e Famiglia composti da uomo, donna e figli non sono il frutto di una cultura che può cambiare, o di un preconcetto sociale imposto dalla Chiesa, perché è verità antropologica incontrovertibile in quanto naturale, elevata, semmai, dal cristianesimo a Sacramento indissolubile, finalizzato alla vita. Cercare di cambiare la legge naturale e divina con il diritto positivo significa pervertire la verità dell’uomo, barattandola subdolamente e brutalmente con surrogati svianti e lesivi della dignità della creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio-Amore. L’odio verso Dio-Amore cercherà sempre di creare un diritto positivo che giustifichi e legalizzi il peccato. L’ha già fatto col divorzio e l’aborto, con le “unioni civili” volte a parificare l’unione tra persone dello stesso sesso al matrimonino, e ora ci sta provando anche con utero in affitto ed eutanasia.

S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire, uno dei primi Padri della Chiesa (I/II secolo dopo Cristo) scrisse nella sua lettera agli Efesini: << Non illudetevi, fratelli miei, coloro che corrompono le famiglie non erediteranno il regno di Dio (cfr. Cor 6, 9-10). se coloro che così fecero secondo la carne furono puniti con la morte, quanto più non dovrà essere punito colui che con perversa dottrina corrompe la fede divina, per la quale Gesù cristo è stato crocifisso? Un uomo macchiatosi di un tale delitto andrà nel fuoco inestinguibile, e così pure chi lo ascolta>>.  La lotta tra Bene e male continuerà finché Dio lo permetterà, perciò non facciamoci prendere da facili entusiasmi, ma stiamo forti nella realtà e saldi nel diritto naturale, protetto dallo stendardo di Cristo Re. Mettiamoci in gioco, con coraggio, perché i tempi che ci attendono saranno sempre più difficili e necessiteranno di coraggio e audacia.

Ci saranno utili dei rappresentanti che abbiano la volontà e i mezzi per combattere, almeno a difesa del diritto naturale, poiché le sirene del mondo, del denaro facile e della moda sono una forte tentazione, anche tra le fila di coloro che dovrebbero stare alla destra del Padre.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/11/08/quelli-che-il-ddl-zan-e-cosa-buona-ci-proveranno-ancora/

Scontri in USA: avanza il “deep State”, ma chi lo combatte?

Condividi su:

L’EDITORIALE

di Matteo Castagna

Il 2021 si apre con il botto: stavolta non è il Covid a spadroneggiare ma la notizia, incontrovertibile, per cui il popolo americano si è, per la prima volta, reso conto di non essere nella democrazia perfetta in cui ha sempre creduto di vivere. Milioni di persone, nel giorno dell’Epifania, si sono riversate nelle strade di Washington, hanno sonoramente protestato contro quella che riconoscono come una palese violazione della loro libertà: la vittoria di un presidente con l’imbroglio.

Ebbene, anche negli USA, si può sedere alla Casa Bianca, grazie a dei brogli elettorali. E’ questo concetto che gli statunitensi hanno in testa e non riescono proprio a digerire. Trump è la vittima di un raggiro e di un’ingiustizia ordita e preordinata dal deep State, per farlo fuori. Quindi non è il fautore di un tentato golpe – come cialtronescamente hanno fatto intendere alcuni dei soliti allineati, leccaculo dei potenti di turno – ma colui che lo subisce. Intollerabile, inaccettabile, immorale per un repubblicano americano, innamorato della sua democrazia. Da ieri, non sarà più come prima, perché la vittoria con voto, considerato farlocco, non è minimamente nelle more della mentalità di almeno la metà degli americani. Ieri, il popolo USA ha sancito la morte del mainstream e gli ha dichiarato guerra. Quanto durerà non possiamo saperlo, ma sappiamo che la figura di Trump è uscita comunque vincitrice, perché ha dimostrato d’avere un seguito, che non ha precedenti e che i Dem non si aspettavano, fin dai tempi dei sondaggi. Cosa farà il miliardario tycon nelle prossime settimane non possiamo saperlo, ma possiamo immaginare che avrà tutto il tempo ed i mezzi per tirar fuori dal cilindro delle sorprese poco piacevoli per gli avversari. I quali non sono, però, né sprovveduti né privi di potere. 

In Italia, invece, ai brogli ed agli imbrogli siamo assuefatti da troppo tempo. I “plebisciti truffa” del periodo risorgimentale hanno annesso al Regno d’Italia Stati che volevano rimanere fedeli ai loro legittimi sovrani. Nel 1866 il Veneto è stato annesso con l’inganno. Ma anche il Regno delle due Sicilie e lo Stato Pontificio ebbero di che recriminare. Secondo buona parte della storiografia contemporanea anche il Re sarebbe stato deposto a seguito di un referendum taroccato. Il 2 giugno 1946 avrebbe vinto la monarchia di oltre due milioni di voti. Ma alcune manine avrebbero cambiato il risultato e, di conseguenza, la storia d’Italia. Ad ogni elezione si leggono cronache di scatoloni di schede elettorali trovate qua e là, di matite copiative che si cancellano, di schede bianche “che si possono colorare” – come direbbe Cetto Laqualunque. Sembra che per l’italiano medio non vi sia più nulla di cui scandalizzarsi e per cui protestare. Neanche se gli mettono le mani nel conto corrente, di notte, come fece nel 1992 l’esecutivo guidato dal socialista Giuliano Amato. In compenso sa ragliare bene sui social, nei bar (fino alle 18.00) e di nascosto da orecchie indiscrete. I governi, anche i peggiori, come quello attuale, possono dormire sonni tranquilli perché non ci sarà nessun impellicciato con elmo cornuto che gli guasterà la festa, né persone comuni che si riuniranno sotto il palazzo del potere a gridare “Libertà” issando la croce e pregando, a migliaia, il Padre nostro come avvenuto fuori dal Campidoglio di Washington.  Continua a leggere

I Falsari della Nuova Scienza

Condividi su:

di Roberto Pecchioli

I Falsari della Nuova Scienza

Fonte: Ereticamente

Conosciamo bene il livello di manipolazione raggiunto dalla cultura e dalla comunicazione contemporanea, dominata da pochi giganti, proprietà dell’oligarchia economica e finanziaria planetaria.  Allo stesso modo, ci siamo convinti della falsificazione ideologica delle cosiddette scienze umane, al servizio di un’antropologia interessata a creare l’uomo nuovo, il consumatore fluido e tendenzialmente transgender. E’ evidente che molte discipline che trattano temi sensibili come genere, sessualità, psicanalisi, identità razziale sono il terreno di autentici malfattori che hanno occupato il livello accademico facendo attivismo politico, ideologia, non certo cultura e tanto meno scienza.

Ciononostante, la realtà supera la fantasia; si resta a bocca aperta nel leggere gli incredibili retroscena di un articolo pubblicato sulla “prestigiosa” rivista americana Gender, Place and Culture. Vi si tratta dei parchi per cani, luoghi apparentemente innocenti dove il migliore amico dell’uomo può correre sicuro e felice, giocare e divertirsi. Secondo uno studio firmato dalla dottoressa Helen Wilson di una fantomatica Portland Ungendering Initiative, la realtà è assai più sinistra. I parchi canini, sostiene, sono luoghi completamente pervasi da una cultura oppressiva ed eteropatriarcale tesa alla violazione della natura, dove animali innocenti sono oppressi come riflesso diretto della violenza maschilista, strutturale nella nostra società. Continua a leggere

Non si torna indietro? Cara Cirinnà, ecco i numeri dei miti di progresso

Condividi su:

Risultati immagini per maschio e femmina Dio li creò

“Sui diritti non si può tornare indietro”. Con queste parole ha fatto il suo nuovo esordio mediatico l’icona della legge delle unioni civili, Monica Cirinnà.

Ovviamente il riferimento polemico è tutto rivolto al ministro della Famiglia Fontana, reo di aver riportato ordine concettuale e culturale ad un tema troppo spesso oggetto di propaganda e manipolazione ideologica, soprattutto da parte dei laicisti.

Il messaggio è chiaro: questo governo gialloverde mette le lancette della storia indietro, e ferma le conquiste civili dei governi Renzi e Gentiloni (“votati” dal popolo no?).

Cosa ha detto di tanto negativo il neo-ministro Fontana? Che le famiglie arcobaleno non esistono e che la famiglia è una, quella naturale, prevista alla Costituzione (articolo 29). E che l’Italia per ripartire, deve abbattere la denatalità e puntare sulla vita, considerando l’aborto una piaga. E la Cirinnà, non a caso, in occasione del discorso del premier Conte si è presentata in Aula con una maglietta inneggiante alle famiglie gay. Tanto per scaldare gli animi e vellicare le fibrillazioni della nuova maggioranza che vede sull’argomento leghisti e grillini appartenere a sponde opposte (almeno sulla carta). Continua a leggere

Italiani non esistono? “Temono onda sovranista. Io dico: prima l’Italia”

Condividi su:

“Perché attaccano i Cattolici veri, ovvero i tradizionalisti, come diceva San Pio X? Perché Abbiamo Fede, Speranza, Carità e combattiamo col sorriso, dividiamo il mondo in amici e nemici di Cristo ed abbiamo scelto lo stendardo del Sacro Cuore. Amiamo la Verità, non la temiamo e non la nascondiamo. Semmai la gridiamo. Non è conforme all’andazzo del mondo? Scrolliamo le spalle, siamo identitari, perché per noi c’è sempre un sacro me ne frego!” (M. Castagna, 1/05/2018)

di Paolo Becchi

Italiani non esistono? “Temono onda sovranista. Io dico: prima l’Italia”

Fonte: lospecialegiornale

“Gli italiani non esistono e siamo più diversi fra est e ovest che fra nord e sud”. E’ il titolo di un articolo sulla prima pagina del sito online del Corriere della Sera. Un’indagine antropologica che mira a dimostrare come gli italiani in pratica non esistano come nazione. Uno studio che ha insospettito e parecchio il filosofo Paolo Becchi che parla a Lo Speciale. Secondo Davide Pettener, antropologo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha creato una banca di campioni di Dna per tracciare la storia genetica degli italiani, non esisterebbe il popolo italiano. Secondo l’antropologo sarebbe in realtà “soltanto un’aggregazione di tipo geografico. Abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle”. Insomma, quale sovranismo, siamo figli delle migrazioni e degli incroci di vari popoli e non abbiamo un Dna tipicamente italiano.

Becchi, dunque gli italiani non esistono? Siamo tornati a Metternich e alla sua idea di “Italia come mera espressione geografica”? Continua a leggere